Meridiani Montagne

In Edicola il nuovo numero di Meridiani Montagne “Monti Marsicani e Sirente-Velino”

È in edicola il nuovo numero di Meridiani Montagne con la monografia “Monti Marsicani e Sirente-Velino”.

Due anni esatti dal numero dedicato al Gran Sasso e alla Majella (luglio 2018), Montagne torna a calcare i sentieri dell’Appennino Centrale. E questa volta lo fa puntando la sua lente d’ingrandimento sull’area compresa tra il Parco naturale Sirente-Velino e il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Con questo numero potrete camminare per giorni lungo un percorso che unisce idealmente le due aree protette, tra Ovindoli e Pescasseroli, tra le tondeggianti vette tipiche dell’Appennino e montagne dalle forme alpine. Si seguiranno le tracce del camoscio appenninico – salvato dall’estinzione e oggi in costante ripresa – e quelle dell’orso marsicano e del lupo.

Impossibile non parlare anche di grande alpinismo, tra cui spicca la figura di Daniele Nardi, che tra questi monti veniva ad allenarsi, e delle mete scialpinistiche più interessanti. Senza farsi scappare curiosità come la corsa alla collezione dei Duemila appenninici.

Un numero per scoprire una regione ricca di bellezze naturali, tradizione e storia come solo nel nostro Paese è possibile trovare. Per questo, Editoriale Domus ha lanciato la promozione #VACANZEINITALIA che vi permette di acquistare l’abbonamento per 6 mesi (3 numeri) di Meridiani Montagne e Meridiani a un prezzo speciale.

In edicola, a un prezzo di 6,00 euro oltre a quello della rivista, anche il libro “Alpi d’acqua. Viaggio fotografico tra laghi, cascate e ghiacciai”. Attraverso bellissime immagini, come ci racconta Marco Albino Ferrari, “seguiremo in tre grandi tappe (Metamorfosi di una stilla, Tra piante e animali, Fonte per l’uomo) il viaggio di un’ipotetica particella d’acqua che dal cielo si posa su un lembo di Alpi e percorre l’intero declivio, fino a valle, fino alla pianura, per arrivare al mare“.

L’editoriale del direttore

A presentarci il numero “Monti Marsicani e Sirente-Velino”, il direttore di Meridiani Montagna Marco Casareto:

Seguendo con lo sguardo la dorsale appenninica verso sud, arrivati più o meno all’incrocio tra Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo la si vede frammentarsi in una serie di catene, un arcipelago di gruppi montuosi che formano il cuore roccioso dell’Italia Centrale. A nord e a oriente i più noti Monti Sibillini, della Laga, il massiccio del Gran Sasso e quello della Majella, con vette importanti, mete di escursioni e ascensioni famose e molto frequentate. Più a sud e a occidente, rispetto all’immaginaria linea di mezzeria della Penisola, il Gruppo del Sirente-Velino, i Monti della Duchessa e gli Ernici. Nomi non proprio centrali nella letteratura di montagna, con versanti talvolta brulli, pietrosi, eppure dotati di una bellezza primitiva, plasmati dalla pastorizia transumante e abitati fin da epoche lontanissime. Luoghi che non sono stati risparmiati dall’industria turistica e dello sci, ma dove la natura – tutelata dal 1989 con l’istituzione del Parco naturale regionale Sirente-Velino – fa ancora sentire, potente, la sua voce.

Più conosciuti sono i Monti Marsicani e le cime del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, con il Sottogruppo delle Mainarde. La Marsica è una terra schiva, fatta di montanari e valli selvagge. Qui la tradizione si respira ancora forte. Nei primi anni Venti il pescasserolese Benedetto Croce, filosofo e poi senatore, promosse la prima legge italiana di tutela del paesaggio. Erminio Sipari, suo cugino, fu il primo presidente del Parco nazionale d’Abruzzo (allora si chiamava soltanto così) e capì subito – come racconta Stefano Ardito nel reportage che apre questo numero di Montagne – che in Italia un’area protetta doveva includere i centri abitati e portare lavoro e ricchezza, non essere solo un’area di wilderness come negli Usa. Così promosse la realizzazione di sentieri, fece costruire rifugi, si occupò degli alberghi e dell’accessibilità quando ancora il termine “turismo” era di là da venire. Oggi il più antico parco dell’Appennino Centrale è una magnifica area verde che ospita una cinquantina di orsi e da cui è partita la salvezza di specie-simbolo come il camoscio appenninico e il lupo.

Che sia dunque lungo le alte creste del Velino e del Sirente, o nelle faggete e nelle valli del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, le occasioni non mancano per chi voglia camminare o arrampicare in questa parte d’Italia.

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