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Come fotografare l’autunno: i colori del paesaggio

Le tinte degli alberi, le luci di stagione, i dettagli e la misurazione dell’esposizione. Come realizzare lo scatto perfetto

Le sfumature dell’autunno colorano il paesaggio con una miriade di tonalità. Da un punto di vista estetico non è solo la vegetazione a modificare l’impatto visivo del fotografo di montagna; anche le cime assumono un aspetto diverso, quasi una dicotomia: a volte sono già innevate, grazie alle prime spolverate di bianco; in altri casi, invece, sono glabre e secche per la fusione estiva della neve. E’ possibile concentrarsi su paesaggi d’ampio respiro, ma anche su singole parti da estrapolare da un contesto più ampio, selezionando una parte di paesaggio che diventi il soggetto dello scatto.

Quali sono i soggetti di interesse, in un paesaggio autunnale?

Il paesaggio puro, con le montagne e gli alberi è, in genere, tra gli elementi più fotografati in questo periodo dell’anno. Anche inquadrature più selettive che comprendano alberi colorati, in primo piano, sono spunti di sicuro interesse, per non parlare dei laghi, con i riflessi di cime e vegetazione che assumono un’estetica molto diversa dal consueto.

Paesaggio: le regole e i consigli per fotografare il paesaggio, in autunno, non sono le stesse per il paesaggio in generale?

In linea generale, posso dire che tutte le considerazioni e le regole di cui ho parlato precedentemente in questa rubrica, relativamente alla fotografia di paesaggio, sono più che valide e coerenti, anche per l’autunno. C’è, però, una notevole differenza dovuta alla tipologia della luce che è molto diversa. Se, quindi, per quel che riguarda la composizione, consiglio di fare riferimento a “La migliore inquadratura per fotografare in montagna”, l’argomento illuminazione e luce, merita sicuramente un approfondimento specifico, anche perché condiziona e influisce anche su altri aspetti della fotografia.

La luce autunnale ed esposizione

Qualsiasi sia il nostro soggetto, in una giornata soleggiata, la luce della stagione autunnale è molto dura, con ombre nette, intense e molto chiuse. Questo consente di utilizzare le trame delle ombre stesse anche come linee guida ed elementi compositivi. Per quanto riguarda la misurazione dell’esposizione è necessario tenere presente che la presenza contemporanea di luce e ombra, nell’inquadratura, può creare qualche problema e richiede, quindi, una certa attenzione, a seconda del risultato cercato. Le fotocamere hanno diversi sistemi di misurazione della luce.

Multizona

Se vogliamo avere ombra leggibile, con dettaglio, sicuramente l’utilizzo di sistemi di lettura esposimetrica multi-zona (Matrix per Nikon, Valutativa per Canon, per esempio) possono aiutare. In genere questi sistemi tendono a schiarire le ombre, privilegiando il dettaglio, anche nelle zone scure, in ombra. La multi-zona suddivide l’intera inquadratura in più parti, misurando l’esposizione in ognuna di esse. Le informazioni ottenute dalle letture vengono confrontate con un database interno con svariati esempi di situazioni. Con una serie di calcoli, l’esposimetro stabilisce l’esposizione ritenuta corretta per la situazione. Ma è veramente corretta? Dipende dal risultato che vogliamo ottenere. In genere, soprattutto, nelle fotocamere più moderne e performanti il sistema multi-zona funziona correttamente.

Anche l’architettura è un soggetto interessante, con lo sfondo ci cime e larici coloratissimo. Crampiolo, con il Cervandone sullo sfondo. Alpe Devero. Nikon D810; Nikkor 24-70 2,8 AFG; iso 100; f11; 1/80. Nessun problema di esposizione, in questo caso. L’illuminazione è uniforme e non ci sono ombre nette o intense. Si può tranquillamente utilizzare il sistema di misurazione multi-zona.

Media compensata

E’ anche possibile utilizzare il sistema di misurazione dell’esposizione detto “media compensata” o “media pesata al centro”, “semispot” o “parziale”, nomi diversi, a seconda delle varie case produttrici, per descrivere lo stesso metodo di misurazione. L’esposimetro legge la luce soprattutto nella parte centrale dell’inquadratura, dando ad essa maggiore rilevanza e sempre meno verso i bordi della foto. E’ un sistema utile, quando si vuole controllare l’esposizione in maniera più precisa, dando maggior rilevanza ad una parte del soggetto, dove si sceglie di puntare il sensore di misurazione. Nella maggior parte delle fotocamere, infatti, è possibile spostare il punto di misurazione, in posizione diversa dal centro. Se per esempio stiamo fotografando un paesaggio, con un gruppo di larici colorati posti in basso a destra e vogliamo dare rilevanza agli alberi stessi possiamo spostare il cursore (il punto di misurazione) su di loro, tramite un semplice comando della fotocamera.

Monte Rosa foto Cesare Re
Una classica immagine di paesaggio autunnale, con il Monte Rosa e il bosco colorato, con le tonalità di stagione. In questo caso ho esposto per le luci (misurazione media compensata), per avere dettaglio sulla montagna. Ho schiarito leggermente la vegetazione in post produzione, con un semplicissimo “luci e ombre”, in modo da ottenere il colore voluto. E’ un procedimento meno convenzionale di quello suggerito da alcuni manuali che consigliano di esporre per le ombre e poi correggere le alte luci in post produzione. Io, però, per scelta stilistica personale non punto ad avere dettaglio nelle ombre. Amo le ombre scure e chiuse, come nella pellicola diapositiva. Sicuramente, scattando a iso bassi (50 o 100) non incorro in problemi di artefatti digitali. Monte Rosa, Valle Anzasca. Nikon D800; Nikkor 24-70 2,8 AFG; iso 64; f8; 1/60. Filtro polarizzatore, per esaltare le tonalità di colore. Media compensata.

Spot

La misurazione spot prende in esame solo una piccola parte dell’inquadratura, in genere il 3%, o poco più a seconda delle fotocamere. Anche con questo sistema si può spostare il punto di misurazione. E’ estremamente preciso e richiede abilità e dimestichezza nel controllo della luce e nel relativo punto di scelta, altrimenti si rischia di ottenere una foto errata, sovraesposta o sottoesposta.

Val Sorba foto Cesare Re
Faggi in Val Sorba, laterale della Valsesia. Anche in questo caso, ecco una foto di paesaggio, ma con un primo piano di un faggio colorato che richiama nettamente la stagione autunnale. Ci sono luoghi, come la Val Sorba che sono ideali per escursioni autunnali, grazie alla ricchezza di vegetazione. Anche la leggera nebbia sullo sfondo, richiama l’idea della stagione. Nikon D800; Nikkor 24-70 2,8 AFG; iso 100; f8; 1/125

Quale sistema scegliere, quindi?

Come spesso accade, in fotografia, la scelta dipende sempre dalla situazione specifica e in questo caso anche dall’abilità del fotografo. Il multi-zona è sicuramente più semplice da utilizzare e, nella maggior parte dei casi, assolve egregiamente il suo compito. Quando è opportuno, quindi, toglierlo e utilizzare la media compensata o la misurazione spot? Per fotografare la cima di una montagna illuminata con la base in ombra, per esempio, volendo ottenere l’ombra scura e netta è consigliabile non usare il multi-zona che tenderebbe a rendere l’ombra leggibile. Si imposta, quindi, la media compensata (o lo spot) e si misura l’esposizione sul cielo illuminato. Il cielo risulterà esposto correttamente e l’ombra risulterà più scura. Oppure per fotografare un animale circondato dalla neve, per evitare che il bianco inganni l’esposimetro e la foto risulti troppo scura è opportuno misurare l’esposizione solo sul soggetto, escludendo la riflessione intensa della neve. Avremo il soggetto correttamente esposto e lo sfondo innevato leggermente più chiaro. In questo caso abbiamo dato rilevanza al soggetto. Questi sono solo due tipologie di esempi. Ogni fotografo troverà il suo “modo di lavoro”, secondo studio, abitudine e necessità personali.

Luce autunnale e forma

La luce dura e netta dell’autunno, in una giornata soleggiata, rende anche molto evidente la forma e la materia del soggetto. E’ una luce che delinea la forma e “scava”, per esempio, la roccia delle montagne, rendendone i profili netti e ben distinti. Questo effetto, in periodo estivo, si può ottenere solo in giornate molto terse e ventose, o comunque solo in orario vicino a quello dell’alba e del tramonto, con il sole molto basso all’orizzonte. In autunno, invece, il sole è basso di per sé stesso; anzi, a volte, è veramente troppo basso, tanto da non riuscire ad illuminare alcuni versanti.

Monte Cistella credit Cesare Re
Nebbie, brume e foschia, camminando verso il Grande Est di Devero, con il Cistella sullo sfondo e un bel bosco di larice, perfetto e ideale per esaltare il colore di stagione. Lo sfondo è leggermente più luminoso rispetto al primo piano. Il dettaglio sugli alberi, però è molto importante. Ho utilizzato, quindi, la lettura Matrix (multi-zona), in modo da schiarire ulteriormente, già in ripresa, il primo piano. In questi casi, però, si può anche intervenire in post produzione, senza problema alcuno. Nikon D810; Nikkor 24-70 2,8 AFG; iso 100; f11; 1/500.

Luce e ombra

Ci sono versanti, solchi vallivi e paesi di montagna che rimangono sempre in ombra. Sono parecchi nell’arco alpino quelli che non vengono illuminati dalla luce del sole per alcuni mesi all’anno. In alcuni casi si saluta il sole a metà o fine ottobre. E’ poi necessario attendere il suo ritorno, a volte anche a fine Febbraio. Sono fattori importanti che un fotografo di montagna dovrebbe sempre considerare. La fotografia, ovviamente, dipende anche dalla luce. In genere un soggetto viene meglio reso, in immagine, se è ben illuminato.

Introd credit Cesare Re
Un gioco di luci e ombre, nei pressi di Introd, in Valle d’Aosta, tra la Valsavarenche e la Val di Rhemes. In questo caso è importante ragionare sull’esposizione. Ho misurato la luce sugli alberi, in modalità spot, in modo che lo sfondo scuro non ingannasse l’esposimetro. Il Matrix di Nikon (sistema ulti-zona) avrebbe schiarito notevolmente lo sfondo dando leggibilità alle ombre. Nikon D850; Nikkor 70-200 2,8 AFG; iso 100; f8; 1/500.
Valnontey credit Cesare Re
La Valnontey, in Valle di Cogne, nel Parco Nazionale del Gran Paradiso. In particolare: Punte Patri, Sant’Orso, Sant’Andrea, Gran San Pietro. L’ombra scura e nette è una scelta precisa. In questo caso, ho misurato l’esposizione sulle luci, in modalità media compensata. Il Matrix avrebbe reso l’ombra leggibile. Nikon F90x; Nikkor 80-200 2,8 AFD; treppiede; Fujichrome Velvia 50.

Alberi

Soggetto d’elezione per il periodo autunnale sono, ovviamente gli alberi. Ho parlato in maniera specifica di questo argomento anche in questo articolo: Fotografare gli Alberi, nel paesaggio di montagna. Parlando di alberi nella fotografia di paesaggio autunnale, l’elemento di spicco è, sicuramente il colore intensissimo, soprattutto di larici e faggi. Anche a quote più basse, però, ci sono alberi interessanti e colorati. Interessante notare che questa vivacità cromatica si manifesta soprattutto nelle giornate di sole, ma anche col cielo nuvoloso e coperto, dove anche il cielo bianco può essere uno sfondo interessante. Gli orari migliori, come per la fotografia di paesaggio in generale, sono quelli del primo mattino e poco prima che il sole inizi a calare. Interessante è la ricerca di un “punto di stacco”: in un crinale alberato, per esempio, è opportuno cercare un gruppo di alberi, o un singolo soggetto, diverso da tutti gli altri, per posizione, forma o colore, in modo da attirare l’attenzione dell’osservatore.

Val Sorba credit Cesare Re
Una foto semplicissima, ma molto rappresentativa dell’autunno, con composizione classica sulla diagonale. Interessante la contrapposizione tra faggi e sempreverdi. Val Sorba; Nikon D810; Nikkor 24-70 2,8 AFG; iso 100; f11; 1/160.

Laghi

Soggetto interessantissimo anche in autunno, soprattutto se esaltato dalla presenza di larici e faggi che, con il loro riflesso, dipingono l’acqua di tonalità inconsuete. Non sempre è opportuno comporre l’immagine esaltando la simmetria, tra montagna e alberi e cielo e l’acqua. Si può decidere di volta in volta a seconda delle varie situazioni se dare maggiore spazio all’uno o all’altro elemento. Per esaltare il riflesso è importante che il vento sia limitato e il sole non troppo alto. In genere, l’acqua ha una tonalità più scura del cielo. Questa differenza può creare qualche problema di esposizione, al quale si può ovviare con diverse modalità. Ho parlato in modo specifico di questa problematica in Fotografare i laghi

Parco del Mont-Avic foto Cesare Re
Nel Parco del Mont Avic Classico riflesso con le tonalità dei larici che si specchiano nelle acque del Lago Nero. Il Parco del Mont Avic è noto per la presenza del pino uncinato che mantiene, anche in autunno il suol colore verde. A quote più alte, però, nei pressi del rifugio Barbustel, sono parecchi i larici che colorano le montagne in autunno. Nikon D810; Nikkor 24-70 2,8 AFG; iso 100; f11; 1/60.

E il bianco e nero?

Ha senso parlare di fotografia in bianco e nero in quella che è, per eccellenza, la stagione del colore? La fotografia di paesaggio di montagna in monocromia si basa soprattutto sull’insieme di linee, forme e grafismi. Sono questi elementi che vengono esaltati dalla luce netta e dura di questa stagione. E’ una luce che, come detto in precedenza, esalta proprio questi fattori. Trovarsi, quindi, davanti ad un gruppo di turrite cime dolomitiche, con una luce autunnale, bassa e radente, contribuirà ad evidenziare la forma e la materia, quella che in fotografia di chiama texture.

Particolari, foglie, texture, bosco e sottobosco

Sottobosco credit Cesare Re
Un particolare di un bosco di faggio. Un particolare, appunto, Ne parlerò in maniera più specifica nella seconda parte di “Fotografare l’Autunno”.

Oltre al paesaggio d’ampio respiro di cui vi ho parlato in questo testo, l’autunno offre moltissime possibilità fotografiche anche nei particolari e in tutto l’ambiente del sottobosco. Ma di questo ne parlerò nei prossimi giorni nella seconda parte di “Fotografare l’Autunno”.

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