Pareti

Cervino: Cazzanelli, Ratti e Favre in inverno sulle tracce di Gabarrou

Tre amici sul Cervino, abbracciati alla croce di vetta. Un’immagine che in qualche modo riporta con la mente all’inverno di 57 anni fa, quando un solitario Walter Bonatti chiudeva la sua esperienza con l’alpinismo estremo.

François Cazzanelli, Emrik Favre e Francesco Ratti non hanno aperto una nuova via, ma hanno concluso con successo la prima ripetizione e prima invernale della via ‘Padre Pio Prega Per Noi + Echelle Ver le Ciel’ sulla parete sud del Cervino. Un collegamento di itinerari realizzato per la prima volta da Patrick Gabarrou nel 2016. “Una via superba” commenta Ratti. “Non me l’aspettavo così. Conoscendo la roccia del Cervino, nella parte alta pensavo fosse tutto su sfasciumi, invece Gabarrou è riuscito a individuare dei tiri belli da scalare.

“Una via incredibile, che siamo contenti di aver ripetuto nella stagione fredda” afferma Cazzanelli. L’ennesima dimostrazione della visionarietà del grande Patrick Gabarrou.

Tre giorni, dal 27 febbraio al primo marzo, su difficoltà massime di 7b lungo 41 tiri e uno sviluppo di 1870 metri. Due bivacchi in quota, con temperature attorno ai -20 gradi. “Poco prima del primo bivacco abbiamo vissuto un momento molto complesso” spiega Cazzanelli. “Abbiamo finito di scalare che già era buio e trovare un buon posto per passare la notte senza luce è stato davvero complicato”. Dopo hanno proseguito spediti, nonostante le difficoltà della via e le rigide temperature diurne, mai sopra i -10 gradi. “Abbiamo aspettato tutto l’inverno per trovare l’occasione giusta in cui provare il progetto. Volevo trarre profitto da questo inverno secco e con lunghe finestre di bel tempo. Alla fine è stata la giusta occasione per tornare sulla montagna di casa e completare questa grande idea”. Sì, perché non si tratta del primo tentativo sulla via per i tre. Già lo scorso anno, in marzo, ci avevano provato trovandosi però a rinunciare dopo aver affrontato temperature estreme, condizioni ghiacciate e un bivacco in parete. Quest’anno le cose sono andate diversamente, grazie anche all’esperienza della passata stagione. In cima, con loro, la bandiera Ucraina in segno di solidarietà e vicinanza a un popolo duramente colpito dalla guerra.

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