Montagne

Denali

Appartiene alla catena dell’Alaska, una grande catena montuosa localizzata nella regione centro meridionale dello stato, e ne rappresenta il punto più alto. Con i suoi 6190 metri il Denali, per molti anni chiamato McKinley, è la montagna più alta del nord America.

Il suo nome originario è quello con cui la identifichiamo oggi Denali (o Dinale), che significa “alto”. Durante il breve periodo che ha visto la Russia governare sull’Alaska è stata invece chiamata Bolshaya Gora mentre tra il 1890 e il 1990 venne chiamata Densmore’s Mountain, in onore del cercatore d’oro Frank Densmore: primo non nativo a raggiungerne le pendici.

Ad affibbiargli il celebre nome di McKinley fu un cercatore d’oro nel 1896. Fu una mossa propagandistica per sostenere il candidato alla Casa Bianca William McKinley, che l’anno successivo divenne il 25esimo presidente degli Stati Uniti. Il nome divenne però ufficiale solo a partire dal 1917, quando il presidente Wilson istituì il Mount McKinley National Park. Nel 1975 poi l’Alaska Board of Geographic Names decise di ristabilire l’originale Denali e chiese al Board of Geographic Names USA di fare lo stesso. La richiesta venne però rigettata e così il nome divenne ufficiale solo all’interno dello Stato. Nel 2015 poi il presidente Barack Obama decise di ripristinare il nome indigeno a livello nazionale.

Dal 30 agosto di quell’anno la montagna viene riportata sulle carte geografiche con la denominazione Denali.

Il monte più alto del Nord America

I primi ad esplorare la montagna furono i popoli Koyukon Athabaskans, che ne abitavano le pendici. Il primo avvistamento europeo avvenne invece da parte del britannico George Vancouver, esploratore navale che avvistò in lontananza quelle definì come “montagne stupende”. Era il 6 maggio 1794 e il secondo avvistamento sarebbe avvenuto solo settanta anni dopo, da parte questa volta del russo Lavrenty Zagoskin.

Fino a questo momento nessuno si era posto domande sull’effettiva altezza della montagna, in fondo l’avevano potuta osservare solo da molto lontano. Solo quando il 24 gennaio 1897 comparve sul New York Sun un articolo, a firma del cercatore d’oro William Dickey, in cui si ipotizzava l’altezza del Denali a circa 6100 metri il mondo dei geografi iniziarono a interessarsi a questa montagna. Poteva essere la più alta del nord America.

Geografia

La montagna ha due cime principali, quella sud è la più alta mentre la nord ha un’altezza di 5934 metri. Sul lato nord-ovest del massiccio si estende il ghiacciaio Peters, mentre sul versante nord-orientale si incontra il ghiacciaio Muldrow. A est si estende un’altra massa glaciale, chiamata Traleika e a sud-est si trova il ghiacciaio Ruth. Infine a sud-ovest, con una lunghezza di 71 chilometri che lo rende il più lungo dell’Alaska, si trova il ghiacciaio Kahiltna.

Storia

La prima vera esplorazione della montagna venne condotta nel 1902 dal Geological Survey americano. Fu una spedizione complessa, con un avvicinamento molto lungo, partito sul finire di maggio dalla costa dell’Alaska. Raggiunsero i piedi della montagna nei primi giorni di agosto. Non fecero un tentativo alla montagna, d’altronde non era questo il loro scopo. Al rientro pubblicarono però un esaustivo rapporto, uscito sul National Geographic, in cui riportarono alcuni consigli per i futuri avventori interessanti a violarne la cima.

Ci provò, nell’estate del 1903, il giudice James Wickersham insieme ad altri quattro alpinisti. Dopo un difficoltoso e lungo avvicinamento allestirono il campo base ai piedi del ghiacciaio Peters, quindi tentarono di salire direttamente per il versante nord-occidentale. Non avevano però fatto i conti con la quota e le difficoltà oggettive mandarono ben presto in fumo le loro ambizioni. Prima di rinunciare del tutto fecero un nuovo tentativo lungo un’altra via. Un percorso difficile che li condusse fino a un muro all’apparenza invalicabile (oggi chiamato muro Wickersham) che li respinse. Questo itinerario, pericolosamente soggetto a valanghe, venne scalato solamente nel 1963 da due cordate per due differenti tracciati.

Sempre nel 1903 Frederick Cook, esperto esploratore formatosi sotto Peary e Amundsen, mosse un nuovo tentativo al Denali. Anche lui, come il suo predecessore, provò a salire per il versante nord-occidentale. Con i suoi 5 uomini raggiunse i 3300 metri prima di accorgersi di non poter proseguire e di essere finiti un vicolo cieco.

Cook ci riprovò nel 1906, questa volta insieme agli esperti alpinisti Herschel Parker, Belmore Browne e altri cinque uomini. Questa volta provò a salire da sud, ma il risultato non fu molto diverso e così i compagni di spedizione scelsero di rientrare. A fine estate ci fu un ultimo tentativo da parte di Cook e del cavaliere Robert Barrill. I due impiegarono 12 giorni per portare a compimento la loro salita, raccontando di aver raggiunto la cima passando per il ghiacciaio Ruth. Subito l’ascensione venne messa in dubbio dai due esperti scalatori che avevano partecipato al tentativo: impossibile riuscirci in così poco tempo. Cook e compagno continuarono però ad affermare la loro verità sostenuta anche da una foto che mostrava Barrill in cima al Denali. Solo nel 1956 gli alpinisti Bradford Washburn e Walter Gonnason riuscirono a smentire del tutto il racconto identificando il punto della foto come una sporgenza decisamente distante dalla vetta della montagna.

Alla fine del dicembre 1909 ci provarono quattro minatori di Fairbanks, Tom Lloyd, Peter Anderson, Billy Taylor e Charles McGonagall. Partiti su slitte trainate da cani raggiunsero il Denali nel marzo 1910. Tentarono la salita attraverso il ghiacciaio Muldrow, come i primi avventori. Riuscirono a scoprire un passaggio che aggirava il muro Wickersham potendo così continuare verso la vetta nord. La raggiunsero Taylor e Anderson, trasportando con se un lungo palo di abete che conficcarono sulla vetta come simbolo del loro successo. Anche questa salita venne messa in dubbio per diverse ragioni, a partire dall’effettiva mancanza di prove riguardo il raggiungimento della vetta, per arrivare ai resoconti contrastanti e spesso difficilmente credibili riguardo tempistiche e durata dell’ascensione.

Nel 1912 una nuova spedizione condotta dai veterani del Denali Herschel Parker e Belmore Browne riuscì quasi a raggiungere la vetta principale, i due furono infatti costretti a rinunciare per colpa del maltempo quando ormai erano a poche decine di metri dal punto più alto.

Prima salita

I primi uomini a raggiungere la vetta del Denali furono Hudson Stuck, Harry Karstens, Walter Harper e Robert Tatum il 7 giugno 1913. Seguirono la via tentata nel 1909 dai minatori di Fairbanks. Fu una salita particolarmente faticosa, soprattutto per colpa dei cambiamenti morfologici avvenuti in seguito a un violento terremoto nell’estate dell’anno precedente. Quelli che prima erano semplici pendii si erano trasformati in difficili salti ghiacciati. Riuscirono comunque a progredire raggiungendo il bacino tra le cime nord e sud (5330 metri) il 30 maggio. Il 7 giugno, favoriti dal bel tempo, raggiunsero la vetta nonostante gli effetti del mal di montagna.

Vie alpinistiche

Sono 5 le più note e famose vie per raggiungere la vetta del Denali.

  • West Buttress: aperta nel 1951 da Bradford Washburn è la più nota e frequentata tra le possibilità di salita. È stata scelta come “normale” alla montagna per la maggiore sicurezza essendo quella meno soggetta al rischio valanghe e crepacci. Chi affronta questa via installa il campo base sul ghiacciaio Kahiltna, dov’è possibile arrivare in aereo.
  • Via del ghiacciaio Muldrow: si tratta del percorso utilizzato dai primi salitori nel 1913. Sale dal lato nord, fino a ricongiungersi con la West Buttress nella parte alta. Oggi sono pochissimi gli alpinisti che scelgono questa via a causa del difficile avvicinamento che porta via molto tempo.
  • West Rib: itinerario complesso e difficile, aperto nel 1959. Il campo base e la prima parte della via è in comune con la West Buttress. È una delle linee più belle ed estetiche del Denali.
  • Via Cassin: aperta nel 1961 da una spedizione italiana guidata da Riccardo Cassin, è una via difficile ma non la più estrema del Denali. Con Cassin si trovavano gli alpinisti Luigi Airoldi, Luigi Alippi, Giancarlo Canali, Romano Perego e Annibale Zucchi. La loro rappresenta la realizzazione di maggior prestigio che sia mai stata fatta sulla montagna.
  • Diretta slovacca: aperta nel 1984 dagli slovacchi Blažej Adam, Tono Križo e František Korl sale a destra della via Cassin. È la più difficile via presente sulla montagna, e probabilmente in tutta l’Alaska. A oggi conta solo 10 ripetizioni, tra cui quella degli italiani David Bacci e Luca Moroni.

Altre vie:

  • 1954 – George Argus, Elton Thayer, Morton Wood e Les Viereck aprono la South Buttress Route.
  • 1954 – Fred Beckey, Donald McLean, Charles Wilson, Henry Meybohm e Bill Hackett aprono la Northwest Buttress alla cima nord.
  • 1962 – Viene tracciata una via sullo sperone sud-est a opera degli scalatori C. Hollister, H. Abrons, B. Everett, Jr., S. Silverstein, S. Cochrane e C. Wren.
  • 1963 – Viene aperta la East Buttress per mano di W. Blesser, P. Lev, R. Newcomb, A. Read, J. Williamson, F. Wright.
  • 1997 – Jim Wilson e Jim Blow aprono “Butte Direct” che sale lungo la forcella ovest sopra al ghiacciaio Traleika.

Salite degne di nota

  • 1947 – Prima salita femminile a opera di Barbara Washburn che raggiunge la vetta con il marito Bradford Washburn, primo a salire sulla montagna due volte.
  • 1967 – Dave Johnston, Art Davidson e Ray Genet compiono la prima salita invernale. Salgono lungo la West Buttress.
  • 1970 – Il giapponese Naomi Uemura realizza la prima salita in solitaria.
  • 1972 – Sylvain Saudan realizza la prima discesa in sci dal versante sud-ovest.
  • 1976 – Charlie Porter realizza la prima salita solitaria della via Cassin.
  • 1990 – Anatoli Boukreev firma il record di velocità salendo la West Rib in appena 10 ore e 30 minuti.
  • 2014 – Kílian Jornet i Burgada sale e scende dal Denali lungo la West Buttress nel tempo record di 11 ore e 48 minuti.
  • 2019 – Karl Egloff migliora il tempo di Jornet lungo la West Buttress salendo e scendendo in 11 ore e 44 minuti. Importante evidenziare i tempi parziali: Egloff ha raggiunto la vetta in sole 7 ore e 40 minuti mentre Jornet ha impiegato 9 ore e 45 minuti. In discesa Jornet ha poi recuperato grazie all’uso degli sci (2 ore), Karl con i ramponi ha impiegato 4 ore e 4 minuti.

Guida al Denali

La salita al Denali presenta difficoltà di tipo alpinistico, richiede tempo e un buon acclimatamento. La montagna è inoltre localizzata in un ambiente remoto, le condizioni di vita al campo base sono quindi quelle spartane tipiche di una spedizione alpinistica. Per tutte queste ragioni si consiglia di intraprendere una spedizione al Denali solo ad alpinisti preparati con buona tecnica di progressione in ambiente d’alta montagna, consolidata esperienza alpinistica e spirito d’adattamento.

La prima cosa da fare per chi fosse intenzionato a scalare il Denali è procurarsi un biglietto aereo per Anchorage, principale centro dell’Alaska. Da qui, guidando per 200 chilometri, si raggiunge Talkeetna all’ingresso del Parco Nazionale di Denali dove si sbrigano tutte le faccende burocratiche con i ranger del parco. Da qui, con un piccolo volo interno, si raggiunge il campo base sul ghiacciaio Kahiltna.

Le pratiche burocratiche consistono nell’emissione del permesso di salita (circa 200 dollari), che deve essere preventivamente richiesto presso il Parco Nazionale, oltre al pagamento della tassa di ingresso di circa 10 dollari. È importante ricordarsi di fare richiesta almeno 60 giorni prima della partenza.

È possibile organizzare il viaggio in autonomia, se si ha esperienza nella gestione di spedizioni alpinistiche d’altissima quota (ricordiamo che una volta raggiunto il campo base si deve essere totalmente autosufficienti), in caso contrario è possibile affidarsi ad agenzie specializzate sia in Italia che in loco.

Curiosità

Nel 1979 la musher Susan Butcher, Joe Redington, Ray Genet e altri due realizzarono la prima salita del Denali con una slitta trainata da cani.

Il Denali nei libri

La Sud del McKinley, Riccardo Cassin, CDA & Vivalda, 2000

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2 Commenti

  1. Renato Casarotto nel 1985 da solo è salito aprendo una via nuova.
    La prima ripetizione italiana della Cassin è del 1993 quando vi ritrovarono Gianni Calcagno.
    La Cassin ora è diventatata una classica e viene ripetuta spesso in giornata già dal 1992.

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