AlpinismoParetiStoria dell'alpinismo

Cent’anni di Spigolo Nord del Pizzo Badile

Un secolo fa, Alfred Zürcher e Walter Risch percorrevano integralmente lo Spigolo Nord del Pizzo Badile. Ecco qualche consiglio per chi, oggi, vuole tentare una delle più belle ed estetiche salite di granito delle Alpi

È trascorso un secolo dalla prima salita completa dello Spigolo monumentale del Pizzo Badile della Bregaglia. Un soffio nella vita del gigante di granito che si impenna, a prima vista inscalabile, sopra la Val Bondasca. Di certo sopravviverà al solletico impresso dai piccoli uomini che, da più di cent’anni, si affannano afferrandosi ai suoi appigli, con gioia e fatica, lungo una delle più belle ed estetiche salite di granito delle Alpi.

Il vuoto, la vertigine, la linea perfetta, costituiscono ancora oggi un irresistibile richiamo per una moltitudine di alpinisti, così come attraggono il genio Christian Klucker, piccola grande guida della Val di Fex, nella prima esplorazione solitaria dell’11 luglio 1892, per la quale lascia la corda e i pesanti scarponi chiodati alla base, spingendosi sino all’incredibile quota di circa 3140 metri!

La sua incursione allo Spigolo, senza corda, anticipa di un ventennio il pensiero manifesto di Paul Preuss dove l’alpinista non deve solo essere all’altezza della sua impresa, ma assai superiore a questa.

Nel 1911 Gaetano Scotti e i fratelli Calegari, respinti nella sezione di parete già raggiunta da Klucker, salgono poi dalla normale e scendono lungo lo Spigolo a ricucire, calandosi, il tratto ancora inesplorato. Una salita certamente incompleta, ma che testimonia gran passione e desiderio d’esplorazione.

Tocca quindi alla cordata Walter Risch e Alfred Zücher, il 4 agosto 1923, proseguire dove Klucker è tornato indietro e percorrere integralmente la salita. Il successivo report d’ascensione del cliente Zücker, infarcito di retorica ed enfatica lotta con la montagna, forse non rende onore a Risch, solida guida, engadinese d’adozione, risolutore di tante salite sulle vette della Bregaglia.

Assai diversa è la relazione sobria e scanzonata dei giovani studenti André Roch e Fortunato Orsa, primi ripetitori della via nel 1926. Il loro racconto, pubblicato sulla rivista del Club Alpino Svizzero del tempo, smitizza lo scoraggiante recit d’ascension di Zücher e descrive l’ascesa come “la salita più bella al Badile con una splendida arrampicata“. Un invito per la grandiosa salita, dove poter godere della bellezza dell’ascesa, un riferimento per ogni alpinista.

Lo Spigolo ai primi chiarori dell'alba
Lo Spigolo ai primi chiarori dell’alba

Note utili per affrontare lo Spigolo Nord

Pizzo Badile 3308 m
Per lo Spigolo Nord: sviluppo 1100 m, difficoltà V, quota attacco 2590 m
Soste attrezzate a fittoni resinati, in via chiodi e spit nei tratti più difficili
Esposizione Nord
Avvicinamento dal rifugio Sasc Furä (CAS sezione Bregaglia) 2 ore
Tempo di salita 5/7 ore, tempo di discesa lungo la normale sino alla base della parete 2 ore, da qui in 1 ora al Rifugio Gianetti (CAI Milano). Dal Rifugio Gianetti è possibile scendere sino a Bagni Masino in 2 ore e da qui rientrare in Svizzera in auto, taxi o, con spirito d’avventura, con mezzi pubblici, oppure ritornare al rifugio Sasc Furä attraverso i passi Porcellizzo e Turbinasca, ore 5.30 (prevedere ulteriore pernottamento al Rifugio Gianetti).

Da diverse stagioni percorro lo Spigolo una, due volte l’anno. Qualche consiglio, per goderselo appieno, parte da un avvicinamento tranquillo, per arrivare al colle d’attacco, ancor pieni di energie, al sorgere del sole che illumina la parte alta della parete.

Per ben affrontare la lunga cavalcata sul granito occorre un buon ritmo, costante e senza strappi, alternando la progressione a tiri di corda e tratti in conserva, con una veloce e accorta gestione delle manovre di corda.

Meglio non appesantirsi di troppo materiale, la via è ben chiodata ove serve, concentrarsi nel seguire le pieghe più facili del granito, immedesimandosi di tanto in tanto nei panni di Klucker, da solo, con i calzettoni strappati, mentre esplora la parete sconosciuta e mai percorsa prima.

La discesa dalla normale dal lato meridionale della montagna è assai consigliata, ridiscendere dalla cresta dentellata è lungo faticoso e difficile.

Assaporate ogni passo della scalata, ascoltate il respiro della parete, osservate le lame incredibilmente lavorate di granito che si afferrano affacciate sopra l’ombrosa Nord Ovest, la placca Risch, i vecchi chiodi, sedimenti di un secolo di storia alpinistica, lo sguardo che si allarga man mano che si prende quota, l’esplosione di luce e di fiori lungo la discesa da Sud, sotto il sole italico.

Tags

Articoli correlati

Un commento

  1. Grazie a Michele Comi per questo ricordo
    Feci lo spigolo Nord 2 volte negli anni 80 e mi fa piacere che abbia mantenuto la sua unicità

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close