AlpinismoAlta quota

Sul Dhaulagiri e il Kangchenjunga si punta alla vetta. Ci prova anche Carlos Soria

Dopo il successo della spedizione di Mingma G. lo scorso 9 aprile, il primo di tutta la stagione alpinistica, al Dhaulagiri non è successo più nulla complice il meteo capriccioso.

Ma la finestra di bel tempo tanto attesa è arrivata e con essa il tentativo di vetta degli alpinisti presenti al campo base, che potrebbe non essere “facile” come quello di aprile dato che le condizioni della montagna sono nel frattempo cambiate a causa delle nevicate dell’ultimo mese. “Questo mese c’è stata neve costante e ora il percorso è molto più impegnativo. Dawa Sherpa, che era salito in vetta nel primo gruppo, ieri non è riuscito a raggiungere il C2 a causa degli accumuli” ha spiegato l’alpinista Danny Gordin al portale ExplorersWeb.

Ciao amici, sembra che il tempo ci dia una tregua e domani 6 maggio partiremo per i campi alti con l’idea di cercare di raggiungere la vetta del Dhaulagiri il 9 maggio, se le previsioni saranno rispettate. Siamo pronti a provarci con tutte le nostre forze perché siamo acclimatati, in forma e molto motivati. Speriamo di avere fortuna” sono le parole di Carlos Soria, che lo scorso 19 aprile, pochi giorni dopo essere arrivato al campo base, aveva lanciato un tentativo di vetta fermandosi a 7500 metri a causa di un peggioramento meteo.

Kangchenjunga

Anche sul Kangchenjunga è in corso un tentativo il vetta. Ad oggi la cima della terza montagna del mondo non è ancora stata toccata in questa stagione.

Alcuni alpinisti, tra cui Wilco van Roijen e Shehroze Kashif, stanno salendo. Si stanno muovendo anche Horia Colibasanu, Peter Hamor e Marius Gane. Al momento il trio, che sale senza ossigeno supplementare e in autonomia, è a campo 3 a 6950 m. “Siamo arrivati 2 ore fa, avevamo una tenda qui. Per via del caldo ci ho impiegato quasi 8 ore invece di 5. È stato super caldo e stancante. Tutto quello che volevo era un’ombra di nuvola. Sentivo su di me almeno 40 gradi. Ma noi stiamo bene. Domani partiamo per campo 4, e la notte dopo, se tutto va bene, tentiamo la vetta” è il messaggio trasmesso da Horia. Non si conosce ancora quali siano i piani precisi dei tre alpinisti, che, se le condizioni lo permetteranno, dopo aver toccato la vetta proseguire sullo Yalung Kang (8.505 m), cima attigua appartenente al medesimo massiccio.

Sulla montagna, a campo 4, c’è anche Marco Confortola. Lunedì era partito per campo 2, poi è salito a C3 e ieri ha raggiunto il quarto campo. L’obiettivo di questa uscita del valtellinese è terminare la fase di acclimatamento. “Ha raccontato di una salita ben organizzata e senza grandi difficoltà tranne che per il freddo che sta mettendo a dura prova i suoi piedi. Marco sa’ che non può e non deve azzardare dopo la sua amputazione” fanno sapere dal suo staff.

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