AlpinismoAlta quota

Della Bordella e Gheza in Patagonia per un progetto segreto nell’area del Fitz Roy

Matteo Della Bordella anche questo inverno ha deciso di trascorrerlo in Patagonia. Ad accompagnarlo nella nuova avventura sulle “montagne più belle al mondo” sarà Leonardo Gheza. La Patagonia è il tempio dell’alpinismo, il mio appuntamento più importante dell’anno. Qui trovo stimoli sempre nuovi, e la voglia di mettermi alla prova con sfide impegnative e obiettivi sempre più importanti” sono le parole del Ragno di Lecco.

I due alpinisti si muoveranno nell’area del Fitz Roy, non ha caso: in mente hanno un ben preciso progetto, che però al momento preferiscono non svelare. Una scelta dettata anche da motivi di sicurezza: “Con le temperature alte che si stanno registrando nelle ultime stagioni una montagna come il Fitz Roy offre maggiori margini di sicurezza presentando meno pericoli oggettivi rispetto al Cerro Torre, con il suo fungo di ghiaccio” spiega Matteo. “L’assunzione di una certa percentuale di rischio fa parte dell’alpinismo: non possiamo portare questo valore a zero, e lo sappiamo bene. Quello che possiamo fare è limitare il più possibile la nostra esposizione ai pericoli oggettivi”.

Di sicuro Della Bordella e Gheza potranno far tesoro della grande esperienza di Matteo su queste montagne. Negli ultimi dieci anni ha infatti scalato tre volte il Fitz Roy: nel 2014, con Luca Schiera e Silvan Schüpbach, per la via Californiana; con gli stessi compagni nel 2015, aprendo una nuova variante al Pilastro Goretta; l’ultima volta nel 2016, con David Bacci, realizzando la prima ripetizione della via dei Ragni sulla parete est.

L’anno scorso Matteo della Bordella si era invece recato al Cerro Torre per chiudere un progetto a cui era molto legato perché cominciato con Matteo Bernasconi e Matteo Pasquetto. Entrambi deceduti nel 2020 per incidenti in montagna. “Trovare la motivazione per tornare in Patagonia dopo l’esperienza sul Cerro Torre è difficile. Dopo una salita come quella, con tutti gli eventi che gli hanno orbitato intorno, non è scontato” spiega Matteo. “Per questo ho deciso di cimentarmi in un’esperienza nuova, con un compagno di cordata motivato ed entusiasta: Leonardo Gheza”. Un’amicizia nata proprio in Patagonia grazie a Matteo Pasquetto.

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