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Alan Rousseau, Jackson Marvell e Matt Cornell aprono una nuova via sul Mount Dickey in Alaska

Alan Rousseau e Jackson Marvell sono tornati dopo 4 anni alla parete est del Mount Dickey e con Matt Cornell hanno aperto una nuova via: "Aim for the bushes"

Nella vita di ogni alpinista capita di imbattersi in qualche vetta dotata di un particolare potere, quello di affascinare al punto da non averne abbastanza dopo una sola salita. Si torna a casa con la voglia di ritornare, di mettere nuovamente mani e piedi su quella roccia rimasta impressa nella mente e nel cuore, per completare imprese lasciate a metà o realizzarne di nuove. È il caso del Mount Dickey (2909 m), vetta del Routh Gorge, Central Alaska Range, che si innalza circa 20 km a sud-est del Denali, su cui gli alpinisti Alan Rousseau e Jackson Marvell hanno aperto nel 2019 una via, ribattezzata Ruth Gorge Grinder (AI6+ M7, 5,000′). Partiti nella primavera di 4 anni fa con l’intenzione di ripetere la via Blood from the stone, aperta sul versante est nel 2002 da Sean Easton e Ueli Steck, resisi conto di non poter procedere oltre i primi 5 tiri a causa del poco ghiaccio in parete, i due avevano optato per un’alternativa, tracciando Ruth Gorge Grinder. Quest’anno il richiamo dell’affascinante parete est si è fatto sentire nuovamente forte e i due sono tornati in Alaska per mettere a segno una nuova impresa. Accompagnati da Matt Cornell, tra il 31 marzo e il 2 aprile, hanno aperto una nuova via di circa 1600 metri circa: Aim for the bushes (AI6 M6 X, 5,250′)

Aim for the bushes

Come racconta Alan Rousseau sui suoi canali social, il ritorno al Dickey ha regalato tanta avventura nei 3 giorni in salita sulla parete. Molte le incertezze con cui hanno affrontato la nuova via, che “ci ha tenuti impegnati dal primo tiro all’ultimo”. “Almeno una dozzina di volte – confessa – ci siamo ritrovati a guardare in alto senza sapere se avremmo trovato un passaggio”. Ma alla fine tutto è bene quel che finisce bene, e “abbiamo vissuto molti bei momenti (anche se freddi) lungo la via”.

Il nome del nuovo percorso, Aim for the bushes (mirare ai cespugli) – lungo il quale, come ironizza Marvell, “di cespugli non ce ne sono” – , è un riferimento cinematografico, a una scena epica della pellicola “The Other Guys” (I poliziotti di riserva) di Adam McKay. Di seguito la scena “incriminata”, che come spiega Rousseau nel suo report su Alpinist.com, gli è tornata in mente in fase di ricognizione, mentre cercava di superare il tiro di apertura.

La spedizione è iniziata senza un obiettivo preciso, con l’idea di “provare qualunque percorso che presentasse le condizioni migliori”. Il primo giorno in parete hanno affrontato i primi 250 metri della potenziale nuova via e sono rientrati al campo base, “senza lasciare corde fisse” e con tanti punti interrogativi in mente. Due giorni più tardi, il 31 marzo, sono ripartiti con una scorta di cibo e dubbi. La parte di percorso esplorata in precedenza è stata ripercorsa in maniera rapida, poi è arrivato il momento di affrontare le prime difficoltà. Superato in 3 ore un fungo di neve strapiombante, con Jackson a fare da capocordata (una bella avventura al limite del congelamento), si sono ritrovati su terreno più facile.

Hanno quindi affrontato quelli che Rousseau descrive come “i migliori tiri di ghiaccio della via, compreso un emozionante strapiombo AI6 che abbiamo chiamato Matty’s Mushroom”. Arrivati a metà parete hanno bivaccato, sperando di terminare la salita all’indomani, evitando una seconda notte tra freddo e umidità. E con impegno e un po’ di fortuna, il secondo giorno sono riusciti a proseguire abbastanza spediti in salita fino a incrociare la via Snowpatrol. Probabilmente abbiamo condiviso circa 60 metri con la via prima di tagliare a destra su una cresta che ci sembrava più facile”. Giunti ormai dopo il tramonto a circa 200 metri dalla vetta, è stato inevitabile optare per un secondo bivacco. Al mattino, senza neanche accendere i fornelli, hanno smontato la tenda e sono saliti in cima. La discesa al campo base è stata effettuata in 2 ore e 45 minuti lungo la parete ovest.

“Dopo aver aperto Ruth Gorge Grinder con Jackson nel 2019, non sapevo se sarei tornato di nuovo al Dickey – commenta in chiusura del suo report Rousseau Considero la parete est una delle pareti più affascinanti del mondo e il suo fascino era un po’ troppo per starne alla larga. Ancora una volta scalarla si è rivelata un’esperienza incredibile, e sono stato felice di condividerla con Matt e Jackson. Sono sicuro che ci sia ancora tanta avventura da vivere su questa vetta, per chiunque sia pronto e disposto a sperimentarla.”

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