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Al via l’Ultra Trail del Lago di Como: 250 chilometri di pura bellezza sui sentieri lariani

Una gara dura e dalle caratteristiche particolari: niente bandierine per segnalare il percorso e la possibilità di farsi accompagnare da un pacer. Questo è il futuro delle prove di lunghissima lena

Inizia mercoledì 8 maggio la stagione italiana delle gare di trail running formato XXXL, quelle per intenderci che prevedono distanze superiori ai 160 chilometri (le 100 miglia degli anglosassoni). E come ormai accade per il terzo anno a battezzare l’avvio di queste gare è la UTLAC – Ultra Trail del Lago di Como. In estrema sintesi, si tratta del periplo completo del Lario, da Lecco a Lecco, da compiere in gran parte sui sentieri in quota. La distanza da coprire in un tempo massimo di 90 ore è di 250 chilometri con un dislivello positivo di 12.430 metri.

Una gara per specialisti alla quale prenderanno parte alcuni dei più bei nomi delle lunghissime distanze come la spagnola Silvia Trigueros Garrote e la svizzera Denise Zimmermann, entrambe già capaci di vincere il Tor des Géants.

Solo il gps indica la via da percorrere  

Quella che attende il centinaio di atleti al via non sarà però la “solita” gara. Fin dalla prima edizione, infatti, gli organizzatori Andrea Gaddi e Marta Poretti hanno fatto scelte innovative per le nostre latitudini. Il percorso, per esempio, non sarà segnalato con le consuete bandierine o fettucce colorate. Niente di niente. I concorrenti dovranno affidarsi esclusivamente alla traccia caricata sui loro dispositivi gps. La scelta di proporre una gara “in navigazione” non è stata apprezzata da tutti, come sempre accade per le novità, ma è decisamente il futuro per questo genere di competizioni. Inoltre, per quanto possa sembrare paradossale, la mancanza di segnalazioni fisiche aumenta la sicurezza. Il concorrente deve sempre essere lucido e attento, senza limitarsi a seguire passivamente le indicazioni. Che, non di rado vengono rubate da buontemponi, scellerati collezionisti di gadget sportivi o da persone che non amano questo tipo di eventi e cercano così di boicottarle. Alla UTLAC non ci si può perdere quindi, e la sicurezza del corridore è comunque garantita dai dispositivi fissati obbligatoriamente allo zainetto che ogni 120 secondi inviano un segnale alla centrale operativa indicando la posizione.

Il pacer, una figura inedita per l’Italia

La seconda innovazione importata da UTLAC questa volta del mondo del trail running statunitense è la possibilità per i concorrenti di farsi accompagnare da un pacer. Si tratta di un assistente che corre accanto all’atleta in gara, lo stimola e lo sostiene fornendo un preziosissimo supporto anche psicologico. In una competizione come UTLAC che prevede due o tre notti di gara, il pacer vigila sulla lucidità dell’atleta e lo supporta nella lettura della traccia GPS. Vietatissimo ogni altro tipo di aiuto, lo zainetto può essere portato solo dal concorrente per esempio. A titolo di cronaca, negli anni passati solo la metà dei concorrenti ha optato per la compagnia del pacer (che qui può entrare in scena solo nella seconda parte del percorso).

Anche gare da 30 e 60 chilometri, tutte sold-out da tempo

La settimana di UTLAC prevede anche altre due gare su distanze inferiori, rispettivamente di 60 (da Como a Lecco) e 30 km (da Bellagio a Lecco), che ricalcano il tratto finale della prova maggiore. Le sorelline di UTLAC 250 prevedono modalità tradizionali, ovvero percorso balisato e niente pacer.

Tutte le distanze sono sold-out da tempo, quindi per partecipare occorrerà attendere l’anno prossimo. Ma recarsi sul percorso per incitare i concorrenti e osservarne i comportamenti dopo così tante ore di fatica, è la scusa giusta per un’escursione sui sentieri lariani. Che meritano.

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