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Omar Di Felice di nuovo alla partenza dell’iconica “Trans Am Bike Race”

7000 km no stop lungo gli Stati Uniti d’America con partenza in Oregon e arrivo in Virginia. Al via solo una cinquantina di atleti da tutto il mondo. Severamente vietata e punita dal regolamento ogni forma di assistenza privata

Avevamo lasciato, Omar Di Felice, lo scorso inverno, che aveva appena portato a termine la lunga traversata himalayana del Ladakh (India), accumulando qualcosa tipo 1.200 chilometri per 25.000 metri di dislivello. Follia? Forse. Una roba che per un anno la bici non la vuoi più neanche sentire nominare. Eppure, il romano Di Felice è di nuovo in partenza, e questa volta per una gara che attraversa gli Stati Uniti coast to coast, con partenza da Astoria (Oregon) e arrivo a Yorktown (Virginia). Dal Pacifico all’Atlantico senza passare dal via, come si suo dire. La “Trans Am Bike Race”, la cui partenza è programmata domenica 4 giugno alle ore 6.00 am (ora locale), è una delle gare iconiche del mondo ultracycling. Un desiderio, un sogno, che per alcuni si trasforma in realtà. La gara ha già visto protagonista Omar nel 2019 quando, con il tempo totale di 20 giorni e 08 ore riuscì a salire sul podio diventando così il primo e unico italiano sin qui riuscito a centrare l’obiettivo.

La TransAm Bike Race: solo 1 su 2 ce la fa

Inventata e organizzata da Nathan Jones nel 2014, non è una gara per tutti. Nel 2014, all’edizione inaugurale, parteciparono 45 bikers e solamente 25 la portarono a termine. Nel 2018 andò peggio e su 124 ne arrivarono 44. Mediamente solo metà degli atleti riesce ad arrivare al traguardo. Dopo il Ladakh, Omar Di Felice non si è certo seduto sugli allori, anzi, si è allenato due mesi in vista di questa nuova, grande impresa. Per testare la sua preparazione ha partecipato alla Race Across Italy, dove è salito sul terzo gradino del podio.

La Trans Am Bike Race non è una gara a tappe, cioè il cronometro si ferma quando il concorrente taglia il traguardo, senza cioè considerare le pause tecniche o dedicate al riposo. La logica è quella delle gare ultra distance. Il tempo considerato è quello totale, comprensivo delle eventuali soste notturne/per il sonno e per tutte le esigenze, cui ogni atleta deve far fronte autonomamente. Ogni forma di assistenza privata, infatti, è severamente vietata e punita dal regolamento.

Dieci Stati e quattro fusi orari, con condizioni climatiche in grado di passare da temperature sottozero e possibilità di neve tra le montagne di Wyoming, Montana e Colorado, al caldo asfissiante degli oltre 40 °C del Kansas, oltre ai forti venti che caratterizzeranno la corsa. Il Garmin Edge 1040 Solar sarà il device con cui Omar navigherà le tracce e registrerà tutti i dati della pedalata (con al polso Enduro 2 Solar per la registrazione di backup e per memorizzare tutti i dati di performance e quelli legati alle pause per il sonno e il recupero).

“Torno alla Trans Am Bike Race in maniera quasi inattesa. È l’unica corsa che è riuscita ad affascinarmi e rapirmi pur presentando un percorso completamente inadatto a quelle che sono le mie caratteristiche di scalatore leggero. Vale un po’ quel detto per cui il calabrone non sarebbe in grado di volare vista la sua struttura ma, incurante di ciò, decide lo stesso di provarci. Per me è esattamente questa la Trans America. Senz’altro mi piacerebbe moltissimo riuscire ad abbassare il tempo fatto registrare nel 2019 anche se ciò non mi garantirebbe automaticamente il podio. Salire nuovamente tra i primi tre della classifica sarebbe un’ulteriore ciliegina sulla torta di una carriera a cui sento di non dover più chiedere altro in termini di risultati: sono qui per divertirmi e continuare a farlo in sella alla mia bicicletta.”.

Cosa utilizzerà Omar Di Felice per affrontare una fatica di questo tipo?

Per l’occasione Omar utilizzerà una bicicletta con telaio Wilier Triestina Filante (con colorazione speciale realizzata con il programma “Infinitamente” proprio per celebrare il coast to coast statunitense), equipaggiata con il gruppo completo Shimano Dura-Ace R9200 12V.

Il setup prevede un set di prolunghe da triathlon per sfruttare al meglio l’aerodinamica durante i lunghi tratti pianeggianti. Ad aumentare le capacità di performance il set di ruote scelto: le Shimano Dura Ace C50 su cui sono montati due copertoni tubeless Continental GP5000 TR S 700×28. La sella sarà la Selle San Marco Aspide Supercomfort. Per le borse la scelta è caduta sulla serie “road” di Missgrape con l’aggiunta della novità appena uscita della Big Node e un prototipo specifico per le prolunghe manubrio.

Una curiosità sull’abbigliamento: visto le temperature elevate, soprattutto nella seconda metà di gara, UYN ha realizzato una speciale versione della maglia Airwing completamente bianca e con tessuto speciale sul dorso per aiutare la traspirazione, in abbinamento con il nuovissimo pantaloncino Metarace specifico per il comfort durante le lunghissime distanze.

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