Ambiente

Gran Paradiso, fiori al posto della neve. Preoccupa lo stato del Ghiacciaio Ciardoney

L’altezza dell’accumulo invernale di neve ai 2850 metri della stazione meteorologica Ghiacciaio Ciardoney segna uno spaventoso zero. È questo il risultato più eclatante – ma non l’unico, come vedremo – delle attività di misurazione che la Società Meteorologica Italiana ha effettuato il 1 giugno scorso sul bacino glaciale che sorge in alta Val Soana (To), come ci aveva anticipato Daniele Cat Berro nell’intervista della scorsa settimana.

La fusione della neve è in anticipo di 40 giorni

L’iniziativa rientra all’interno di un progetto di studio del Ghiacciaio dei Ciardoney che l’istituto di ricerca diretto da Luca Mercalli effettua continuativamente dal 1992, all’inizio e alla fine di ogni estate, per misurarne lo stato di salute attraverso il confronto anno per anno dei livelli di innevamento invernale e di fusione al termine della stagione calda. Ebbene, al termine di uno degli inverni più caldi e secchi degli ultimi 200 anni e di un mese di maggio con temperature estive, risulta che alla base del ghiacciaio la neve è già completamente fusa nel punto in cui le misurazioni effettuate dal 2013 al 2021 rilevavano uno spessore medio di 198 cm. In pratica, la totale scomparsa della neve presso la stazione di rilevamento, osservata il 24 maggio scorso grazie alla webcam, è in anticipo di oltre 40 giorni visto che avveniva mediamente il 9 luglio.

Gli altri spessori

Come si può leggere in maniera approfondita nel report completo (che potete trovare sul sito www.nimbus.it), le misurazioni dello spessore della neve sono state effettuate dall’equipe della Società Meteorologica Italiana con la collaborazione del personale del Parco Nazionale del Gran Paradiso e il supporto di Iren Energia in 6 siti prestabiliti, posti in zone morfologicamente e altimetricamente diverse.

Nel punto più elevato, situato ai 3120 metri di quota del Colle Ciardoney, sono stati misurati 165 cm di neve, a fronte di 350-400 cm solitamente osservati gli anni precedenti nello stesso periodo. Inoltre, nei siti 2 e 4 si è osservato per la prima volta che le paline di legno, affioranti dal ghiacciaio per oltre 200 cm, spuntavano già dalla neve che, proprio nel sito 4, misura appena 25 cm.

La misura della siccità

Grazie al confronto degli spessori della neve e al calcolo della sua densità nei diversi siti è stato possibile stimare le precipitazioni nevose cadute in zona nel corso dell’inverno 2021-2022, che ammontano a 390 mm equivalenti di acqua, cioè a un quarto della media del periodo 2012-2021.

Un primo bilancio

A causa delle scarsissime precipitazioni invernali e di temperature primaverili particolarmente miti, lo spessore di neve recente che ricopre il Ghiacciaio del Ciardoney è così esiguo che è prevedibile una sua fusione precoce e l’esposizione all’irraggiamento solare di ampie porzioni della superficie glaciale. Se si aggiunge che modelli previsionali elaborati dai principali centri di calcolo preannunciano per l’estate 2022 temperature superiori alla media, è prevedibile un’abbondante perdita di massa per il Ghiacciaio del Ciardoney e per tutti i ghiacciai delle Alpi. Occorrerà tuttavia attendere conferma dalle misurazioni che la SMI tornerà a effettuare alla fine dell’estate.

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