Siamo stati al 72esimo Trento Film Festival (https://trentofestival.it/) dove ci siamo immersi – come racconta il sottotitolo del festival – tra montagne e culture: abbiamo esplorato cime, orizzonti e geografie, ma ci siamo anche confrontati con storie di vocazioni e, soprattutto, di grandi sogni.
Tra vari formati, provenienze e durate, ecco allora la lista dei cinque film che abbiamo particolarmente apprezzato.
Nuptse: L’inaccessible absolu
In questo documentario di Hugo Clouzeau troviamo i tre scalatori Hélias Millerioux, Frédéric Degoulet e Benjamin Guigonnet mentre affrontano le sfide, le frustrazioni e i pericoli della loro impresa: tentare di aprire una nuova via sulla parete sud del Nuptse – quasi 8000 metri. Dinamico e avvincente, il documentario alterna le testimonianze dei protagonisti a riprese mozzafiato da capogiro. Una riflessione su quanto il desiderio di conquista a volte offuschi il buonsenso per aprirsi a sconsiderati pericoli.
Trail der Traume
Il sentiero dei sogni, per un giovane atleta tedesco di origini turche, è quello che da Lima prosegue tortuoso, irto e spericolato tra i bellissimi paesaggi del Perù, tra il deserto e le Ande innevate, tra la foresta pluviale e le barriere che l’uomo si auto-impone. Un’ultramaratona al giorno per 87 giorni è l’obiettivo folle che infatti si è dato Savas Coban, che in questo documentario di Dorit Jessner e Steffi Rostoski si racconta come in un videodiario mentre cerca una liberazione fisica e un’emancipazione mentale dai pregiudizi. Tra immagini in GoPro e riprese più studiate, incidenti di percorso e momenti di crollo nervoso, Trail der Träume rivela anche le difficoltà di questo documentario di realizzarsi. L’impresa di un singolo è spesso il risultato di uno sforzo collettivo…
Les Vagabonds du Logan
Tra i documentari d’avventura, è però quello di Mathieu Rivoire quello che in assoluto ci ha colpito di più. Si tratta di un’impresa a dir poco herzogiana dove tra ironia, grande atletismo e non poca follia vediamo quattro francesi esplorare in totale autonomia, armati di sci, attrezzatura da scalata e 80kg a testa da trasportare per centinaia di chilometri, i 5959 metri del Monte Logan, in Canada al confine con l’Alaska – la seconda vetta più alta del Nord America e una delle montagne più impervie del mondo. Nel team di folli avventurieri vi ritroviamo Hélias Millerioux (che avevamo visto in Nuptse: L’inaccessible absolu) insieme ad Alex Marchesseau, Thomas Delfino e Gregory Douillard e il documentario presenta tantissime immagini indimenticabili, compiute con un immenso lavoro di scrittura e montaggio dal regista Mathieu Rivoire, che davanti a così tanto materiale aveva solo l’imbarazzo della scelta su che tipo di documentario potesse realizzare. Il risultato è decisamente strabiliante.
Gondola
Questo film ambientato nelle montagne della Georgia del regista tedesco Veit Helmer è una piccola perla di dolcezza e poesia. Un film di finzione, ma interamente muto, che tra il cinema di Wes Anderson e quello di Jean-Pierre Jeunet incanta con la sua storia d’amore tra due ragazze che lavorano a una piccola funivia retrò. Tra colori pastello, personaggi fiabeschi e trovate fantasiose di messa in scena, Gondola è interamente ambientato “per aria”, tra due cabinovie che incontrandosi ogni mezz’ora scandiscono il tempo di un legame e di un desiderio.
Maurice Baquet, l’accordé
Tra il documentario d’archivio e la più classica intervista frontale, tra testimonianze dirette, riprese ad hoc spericolate, Maurice Baquet – L’accordé di Gilles Chappaz racconta l’incredibile vita di Maurice Baquet, violoncellista, attore, alpinista, sciatore e uomo dai mille talenti attraverso il racconto “in prima persona” del suo fidato violoncello Cérébos. Baquet una volta si definì “violoncellista-sciatore”, unico membro di questa categoria, facendo dire al campione del mondo di sci James Couttet: “Di tutti gli sciatori che conosco, lui è il miglior violoncellista“; gli ha fatto eco André Navarra, professore al Conservatorio Nazionale Superiore, che ha aggiunto: “Di tutti i violoncellisti che conosco, è il miglior sciatore“. Da Parigi a Chamonix, dai palcoscenici teatrali alle lastre di granito fino ai pendii innevati, seguiamo Cérébos e attraversiamo il secolo.