Gente di montagna

Alex Txikon

Vai, perché sai che è la cosa giusta da fare. E anche perché sinceramente, vorrei che se capitasse a me di essere di essere disperso, qualcuno venga a cercarmi”

Alex Txikon, in risposta alla domanda sull’aver rischiato la vita nella ricerca di Daniele Nardi e Tom Ballard.

A 21 anni tocca la vetta del suo primo gigante: il Broad Peak (8.047 m), nel Karakorum pakistano. In seguito metterà piede sull’apice di ben undici dei quattordici Ottomila e conquisterà, per la prima volta nella storia in invernale, con Simone Moro e Ali Sadpara, la vetta del Nanga Parbat. La vita di Alex Txikon è un viaggio attraverso le montagne del mondo, alla scoperta di nuove culture, sempre affamato della storia delle alte terre. Ha partecipato a più di trenta spedizioni, concentrando la sua attività a fil di cielo sulle sfide invernali himalayane, le più estreme.Sfiderà nella stagione più fredda anche l’Everest, nel 2017, 2018 e 2020, e il K2, nel 2019. Dice di essere com’è grazie alla condivisione della sua passione con gli altri alpinisti. Crede che ci sia ancora molto da scoprire e infinite avventure da vivere.

Vita privata

Alex Txikon nasce a Lemoa, nella provincia di Biscaglia, nei Paesi Baschi, in Spagna, il 12 dicembre del 1981, nel bel mezzo dell’inverno: l’alpinista spagnolo ipotizzerà che sia questa la ragione del suo amore per le spedizioni invernali. Alex è il più giovane di tredici fratelli: da qui la sua passione per il lavoro di squadra durante le avventure sulle terre alte. Montagna e team saranno un binomio inscindibile di tutta la sua carriera: lo scalatore basco dice di non capire la montagna quando non è condivisa. Il suo amore per le montagne inizia nello stesso momento in cui impara a camminare: ad appena tre anni raggiunge, insieme al fratello maggiore Javi, la sua prima vetta importante, la più iconica della zona in cui è cresciuto, il Gorbea (1.482), nei Paesi Baschi.

Realizzazioni

Dall’inverno del 2011 Alex Txikon concentra i suoi sforzi sulle spedizioni invernali himalayane. Durante la stagione fredda del 2016, insieme al pakistano Ali Sadpara e all’italiano Simone Moro, raggiunge, per la prima volta nella storia in invernale, la vetta del Nanga Parbat (8.126 m). Da ragazzo compie diverse scalate sui Pirenei, sulle Alpi e i Picos de Europa. Il suo sguardo si posa sull’Himalaya dopo aver visto le fotografie della spedizione del K2 organizzata da Juanita Oiarzabala. Nel 2002 intraprende la sua prima spedizione sull’Himalaya come cameraman nel team di Edurne Pasaban. Nello stesso anno, sempre in Himalaya, scala, senza raggiungere la cima, l’Ismail Samani (7.495 m) e il Peak Lenin (7.134 m). Nel 2003, conquista il suo primo Ottomila, il Broad Peak, mentre l’anno seguente raggiunge la sommità del Makalu (8.463 m) e del Cho Oyu (8.201 m), e raggiunge un’altitudine di 7.400 metri sul K2. Nel 2005 tocca la sommità del Peak Lenin. Nel 2006 partecipa a una spedizione in Antartide, durante la quale scala il Monte Scott (880 m) e apre una nuova via sul Monte Shackleton (1.465 m). Mette piede sulla cima del Monte Wandell (2.397 m), e sale in stile alpino sulla via sud-occidentale dello Shishapangma, raggiungendo 7.800 m. Nel 2007 finalmente conquista, passando dalla parete nord, lo Shishapangha (8.027m). Nel 2008 conquista il Dhaulagiri (8.167 m) e nel 2009 il Manaslu (8.163 m). Nel 2009 scala nuovamente lo Shisha Pangma e conquista gli 8.586 m del Kangchenjunga. Nel 2010 sale per la terza volta lo Shisha Pangma, e poi sale l’Annapurna, ottenendo così la settima delle quattordici cime necessarie per scalare la Corona dell’Himalaya e del Karakorum. Nel 2011 raggiunge per la prima volta l’altitudine di 7.000 metri in inverno, sul Gasherbrum I, e, nel medesimo anno, conquista il Gasherbrum I e il Gasherbrum II in estate, e raggiunge un’altitudine di 7.900 metri sul K2. L’anno successivo prova nuovamente, senza riuscire nell’impresa, a salire sulla cima del Gasherbrum I in inverno: raggiunge l’altezza di 7.400 m da una nuova via ma i suoi tre compagni di spedizione scompaiono a 7.700 m. Nel 2012, insieme a Tamara Styś realizza la prima salita invernale del Gasherbrum I South (7.109 m). Nell’estate del 2012 partecipa a una spedizione in Groenlandia. Nel 2013, insieme a José Fernandez, mette a segno la prima salita invernale del Laila Peak, (6.200 m), nella valle di Hushe, vicino al ghiacciaio del Gondogoro, nella catena del Karakorum. Nello stesso anno arriva a 20 metri dall’apice del Nuptse (7.861 m) e mette piede su un altro Ottomila, il Lhotse (8.516 m). In estate attacca ancora una volta il K2, fermandosi a 7.100 metri dalla cima. Nel 2014 conquista il Kangchenjunga ma fallisce nel tentativo di una conquista invernale del K2, con Denis Urubko e Adam Bielecki. Nel 2015 tenta senza successo la conquista del Nanga Parbat in inverno, arrivando fino a 7.850 metri, e scala il Thalay Sagar (6.904 m).

Nel 2016, insieme a Daniele Nardi e Ali Sadpara, tenta di mettere a segno la conquista in invernale del penultimo Ottomila, il Nanga Parbat. Alla fine di gennaio, con Nardi, prova l’assalto alla vetta, senza riuscire nell’impresa. Dopo un litigio tra alpinisti, Nardi lascia la spedizione. A questo punto la cordata italiana di Simone Moro e Tamara Lunger si unisce a Txikon e Sadpara. La mattina del 26 febbraio la squadra attacca la vetta (dal campo IV). Lunger si ferma 70 metri prima della cima, mentre gli altri tre alpinisti si portano a casa la prima salita invernale del Nanga Parbat. Dopo la loro impresa, il K2 rimane l’unico Ottomila ancora da conquistare nella stagione fredda. Durante gli inverni del 2016-17 e 2017-18 l’alpinista basco tenta di mettere a segno la salita del Tetto del Mondo in inverno, senza riuscirci. Nel 2018 realizza la prima ripetizione invernale del Pumori (7.161 m). Durante il 2019, sempre nella stagione fredda, raggiunge quota 7.100 metri sul K2, e collabora al tentativo di salvataggio di Tom Ballard e Daniele Nardi sul Nanga Parbat, purtroppo senza successo. Nel 2020, ancora in inverno,raggiunge il vertice dell’Ama Dablam (6.812 m), in Nepal, e arriva a quota 7.050 metri sull’Everest. Su roccia Alex Txikon scala fino al grado 8a.

Solidarietà

In occasione del terremoto del 2015 in Nepal, l’alpinista basco ha realizzato un’iniziativa solidale con l’aiuto di Enara Lariz e Mikel Uribesalgo, portando nel Paese materiale da arrampicata per le organizzazioni locali che lavoravano con gli alpinisti e i turisti.

Film

Nell’estate del 2012 lo scalatore spagnolo ha partecipato a una spedizione in Groenlandia, avventura dalla quale è nato il documentario Next Stop Greenland, diretto da Lara Izagirre, in cui Txikon è sia protagonista sia il secondo direttore della fotografia.

Curiosità

La coscienza ambientale di Txikon è evidente dai suoi campi base, dove si trovano igloo, stazioni per il monitoraggio meteorologico e team di ricercatori intenti a studiare lo stato di salute dei ghiacci himalayani.

Oltre all’arrampicata, Txikon pratica il base jumping. 

La paura, il limite e il rischio sono i compagni della prudenza: più paura, più prudenza. Al contrario di quanto si pensi”.

Alex Txikon

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