AlpinismoPareti

Tre vette in 14 ore, l’avventura in solitaria di Benjamin Védrines nel massiccio degli Écrins

Accanto ad avventure in quota vissute in condivisione, come quella messa a segno lo scorso mese col buon “vecchio” compagno di liceo Léo Billon – la prima invernale in giornata della via Gousseaut-Desmaison sulla nord delle Grandes Jorasses – Benjamin Védrines non disdegna cimentarsi in qualche impresa in solitaria, come quella messa a segno il 21 marzo scorso nel massiccio francese degli Écrins. Una avventura sugli sci durante la quale ha realizzato in giornata (in 14 ore per essere precisi) il concatenamento di 3 vette: il monte Pelvoux (3946 m), la Dôme des Écrins (4015 m) e la Meije Orientale (3891 m).

Una giornata paragonata dall’alpinista francese in veste culinaria: “come aperitivo, la traversata del Pelvoux, partendo dal villaggio di Les Claux, ben lontano da queste bellissime montagne. Come portata principale, le Dôme des Écrins passando per le glacier Blanc” e per concludere come “dessert piuttosto speziato, la Meije Orientale, passando per la cresta Sud-Est (con qualche passaggio di arrampicata sul terzo grado) dal vallone degli Étançons raggiunto dal Col de Écrins.”

Il tutto deciso “dall’oggi al domani”, dopo il fallimento di un piano che prevedeva come meta Chamonix. Ma non un’avventura a caso. “Questo progetto – racconta Benjamin – proposto un giorno da Seb Louvet, che ha fatto parecchie traversate sugli sci, mi aveva incantato. Una linea logica, elegante, che attraversa delle porzioni maestose nella parte più alpina del massiccio degli Écrins.”

Una vera corsa, con partenza alle 4.30 del mattino da Les Claux e arrivo alle 2 del pomeriggio a Villard d’Arène. 14 ore fatte di “momenti sospesi come la discesa del glacier des Violettes, senza tracce, nella podwer”, di sorprese come la discesa su neve vergine dal Dôme des Écrins, momenti duri come la cresta affrontata per raggiungere la vetta della Meije. Un bel giro “selvaggio” terminato con la discesa lungo il glacier du Tabuchet, incontrando “veramente poche anime”. Così come dettaglio, aggiungiamo che il tutto sia stato compiuto in condizioni fisiche non proprio ottimali, con un “piccolo virus che mi segue da 10 giorni”. Ma il piccolo intruso non ha potuto intaccare la bellezza di un viaggio attraverso quel massiccio che “resta nel mio cuore il preferito”.

In totale ha affrontato circa 7000 metri di dislivello. I chilometri percorsi molti di più, considerate le vaste zone pianeggianti.

Quanti ricordi!

Le tre vette salite in solitaria da Védrines sono legate a una serie di ricordi della sua carriera alpinistica. Aveva 16 anni quando ha raggiunto per la prima volta il Pelvoux, in compagnia di Pierre Emmanuel Robin, traversando per il couloir Tucket, un itinerario che viene percorso di rado, “e non mi viene in mente la ragione”. Sul Dôme ha avuto il “piacere di guidare tante cordate, tutte meravigliate per questa ascensione circondati da questi grandi seracchi, tanto spaventosi quanto magnifici”. E poi la Meije Orientale, raggiunta passando per la medesima cresta in compagnia dell’alpinista francese Christophe Moulin. “All’epoca ero membro del gruppo Espoir Hautes alpes FFCAM e Christophe era venuto a trascorrere una giornata con noi”.

Moulin ha rappresentato per Benjamin un mentore dopo la lettura del suo libro “Solos”, dedicato al rapporto tra alpinista e montagna. “Quel giorno partimmo dal refuge du Promontoire e io ero la persona più stressata del mondo. Dovevo dimostrargli le mie abilità. Sono partito in testa alla cordata e ho mantenuto un ritmo sostenuto. All’epoca confondevo velocità e fretta e, sulla cresta, ho fatto cadere la mia piccozza. Tof, come lo chiamano,  andato a cercarla. Avevo realizzato l’errore del secolo ai miei occhi, davanti a colui per il quale provavo ammirazione. Ma Tof sorrideva, e ci siamo fermati a bere qualcosa al refuge de l’Aigle, llasciandoci l’aneddoto della piccozza alle spalle”. Alla fine il test era stato superato, “più o meno”.

L’avventura negli Écrins, conclude poeticamente Benjamin, “ha il sapore di ricordi indelebili, di montagne sentimentali”.

Tags

Articoli correlati

Un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close