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A piedi o in bici in Germania lungo la Green Belt, l’ex Cortina di ferro diventata un paradiso naturalistico

Vietata agli uomini per oltre 40 anni, la fascia di territorio che divideva la Germania Ovest dalla DDR è diventata uno straordinario scrigno di biodiversità. Che vale la pena scoprire lentamente

Quasi 35 anni fa una barriera fortificata impenetrabile separava quelle che al tempo erano le due Germanie. Il 9 novembre 1989 la caduta del Muro di Berlino cambiò la storia. Ma non solo. Fin da subito, infatti, le associazioni ambientalistiche delle due (ormai ex) Germanie si riunirono per porre le basi di un progetto ambizioso, concretizzato poi a livello internazionale nel 2003, che oggi coinvolge 24 Paesi europei ed extraeuropei dalla Norvegia alla Turchia all’insegna del motto “I confini dividono, la natura unisce”: è la Green Belt, la cintura verde istituita dall’associazione BUND – Friends of The Earth Germany. Addio Cortina di ferro, quindi. 

L’interesse degli ambientalisti non era casuale. Quella fascia di confine per decenni off limits per ogni essere umano, disabitata e tenuta sgombra dalla vegetazione alta, era rimasta allo stato naturale divenendo rifugio di molte specie animali come l’averla cenerina o il pettirosso comune. E ancora, lontre, martin pescatori, cicogne nere, gatti selvatici e specie considerate estinte, come la farfalla blu a coda corta in Turingia.

Il corridoio verde della Germania è lungo 1393 chilometri

Il tratto tedesco della Green Belt misura 1393 chilometri, con una larghezza che va da 50 a 200 metri, e costituisce la rete di biotopi più grande del Paese oltre ad essere uno dei suoi siti museali open air più importanti della Germania.  destinazione ideale per chi ama l’outdoor e l’escursionismo a piedi e in bicicletta.
Il percorso ricalca quasi integralmente la strada di pattugliamento – il cosiddetto Kolonnenweg – realizzata con pesanti lastre di cemento forate e battuta dalle guardie di confine dell’ex Repubblica Democratica Tedesca, che correva parallela all’invalicabile recinzione metallica esterna. Strada facendo si incontrano siti con edifici e tratti di barriere e fortificazioni conservati o restaurati, 4 Centri informazioni e 48 siti museali e commemorativi.

Il Sentiero di Confine dell’Harz

Fra i molti sentieri escursionistici e le ciclabili che seguono l’ex Cortina di ferro ve ne sono alcuni particolarmente ricchi di monumenti, siti commemorativi e bellezze paesaggistiche, come il Sentiero di Confine dell’Harz (Harz Border Trail), lungo 90 km. A ogni chilometro si incontra un luogo che documenta l’esistenza del vecchio confine fra le due Germanie: qui si possono visitare, ad esempio, la torre d’osservazione di Rhoden, il Centro visitatori del Parco Nazionale dell’Harz a Torfhaus con le sue esposizioni multimediali o i musei di Sorge e Bad Sachsa con reperti che illustrano la costruzione e l’evoluzione delle barriere del confine intra-tedesco nel corso degli anni. Salendo sul monte Brocken (1.141 m), poi, si giunge al Brockenhaus Museum di Wernigerode-Schierke, un singolare edificio dalla pianta quadrata sormontato da una cupola: l’ex stazione d’ascolto della Stasi oggi è sede di un museo che svela i “segreti” (non solo militari!) di questa montagna ammantata di leggende fra pagine di storia e bellezze naturalistiche.

War Games, giochi di guerra nel cuore dell’Europa

Nel suo punto più occidentale la Cortina di ferro si spingeva fino a Rasdorf (in Assia), ad appena una trentina di chilometri da Fulda: secondo gli strateghi occidentali questo era un punto nevralgico in caso di invasione da parte delle truppe del Patto di Varsavia, e il Patto Atlantico vi istituì uno dei suoi centri d’osservazione più importanti lungo il confine intra-tedesco. Oggi il Point Alpha Memorial è uno straordinario sito commemorativo che spiega l’importanza strategica dell’Observation Post Alpha con mostre permanenti dagli allestimenti interattivi sulla divisione delle due Germanie e sulla storia della Cortina di ferro e delle sue vittime, sulle procedure militari e sulla vita dei civili nella zona di confine. Vi sono anche due sezioni all’aperto: un percorso pedonale di 400 metri lungo un tratto di barriera in filo spinato con ostacoli in cemento, appositamente restaurato, e l’ex base militare delle truppe americane.

Il Muro di Mödlareuth, il villaggio tagliato a metà

Lungo la Green Belt si incontra anche un paesino tagliato a metà da un piccolo corso d’acqua: è Mödlareuth, con una cinquantina di anime e una manciata di case sparse sulle due rive. Nulla di speciale, se non fosse per il fatto che il Tannbach segna da secoli il confine fra Baviera e Turingia e che con l’avvento della Guerra Fredda divenne quindi linea di confine fra la zona d’occupazione americana e quella sovietica.

Nell’impossibilità di spopolare il centro abitato, che a differenza di altri non si trovava a ridosso bensì proprio a cavallo del confine, nel 1961 il regime della Repubblica Democratica Tedesca decise di dividerlo prima con staccionate e filo spinato, e poi nel 1966 con un muro presidiato, come a Berlino. Il muro di Mödlareuth era lungo 700 metri e controllato da torrette. Oggi al Deutsch-Deutsches Museum si possono visitare due straordinarie collezioni di foto d’epoca e di veicoli utilizzati dalle pattuglie di confine di entrambe le parti, 150 metri del muro, una torre d’osservazione e i cippi di confine originali della Repubblica Democratica Tedesca.

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