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Adam Ondra su “Victimas Perez”, 9a da incubo a Margalef

Video dopo video scopriamo che Adam Ondra, nell’attesa di poter sferrare l’attacco vincente (mai arrivato a causa del meteo avverso) a Perfecto Mundo, si sia divertito a collezionare vie di non poco conto a Margalef. Dopo averlo visto in azione sul potenziale 9cEl Toro Salvaje, scopriamo che si sia concentrato anche su una via che definisce sinteticamente “la mia nemesi”. Un termine che già di suo basta a farci comprendere le difficoltà riscontrate. La via in questione è Victimas Perez, “il 9a che ha probabilmente richiesto lo sforzo maggiore della mia vita”. Un progetto alternativo da realizzare a compensazione del mancato successo su Perfecto Mundo.

“In sintesi ho deciso di provarlo quando il tempo era decisamente poco idoneo per un tentativo su Perfecto Mundo ma non poi così brutto da non arrampicare affatto”, racconta.

Victimas Perez si sviluppa nel settore Raco de la Finestra di Margalef ed è stata salita la prima volta oltre un decennio fa da Ramòn Juliàn Puigblanqué. Si annoverano una manciata di ripetizioni ma per Adam ha rappresentato un vero incubo. Affermazione che deriva dai molteplici tentativi effettuati nel 2014, con svariate cadute sull’ultimo passaggio chiave. Si tratta di una via lunga 25 metri, dura fin dall’inizio, che richiede “tanta resistenza”. 

I primi tiri dovremmo conoscerli anche noi ormai, perché sono in condivisione con Perfecto Mundo. Poi le due vie si separano. Perfecto Mundo devia a destra, Victimas Perez prosegue diritta, con un bel primo passaggio chiave ostile. La complessità maggiore incontrata fin da questo primo tratto da parte di Ondra risiede nella successione di biditi, associati tra l’altro ad appoggi per i piedi decisamente esili. “Ti viene il timore di romperti un dito in caso di scivolamento, soprattutto in condizioni di grande umidità”. Condizioni che sappiamo bene essere state la costante del soggiorno spagnolo.

“Pensavo in 7 anni di aver acquisito più resistenza fisica ed essere in grado di salirla anche in tali condizioni, ma mi sbagliavo”, ammette. Dopo 3 tentativi in un giorno, ormai stremato di fatica, Adam decide di abbandonare il campo, con umore non certo dei migliori.

L’ottimismo ritorna all’indomani, in una giornata meno umida della precedente. Un buon inizio. In breve, con un solo tentativo, raggiunge il passaggio chiave. Ma sugli ultimi tiri arriva troppo spompato. Nel quinto tentativo punta su una salita più efficiente dei primi tiri, così da preservare la giusta energia per quel passaggio finale da incubo, che manco a dirlo presenta un bidito che sembra non volersi far domare. La pelle delle dita ormai chiede una pausa. Non è il caso di insistere.

Il terzo giorno Adam pare estremamente convinto che sia il giorno giusto per raggiungere il suo obiettivo. Si sente in ottima forma e sale rapido lungo la via fino a raggiungere il famigerato ultimo passaggio chiave. Pare davvero essere la volta buona. Stringendo i denti raggiunge la “headwall” terminale. Ormai è fatta.

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