FotoNewsSpeciali

L’importanza del cielo nella fotografia di paesaggio, in montagna

Lo spazio, l’azzurro, le nuvole, l’orizzonte: non sono solo il contorno di un’immagine dedicata a una cima, ma elementi decisivi per la miglior riuscita della foto.

Da un punto di vista generale, è sicuramente la situazione ideale per fotografare il paesaggio, in montagna, ma anche in generale. Cime imponenti, rocciose o innevate, docili o turrite, risaltano particolarmente se sovrastate da un bel cielo azzurro, punteggiato da soffici nubi bianche. Certo che anche un cielo cupo, minaccioso, “cattivo”, pre o post temporale può regalare momenti fotografici molto interessanti. Con tonalità molto diverse e peculiari.

Due immagini del gruppo Sass Maor e Velo della Madonna, nelle Pale di San Martino. La prima ha un cielo significativo, con nubi coreografiche. La seconda, invece, è sgombra da nubi sul cielo. Le nuvole, in realtà, pur non essendo in inquadratura, hanno dipinto l’ombra alla base delle cime che rende comunque la foto efficace. Entrambe con Nikon D850; Nikkor 70-200 4 afg, focale 120; 1/100 sec; f 8; ISO 64; treppiede.
Due immagini del gruppo Sass Maor e Velo della Madonna, nelle Pale di San Martino. La prima ha un cielo significativo, con nubi coreografiche. La seconda, invece, è sgombra da nubi sul cielo. Le nuvole, in realtà, pur non essendo in inquadratura, hanno dipinto l’ombra alla base delle cime che rende comunque la foto efficace. Entrambe con Nikon D850; Nikkor 70-200 4 afg, focale 120; 1/100 sec; f 8; ISO 64; treppiede.
Due immagini del gruppo Sass Maor e Velo della Madonna, nelle Pale di San Martino. La prima ha un cielo significativo, con nubi coreografiche. La seconda, invece, è sgombra da nubi sul cielo. Le nuvole, in realtà, pur non essendo in inquadratura, hanno dipinto l’ombra alla base delle cime che rende comunque la foto efficace. Entrambe con Nikon D850; Nikkor 70-200 4 afg, focale 120; 1/100 sec; f 8; ISO 64; treppiede.
Due immagini del gruppo Sass Maor e Velo della Madonna, nelle Pale di San Martino. La prima ha un cielo significativo, con nubi coreografiche. La seconda, invece, è sgombra da nubi sul cielo. Le nuvole, in realtà, pur non essendo in inquadratura, hanno dipinto l’ombra alla base delle cime che rende comunque la foto efficace. Entrambe con Nikon D850; Nikkor 70-200 4 afg, focale 120; 1/100 sec; f 8; ISO 64; treppiede.

Quanto cielo? E l’orizzonte? 

Oh cielo! Come direbbe il droide “C-3 PO” della saga di Star Wars! O meglio, quanto cielo? Quanto spazio assegnargli nell’inquadratura? Dipende da molti fattori. In generale, si può dire che se il cielo è molto significativo, ricco di nubi caratteristiche, bianche o tinteggiate dalle tonalità di alba, tramonto o colorate da sfumature di luce inconsuete, merita uno spazio rilevante nella composizione dell’immagine.

Al contrario, se il cielo è azzurro e limpido, si tende a far sì che occupi meno spazio, a favore, del resto del paesaggio. Anche in questo caso, però, ricordo che è tutto relativo e che la scelta dello spazio da dedicare a cielo e cime è sempre soggettiva e dipende da quello che si intende comunicare. Pace e tranquillità sono elementi comunicati da un cielo vuoto, libero e statico.

Il Sassolungo, tra le nubi scure di un tramonto cupo, quasi temporalesco. Nikon D850; Nikkor 24-70 2,8 afg, 1/30 sec; f 8; ISO 64; treppiede.
Il Sassolungo, tra le nubi scure di un tramonto cupo, quasi temporalesco. Nikon D850; Nikkor 24-70 2,8 afg, 1/30 sec; f 8; ISO 64; treppiede.

Ricordo, qualche anno fa, una fotografia del Pizzo Badile, utilizzata a scopo pubblicitario da una popolare marca di scarpe da montagna, dove la cima della montagna occupava solo una parte marginale dello scatto verticale, con moltissimo cielo, limpido, azzurro e vuoto. Una foto evocativa che simboleggiava, almeno per me, l’idea della scarpa da montagna che ti aiuta ad ascendere al cielo. Diventa, quindi, importante scegliere dove piazzare l’orizzonte, nella composizione: a metà, esaltando la simmetria e comunicando staticità, verso il basso, se il cielo è molto significativo, oppure verso l’altro, se l’elemento paesaggio – cime è determinante e il cielo meno interessante, magari perché sgombro da nuvole.

Il gruppo Umbrail, tra nubi di fuoco: a volte mi organizzo per scattare immagini ad un soggetto ben preciso. Studio l'orario giusto per essere sul posto, nel momento migliore. Il paesaggio di montagna, però, può essere imprevedibile, non irreggimentabile; la sua estetica è libera da schemi, così come la luce che accarezza le cime, con le nubi che giocano col cielo, rendendo quegli attimi unici e irripetibili, con foto molto diverse da quelle che avevo preventivato. Nikon D800; Nikkor 80-400 afg 4,5 / 5,6; iso 100; misurazione spot sulle nubi illuminate; 5,6 e 1/30 di secondo. Treppiede
Il gruppo Umbrail, tra nubi di fuoco: a volte mi organizzo per scattare immagini ad un soggetto ben preciso. Studio l’orario giusto per essere sul posto, nel momento migliore. Il paesaggio di montagna, però, può essere imprevedibile, non irreggimentabile; la sua estetica è libera da schemi, così come la luce che accarezza le cime, con le nubi che giocano col cielo, rendendo quegli attimi unici e irripetibili, con foto molto diverse da quelle che avevo preventivato. Nikon D800; Nikkor 80-400 afg 4,5 / 5,6; iso 100; misurazione spot sulle nubi illuminate; 5,6 e 1/30 di secondo. Treppiede

E se il cielo è bianco e lattiginoso? Rimedio con il bianco e nero? 

A mio avviso, questo è il caso peggiore per fotografare un paesaggio. Un cielo bianco e senza nubi diventa elemento veramente poco significativo e troppo piatto. Se ci sono alcune nubi, anche soffuse, è possibile evidenziarle, anche in post produzione, aumentando il contrasto oppure utilizzando dei filtri graduati, in ripresa. Rimane, però, una situazione di ripiego, esteticamente poco gradevole.

A volte sono le nubi a suggerire la composizione. Il cielo, sopra la Stevia, è il vero soggetto di questo scatto. Una situazione molto particolare, dopo un temporale estivo molto intenso e fugace. Nikon D810; Nikkor 70-200 4 afg, focale 100; 1/160 sec; f 8; ISO 400.
A volte sono le nubi a suggerire la composizione. Il cielo, sopra la Stevia, è il vero soggetto di questo scatto. Una situazione molto particolare, dopo un temporale estivo molto intenso e fugace. Nikon D810; Nikkor 70-200 4 afg, focale 100; 1/160 sec; f 8; ISO 400.

Qualcuno suggerisce l’utilizzo del bianco e nero, per “salvare” la situazione, trasformando tutto in sfumature e tonalità di grigio. Si tratta, comunque, di un netto ripiego. La scelta di fotografare in bianco e nero, invece, dovrebbe essere ponderata e consapevole, come ho spiegato in questo capitolo: ”Come fotografare in bianco e nero il paesaggio di montagna”, dove ho posto parecchio rilievo sull’interpretazione del cielo e sul suo impatto visivo nell’armonia dell’immagine. 

Cielo libero, sgombro da nubi. Da questa foto, nasce l’idea del mio progetto fotografico “Linee e Forme, Luci e Ombre “, dove cime dolomitiche, o parti di cime dolomitiche emergono dalle ombre verso la luce. Ero al Passo Gardena a fotografare il tramonto. Questo attimo è stato l’inizio di un’idea. Il pinnacolo che si erge dalle ombre si trova al Passo Cir, uno dei luoghi più suggestivi del Parco Puez Odle. A volte il progetto fotografico, una serie di immagini legate le une alle altre da criteri concettuali o estetici o di comunicazione, nasce in maniera ragionata e ponderata. In alti casi, come in questo, è una singola situazione a suggerire un’idea che andrà poi sviluppata e approfondita. La misurazione dell’esposizione è stata effettuata in modalità spot, sulle parti luminose, con sottoesposizione per accentuare già in ripresa l’ombra scura.
Cielo libero, sgombro da nubi. Da questa foto, nasce l’idea del mio progetto fotografico “Linee e Forme, Luci e Ombre “, dove cime dolomitiche, o parti di cime dolomitiche emergono dalle ombre verso la luce. Ero al Passo Gardena a fotografare il tramonto. Questo attimo è stato l’inizio di un’idea. Il pinnacolo che si erge dalle ombre si trova al Passo Cir, uno dei luoghi più suggestivi del Parco Puez Odle. A volte il progetto fotografico, una serie di immagini legate le une alle altre da criteri concettuali o estetici o di comunicazione, nasce in maniera ragionata e ponderata. In alti casi, come in questo, è una singola situazione a suggerire un’idea che andrà poi sviluppata e approfondita. La misurazione dell’esposizione è stata effettuata in modalità spot, sulle parti luminose, con sottoesposizione per accentuare già in ripresa l’ombra scura.
Cima Colbricon, nel gruppo dei Lagorai, in effetto silhouette, con un cielo al tramonto, coloratissimo e suggestivo. Una foto che si può comporre in diversi modi, anche dando predominanza al cielo. In questo caso, però, l’orizzonte è stato poso quasi a metà, per dare risalto sia alle nuvole, sia alle cime scure, in silhouette. Fujifilm XT 3; 1/500 sec; f/8; ISO 200. Misurazione in spot sul cielo. Silhouette accentuata sia in ripresa, con sottoesposizione, sia in post produzione.
Cima Colbricon, nel gruppo dei Lagorai, in effetto silhouette, con un cielo al tramonto, coloratissimo e suggestivo. Una foto che si può comporre in diversi modi, anche dando predominanza al cielo. In questo caso, però, l’orizzonte è stato poso quasi a metà, per dare risalto sia alle nuvole, sia alle cime scure, in silhouette. Fujifilm XT 3; 1/500 sec; f/8; ISO 200. Misurazione in spot sul cielo. Silhouette accentuata sia in ripresa, con sottoesposizione, sia in post produzione.

Il gioco delle nubi 

Le nuvole, come già detto precedentemente, conferiscono molta dinamicità a cime e montagne. Ci sono situazioni particolari in cui non occupano solo il cielo, ma avvolgono in parte gruppi montuosi, torri rocciose o parti di pinnacoli e crinali. In questi frangenti è come se le cime giocassero, celandosi e mostrandosi all’improvviso, cambiando continuamente la loro estetica, magari mostrando solo le parti più alte oppure solo una porzione delle rocce. Le montagne, in queste situazioni, mutano continuamente la loro estetica, trasformandosi in qualcosa di sempre diverso. E’ come se il cielo “scendesse” sulle vette. Un esempio di questi concetti, si può approfondire in questo capitolo: “Le Pale di San Martino: uno spettacolo sempre diverso da fotografare”. 

Il Civetta sommerso dalle nubi. Il profilo della montagna è netto e riconoscibile, ma solo per gli esperti. Il gioco con le nuvole è evidente e molto peculiare. Il cielo è predominante e occupa molto nella composizione. Lo scatto è stato convertito in bianco e nero con silver efex pro. Nikon D810; Nikkor 70-200 4 afg, focale 100; 1/160 sec; f 81/400 sec; f/9; ISO 200. Per esaltare le nuvole è stato usato un filtro polarizzatore.
Il Civetta sommerso dalle nubi. Il profilo della montagna è netto e riconoscibile, ma solo per gli esperti. Il gioco con le nuvole è evidente e molto peculiare. Il cielo è predominante e occupa molto nella composizione. Lo scatto è stato convertito in bianco e nero con silver efex pro. Nikon D810; Nikkor 70-200 4 afg, focale 100; 1/160 sec; f 81/400 sec; f/9; ISO 200. Per esaltare le nuvole è stato usato un filtro polarizzatore.
Il Civetta sommerso dalle nubi. Il profilo della montagna è netto e riconoscibile, ma solo per gli esperti. Il gioco con le nuvole è evidente e molto peculiare. Il cielo è predominante e occupa molto nella composizione. Lo scatto è stato convertito in bianco e nero con silver efex pro. Nikon D810; Nikkor 70-200 4 afg, focale 100; 1/160 sec; f 81/400 sec; f/9; ISO 200. Per esaltare le nuvole è stato usato un filtro polarizzatore.
Il Civetta sommerso dalle nubi. Il profilo della montagna è netto e riconoscibile, ma solo per gli esperti. Il gioco con le nuvole è evidente e molto peculiare. Il cielo è predominante e occupa molto nella composizione. Lo scatto è stato convertito in bianco e nero con silver efex pro. Nikon D810; Nikkor 70-200 4 afg, focale 100; 1/160 sec; f 81/400 sec; f/9; ISO 200. Per esaltare le nuvole è stato usato un filtro polarizzatore.
E se “togliete” le nubi da questa immagine? Nikon D800; Nikkor 70-200 4 afg, 1/500 sec; f/8; ISO 200
E se “togliete” le nubi da questa immagine? Nikon D800; Nikkor 70-200 4 afg, 1/500 sec; f/8; ISO 200
Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close