Alta quota

K2 invernale, chi sono gli alpinisti scomparsi

Il K2 ha chiesto il suo pegno. Dopo la scomparsa di Sergi Mingote qualche ora dopo l’arrivo in vetta dei 10 nepalesi, il 5 febbraio precipita perdendo la vita il bulgaro Atanas Georgiev Skatov. Poche ore dopo dopo spariscono nel nulla Ali Sadpara, John Snorri e Juan Pablo Mohr impegnati in un tentativo di vetta. Il figlio di Ali, Sajid, dopo aver rinunciato alla cima all’altezza del Collo di Bottiglia ed essere rientrato al terzo campo attende invano il rientro del padre con i due compagni. Per oltre 20 ore continua a guardare verso l’alto, cercando una luce di speranza. Un piccolo puntino in movimento brillare contro il buio della montagna. Possiamo difficilmente immaginare cosa abbia provato dento di se quando all’alba del 6 febbraio ha richiuso la zip della tenda e voltando lo sguardo alla cima del K2 ha iniziato la sua dolorosa marcia di rientro verso il campo base, da solo. Si sarà voltato più e più volte in cerca di una traccia per poi continuare la sua discesa. Come più volte abbiamo visto accadere su queste montagne nel corso degli ultimi inverni, sono arrivati gli elicotteri dell’esercito pakistano. Sono volati più in alto possibile, fino a settemila metri, hanno cercato un contrasto di colore contro il bianco della neve, ma nulla. Si chiude così la grande conquista invernale del K2.

Atanas Georgiev Skatov

Classe 1978 è conosciuto per essere il primo alpinista vegano ad aver raggiunto la cima dell’Everest. Il suo obiettivo era quello di diventare il primo vegano a salire tutti e 14 gli Ottomila. La sua passione alpinistica nasce nel 2012, quando passa a un’alimentazione vegetale, decidendo di salire le Seven Summits per testare e stressare il proprio fisico. Vive l’alpinismo con un approccio scientifico e di ricerca, d’altronde il suo lavoro non è fare lo scalatore. Laureatosi in agraria e protezione delle piante si è sempre occupato di ricerca scientifica per diverse università con la pubblicazione di numerosi articoli.

Alpinista capace nel 2017 ha raggiunto la vetta del Denali in solitaria e in stile alpino. Con questa salita è divenuto il primo bulgaro e il primo vegano a completare le Seven Summits. Riguardo la corona dell’Himalaya era a buon punto, con dieci Ottomila già spuntati dalla lista: Everest, sia da nord che da sud; Manaslu; Annapurna; Makalu; Lhotse; Cho Oyu; Kangchenjunga; Gasherbrum I; Gasherbrum II; Dhaulagiri.

Lascia la moglie e il figlio, nato nel 2009.

Muhammad Ali

Classe 1976 è conosciuto con lo pseudonimo di Ali Sadpara, dal piccolo villaggio di provenienza: Sadpara, centro posizionato circa venti chilometri a nord di Skardu. Ali è uno dei più forti alpinisti pakistani in circolazione. Salito agli onori delle cronache internazionali per la prima salita invernale del Nanga Parbat realizzata il 26 febbraio 2016 con Alex Txikon e Simone Moro, è stato anche il primo pakistano a scalare tutti e 5 gli Ottomila del Pakistan (K2, Nanga Parbat, Broad Peak, Gasherbrum I, Gasherbrum II).

Dopo aver iniziato la sua carriera come scalpellino, a 22 anni diventa portatore di bassa quota per le spedizioni. Siamo nel 2000 e portare pesanti carichi fino ai piedi delle grandi montagne non è di certo la sua passione, ma un mezzo con cui guadagnarsi da vivere. Con il tempo però, la continua vista di quelle cime alte e cariche di neve e ghiaccio inizia ad appassionarlo. In lui nasce l’ambizione di salire più alto, un tarlo coronato con i successi ottenuti sulle montagne di casa. Il primo approccio alle altissime quote avviene nel 2004 quando viene ingaggiato da una spedizione coreana diretta al K2 come portatore d’alta quota. Nel 2006 scala il suo primo Ottomila, il Gasherbrum II. Poi tocca al Nanga Parbat che sale due volte, nell’estate 2008 e in quella 2010, prima del primato invernale. Nel 2010 eccolo in vetta al Gasherbrum I. Nell’estate 2018 raggiunge la vetta del K2. La sua prima esperienza invernale arriva nella stagione 2008/2009 come portatore d’alta quota in una spedizione diretta al Broad Peak.

Lascia la sua famiglia e due figli.

John Snorri

Classe 1973 è nato e cresciuto in Islanda dove fin da ragazzo ha coltivato la passione per l’ambiente naturale, l’esplorazione e l’alpinismo. Per lui cercare cime e altezze significative, vivendo in Islanda, ha significato volare sulle Alpi dove nel 2011 riesce a toccare la vetta del Monte Bianco. Da qui non si è più fermato continuando la sua formazione come alpinista e arrivando, nel giro di poco, agli Ottomila. Nel 2015 scala l’Ama Dablam e l’anno successivo l’Elbrus. Nel 2017 eccolo sui primi Ottomila: Lhotse, K2 e Broad Peak. Nel 2019 tocca invece al Manaslu. Particolare interessante il concatenamento di K2 e Broad Peak in soli 7 giorni. È stato inoltre il primo islandese a raggiungere la cima del K2, divenendo noto su tutta l’isola.

Sposato e sempre sorridente lascia una moglie e 6 figli.

Juan Pablo Mohr

Cileno, 33 anni, architetto di professione, alpinista per passione. Impara a muoversi in montagna dal padre e coltiva questa passione portandola in altissima quota. Al suo attivo ha 5 Ottomila, tutti saliti senza l’uso dell’ossigeno: Dhaulagiri, Annapurna, Manaslu, Lhotse ed Everest. Interessante il concatenamento Everest-Lhotse effettuate nel maggio 2019 che l’ha trasportato direttamente nel guinness dei record come il primo alpinista a realizzare l’accoppiata senza usare bombole d’ossigeno.

Lascia tre figli a cui ha trasmesso la passione per la montagna.

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6 Commenti

  1. Uomini eccezionali.
    E io qui dal divano …
    Posso solo chinarmi non solo alla loro grandezza, ma anche alla capacità di incastrare vita, lavoro, famiglia.
    Persone che dalle 24 ore che ogni giorno ognuno di noi vive hanno spremuto ogni secondo.

  2. Non potete capire come sono incazzato per la perdita di questi grandi alpinisti e grandi uomini …. mi dispiace veramente tanto cavoloooo … Aoo quelli hanno preso e sono saliti come fulmini cazzo hanno fatto pensare che era una scalata stupida e tranquilla e invece era solo che una trappola vaffanculoooo seguivo sempre ali sadpara … Alex txikon non potevi portarlo con te sul manaslu così insieme a Moro potevate fare un altra invernale insieme sai che squadra veniva fuori una squadra che poteva benissimo competere con il gruppo nepalese.. e invece eccoci qui … non ho più parole ragazzi ….

  3. Ma come, con tutti sti morti il sindaco di Islamabad dovrebbe fare un’ ordinanza e chiudere l’accesso al K2, come fanno i sindaci qui in Italia con pericolo di frane e valanghe.
    “PER SALVARE VITE UMANE” come è di moda dire oggi!
    Oppure in Pakistan la vita umana ha un valore molto più basso che in Italia?

  4. Ascolta cla ….. faccio finta che non hai scritto nulla … è meglio dai retta a me … prova a scrivere un messaggio o un commento diverso che fai una figura diversa si te …

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