Cronaca

Terminillo: promotori del TSM2 e ambientalisti ai ferri corti. Ma i numeri e i soldi non ci sono

La questione del Terminillo è uscita dai confini della provincia di Rieti e del Lazio. Era ora. Patrizia Gentilini, sul Fatto quotidiano, ha illustrato il progetto Terminillo Stazione Montana 2 parlando di “sperpero di denaro pubblico” e di “una devastazione inaudita”. Dante Caserta, vicepresidente del WWF, ha usato parole analoghe sul Manifesto. Perfino Reinhold Messner, nella sua rubrica sulla Gazzetta dello Sport, ha lasciato da parte l’Himalaya per parlare del Lazio. L’alpinista e imprenditore altoatesino ha scritto di “milioni di euro investiti per nuovi impianti, sacrificando ettari di bosco in zone in teoria tutelate”. Tutto ciò nonostante “il calo del turismo legato allo sci alpino, un calo che la pandemia aggraverà”. A sorpresa, ha preso le difese del TSM2 Repubblica, che in passato si schierava su posizioni ben diverse. Clemente Pistilli, sul sito del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, ha riferito del “Manifesto per il sì” al TSM2 parlando di “turismo responsabile”, e della possibile creazione di “900 posti di lavoro”.

 

L’entrata in scena di Messner, che ha dato un contributo alle battaglie per salvare da progetti analoghi il Gran Sasso, i Sibillini e la Laga, ha scatenato le proteste sui social dei fan del TSM2. I paragoni con il Plan de Corones, o con interventi in progetto sulle Alpi non erano del tutto infondati.

Gli impianti del Terminillo

Prima di tornare ai commenti, però, è bene presentare i fatti. Il Terminillo, che culmina a 2217 metri, è sinonimo di sci dagli anni Trenta, quando Benito Mussolini ha promosso la realizzazione degli alberghi di Pian de’ Valli e dei primi impianti di risalita sul versante di Rieti. La stazione ha prosperato nel dopoguerra, ed è poi stata stroncata dalla concorrenza delle stazioni abruzzesi che le autostrade rendono più vicine a Roma, dagli inverni sempre più scarsi di neve, dai pochi investimenti sugli impianti. Oggi sul massiccio, accanto a seggiovie e skilift funzionanti, ce ne sono altrettanti in abbandono.

Da decenni, molti residenti e molti politici di Rieti chiedono investimenti e nuovi impianti. Lo stesso si fa a Leonessa, sul versante nord del Terminillo, dove funziona la piccola stazione di Campo Stella. La soluzione suggerita è di collegare i due versanti scavalcando il massiccio, a un prezzo enorme per l’ambiente.

Il progetto Terminillo Stazione Montana, bocciato due volte dalla Regione e riproposto nel 2019 dalla Provincia di Rieti, propone la solita ricetta. Si prevedono 10 nuovi impianti, 7 nastri trasportatori, 37 chilometri di nuove piste, 7 rifugi, 2 bacini per l’acqua necessaria all’innevamento artificiale. Oltre ai territori di Rieti e Leonessa, sono coinvolti Cantalice e Micigliano.

I favorevoli

Nel manifesto che accompagna il progetto, oltre che dello sci di pista, si parla di rilanciare il turismo estivo, gli alberghi e le altre attività sportive. Sembrano credere in questa ipotesi di sviluppo organizzazioni molto diverse tra loro. 

Le pro-loco di Leonessa, Cantalice e Terminillo indicano il TSM come “ultima speranza per i nostri territori”. I sindacati (CGIL, CISL, UIL e UGL) hanno stimato che l’intervento possa creare 4500 posti di lavoro. Per il Reatino, dove l’economia è in crisi da decenni, sono cifre che possono far sognare. 

I contrari

Si oppone al TSM, nelle sue varie versioni, un cartello di associazioni che include CAI, Italia Nostra, WWF, Salviamo l’Orso, Mountain Wilderness e altri. Una petizione su Change.org ha raccolto due giorni quasi 10.000 firme. 

Per la prima volta, si è schierata contro anche la sezione di Leonessa del CAI. “Mi sarei aspettato di tutto, ma non che Leonessa smettesse di combattere per il suo futuro” ha commentato Paolo Trancassini, ex-sindaco della cittadina, promotore del TSM2 e ora deputato di Fratelli d’Italia.  

L’iter del progetto sembra vicino alla conclusione. Le osservazioni possono essere presentate entro il 6 luglio, poi gli uffici regionali hanno 90 giorni per dare il via libera o bocciare. La Regione Lazio non si è mai espressa politicamente, ma ha delegato la pratica ai tecnici. Il silenzio di Nicola Zingaretti è assordante. 

Le criticità

A leggere con attenzione, si scopre che il TSM2 è un gigante con i piedi di argilla. Non si parla del clima, e invece la stazione meteo Carlo Jucci, dal 1958 ad oggi, ha stimato che sul Terminillo, ogni anno, la stagione sciabile dura in media un giorno di meno. Nell’inverno 2019-’20, la neve non c’è mai stata.

Sono ancora più dubbie le cifre sugli investimenti e il loro ritorno. I promotori del TSM2 parlano di un costo complessivo di 50 milioni di euro, 20 dei quali già garantiti dalla Regione. Per gli altri 30 si attendono dei privati, che finora non si sono visti. Ma se si guarda al costo delle seggiovie, degli impianti di innevamento e del resto, sembra evidente che la spesa totale sarebbe di centinaia di milioni. 

Sembrano basate sui sogni, e non su calcoli concreti, anche le previsioni di un aumento vertiginoso degli sciatori. Negli ultimi inverni al Terminillo hanno sciato tra le 10 e le 20.000 persone. Il TSM2 parla di arrivare a 280.000, prosciugando la clientela di Campo Felice e Ovindoli. Due stazioni meglio collegate a Roma, e dove la posizione nel cuore della Penisola rende l’innevamento più sicuro. 

La previsione di migliaia di nuovi posti di lavoro si basa sull’ipotesi che ogni euro speso per gli impianti ne induca altri 10 spesi in shopping, ristoranti, alberghi e altro, e che una famiglia, in un weekend, possa spendere al Terminillo circa 2.500 euro. Una cifra plausibile a Sankt Moritz, ma opinabile tra Leonessa, Micigliano e Rieti.  

Sarebbe interessante sapere se gli uffici studi di CGIL, CISL e UIL, dove non mancano gli economisti di valore, abbiano dato un’occhiata a queste cifre. E non c’è bisogno di aver studiato alla Bocconi per restare a bocca aperta davanti all’ultima pagina del business plan del TSM2. In un disclaimer, una clausola per evitare responsabilità, gli autori precisano che “il documento è stato redatto esclusivamente sulla base delle informazioni raccolte dalla Provincia di Rieti e dall’arch. Fabio Orlandi”, e che “non si fornisce alcuna garanzia per la veridicità, l’accuratezza e la completezza delle informazioni”. Nei loro documenti, gli ambientalisti spiegano che l’unica previsione concreta è di 17 posti a tempo pieno e di 87 stagionali, al costo di 2,9 milioni di euro per ogni nuovo assunto. Una cifra inaccettabile già prima che il COVID-19 indicasse l’urgenza di investire fondi pubblici nella sanità e nella scuola.  

Un possibile compromesso

L’altro ieri, su Formatrieti.it, Massimo Palozzi ha scritto di “un derby tra tifoserie divise da un profondissimo fossato ideologico”. E si è chiesto se sia possibile un “compromesso circoscritto alle opere non in conflitto con la normativa paesaggistica”, limitato “all’ammodernamento degli impianti esistenti”. Una soluzione che “significherebbe rinunciare alla grandeur”, ma in grado di “garantire lo sblocco di investimenti che vantano la copertura finanziaria regionale”. Un suggerimento che potrebbe piacere a molti, ambientalisti compresi. 

Se invece il TSM2 verrà approvato, e da un cilindro pubblico o privato non usciranno molti altri milioni di euro, si rischia che le ruspe si mettano in moto, che molti ettari di bosco vengano rasi al suolo, che l’interesse del Terminillo per i turisti e gli escursionisti estivi scompaia. Senza che venga creato un solo metro di nuove piste di discesa.   

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7 Commenti

  1. La questione è che nell’italietta del fare tanto per fare (tanto paga Pantalone) nessuno finisce per assumersi alcuna responsabilità di un eventuale fallimento (in queste opere poi sempre più probabile anche sulle Alpi); Chi firma il progetto, sempre nella speranza che non venga approvato, si assuma la responsabilità di un quasi sicuro fallimento e ne paghi le conseguenze in galera
    Si parla del silenzio assordante di Zingaretti: purtroppo il politico medio italico di qualunque provenienza, è tra gli individui più ignoranti in quanto solitamente è una persona che non sa fare alcun mestiere e si arroga il diritto di decidere delle nostre vite e del nostro Paese
    Solo leggere che nell’inverno scorso non ci sia mai stata la neve, fa rabbrividire pensando all’imbecillità di questo progetto e dei loro fautori e si capisce benissimo a cosa puntano

    1. non potrei essere più d’accordo.
      qui in liguria, dove vivo, la Regione ha finanziato (sarebbe forse più corretto dire ha sprecato fondi) la costruzione di 2 seggiovie: 1 ( sono 2 tronchi in realtà) a Santo Stefano d’Aveto (un tempo gloriosa località dell’appennino tra Liguria e Emilia) e un’altra a Monesi di Triora (sulle alpi Liguri in provincia di Imperia).
      Chi ha tempo vada a vedere, per motivi vari (innevamento, frane etc) quanti giorni di sci si sono potuti fare in 10 anni in queste località.
      Probabilmente parlare di “investimento” è del tutto fuori-luogo, parlare di propaganda invece (a prescindere dal colore politico) mi pare più corretto.
      Ma con la propaganda ahimè non si va lontano….

  2. Occorre fare una enorme pressione sulla Regione Lazio affinchè il TSM2 venga bocciato per l’ultima e definitiva volta. E’ un progetto velleitario, dannoso e del tutto utopistico. Basta sprechi di soldi pubblici. Si allo sci da discesa, ma dove ci sono reali prospettive di un futuro sciabile.

  3. Tanto vale costruire piste artificiali di plastica …e fale funzionare anche in estate.
    Alcune localita’ hanno piste asfaltate riservate allo skiroll.

  4. sono d’accordo con albert
    la quasi totalità dei pistaioli non ha alcuna cultura della montagna, per cui, se spostiamo la giostra più vicino alle città, con strutture per lo sci su superfici artificiali, e tutti i vari apre-ski, post ski ecc., possiamo ridurre enormemente i problemi relativi all’inquinamento causati dagli spostamenti, quelli causati dall’innevamento artificiale, sempre più impattante e costoso, e il continuo proliferare di impianti destinati già in partenza al collasso economico
    dando la possibilità di convertire la montagna ad un turismo più lento e di qualità, che sopratutto dopo la lezione del covid-19, potrebbe trovare un notevole apprezzamento
    stessa cosa andrebbe fatta per molti biker ed e-biker, che devastano i sentieri con discese “ignoranti”, che potrebbero essere tranquillamente sostituite da pseudo montagne russe collocate nelle periferie delle città, anche li con appositi apre-bike, post bike ecc.

  5. Quello che seriamente non capisco è come si fà a dire che non nevicherà più …senza aver preso un accordo scritto con il Padreterno…è indubbio che sia in atto una sorta di desertificazione ma parlando con delle persone anziane del luogo tutti ricordano inverni senza neve e abbastanza miti che si sono alternati con abbondanti precipitazioni nevose. Ciò che mi piacerebbe davvero sentire è una vera alternativa credibile a questo progetto per riattivare l’economia dei posto che – al momento – sta morendo…pian piano….

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