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Er Dito e Topo Gigio: due nuove falesie al Resegone

Attrezzate dal Cai di Calolziocorte, offrono 21 linee di salita con grado fino al 7°. Sono state inaugurate nei giorni scorsi in occasione del 60° anniversario della vicina Ferrata del Centenario al Resegone

Si chiamano Er Dito e Topo Gigio e, come spesso capita per falesie e vie di arrampicata, hanno nomi curiosi. Topo Gigio perché si tratta di una parete piccola ma molto carina, un po’ come il noto pupazzo televisivo creato nel 1959 dalla coppia Maria Perego/Federico Caldura e che spopolava tra gli anni ’60 e la prima metà del 1980; Er Dito ha invece una genesi molto più curiosa.

“Mentre scendevamo a valle, dopo un fine settimana di lavoro, in uno spiazzo dal quale si vedono le pareti, l’amica e socia di scalata Daniela le indica puntando il dito. Il momento viene immortalato da una foto: da lì, il nome!”, spiega Giuseppe Rocchi, presidente del CAI di Calolziocorte.

Le due nuove pareti di roccia recentemente attrezzate per l’arrampicata sportiva sono state realizzate dal presidente del CAI di Calolziocorte Giuseppe Rocchi e da un gruppo di soci che, in maniera completamente gratuita e animati da una passione folle per l’arrampicata, prestano le loro abilità di chiodatori facendo opera manutenzione sulle già esistenti vie della Bastionata al Resegone e realizzandone di nuove. Si trovano nei pressi della Capanna Giacomo Ghislandi al Passo del Fò (Lc), meglio conosciuta come Baitello, raggiungibile solo a piedi da Erve, dal posteggio della funivia per i Piani d’Erna, dai Piani d’Erna con facili camminate (massimo 2 ore).

Sono ventuno i nuovi tiri attrezzati

Ventuno tiri in totale: nove sulla falesia Er Dito (della lunghezza di 30 metri, con gradi che vanno dal 6a al 7a) e dodici su Topo Gigio (più bassa e con gradi più semplici rispetto alla prima). Entrambe le palestre di roccia sono facilmente accessibili percorrendo il ‘Sentiero della Staffa’, poco oltre l’attacco della nota ferrata del Centenario al Resegone, a poca distanza dal Baitello al Passo del Fò. È proprio Rocchi, che già qualche anno fa aveva intravisto in queste fasce rocciose un luogo  adatto per l’arrampicata  soprattutto estiva (esposizione a ovest), a raccontarci qualcosa di più.

“L’idea è partita proprio da me. Data l’età (oggi 71 anni) non ho più tutta questa voglia di andare in parete e quindi ho preferito coinvolgere nel progetto un po’ di arrampicatori giovani e intraprendenti che, una volta trasmessa l’arte, hanno superato il maestro”, racconta sorridendo.

Si lavora con passione e in maniera gratuita. Gli unici costi riguardano il materiale (fix, catene, anelli di sosta ecc…): inizialmente ci siamo autofinanziati ma ora, visto che i lavori proseguono, chiederemo al CAI un contributo. L’ultimo acquisto è stato di 300 fix. La roccia è buona e le vie sono state attrezzate a regola d’arte. Diverse persone ci hanno già scalato, anche per confermare i gradi, ma non sono ancora state pubblicate da nessuna parte. Tutte le vie hanno già un nome e un grado di difficoltà, ma le targhette da porre alla base della parete sono in lavorazione. Si spera, meteo permettendo, di completare l’opera entro fine novembre.

Topo Gigio è piccola e carina. Alta una dozzina di metri e con tiri di quinto e sesto grado, è stata pensata come riscaldamento rispetto alle più impegnative vie che gli scalatori possono trovare su Er Dito, che richiede abilità di arrampicata non inferiori al 6a (meglio ancora se si padroneggia il 6b).

Vicino alle nuove falesie, i soci del CAI Calolziocorte hanno anche richiodato due vecchie vie di grado 5b/5c, sostituendo in vecchi chiodi con fix e mettendo le catene ad ogni sosta. “Si tratta del vecchio Spigolo Papini e di una mia vecchia apertura. Di fronte, sulla destra del camino, ne è stata poi aperta una nuova che abbiamo chiamato Il trono del Re (grado 6b). E a breve arriverà una sorpresa (molto dura!) sulla Torre CAI…”

I 60 anni della Ferrata del Centenario al Resegone

Frequentatissima, situata sulla bastionata Ovest del Resegone (un paio di settimane fa i volontari del CAI al Baitello hanno contato almeno una cinquantina di persone che, nella sola giornata di domenica, hanno attaccato la via ferrata!), è qualcosa di cui il CAI Calolziocorte è molto orgoglioso. Realizzata su intuizione dell’alpinista Gentile Butta nel 1963 per celebrare i 100 anni di fondazione del Club Alpino Italiano, affronta un dislivello di circa 150 metri per uno sviluppo di 200. Oggi è considerata una delle ferrate più facili del Lecchese. Semplice, anche perché abbondantemente attrezzata, ma non banale, per questo va affrontata con l’attrezzatura idonea (kit completo da ferrata e caschetto) e molta attenzione. Il tracciato è rimasto l’originale fino al 2005 quando, per uniformarla alle direttive del CAI centrale in tema di sicurezza, è stata riqualificata con il supporto di una guida alpina a gestire e supervisionare i lavori. Alcuni passaggi, soprattutto quelli nei canali e soggetti a caduta massi, sono stati spostati sugli spigoli dei pilastri, assai più sicuri.

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