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Addio Kasha. La più forte sciatrice di telemark al mondo perde la vita tra i monti del Kosovo

Per Catherine “Kasha” Rigby, 54 anni del Vermont, sono stati fatali i traumi subiti dopo essere stata travolta da una piccola valanga. Una vita sempre al massimo tra sci, alpinismo ed esplorazione

Una sciatrice straniera è morta travolta da una valanga a Brezovica”. Questo il primo, scarno, annuncio trasmesso da Euronews Albania, che evidentemente non sapeva chi fosse Catherine “Kasha” Rigby e l’enorme emozione che avrebbe suscitato in tutto il mondo la notizia della sua scomparsa.
Già, perché da oltre 30 anni Kasha era un mito, al punto che già nel 1998 la rivista Outside la nominò “miglior sciatrice di telemark dell’universo”.
Nei giorni scorsi  la Rigby stava sciando sui pendii di Brezovica, l’unica stazione sciistica del Kosovo quando è stata travolta da una piccola valanga: “10 metri per 25, non di più”, l’ha descritta il suo compagno Magnus Wolfe Murray che era con lei e che ha potuto raggiungerla in poche decine di secondi. Fatali sono stati i traumi riportati dall’impatto con alcune piante.

La fama di Kasha si fondava sulle sue capacità tecniche, sulla scelta di prediligere la velocità – “se non vado al massimo non è divertente”, ripeteva –  e soprattutto sulle imprese che univano voglia di esplorazione e capacità alpinistiche, oltre che naturalmente sciistiche.
Nata 54 anni fa nel Vermont, ma ora residente nello Utah, la Rigby nel 2005 scese con gli sci dal Cho Oyu (8201 m) con l’amica e collega Hilaree Nelson e con Willie Benegas. Nel suo curriculum brillano anche la spedizione di sci femminile in Mongolia, in cui la sua squadra è stata la prima a sciare sulle Cinque Cime Sacre a Tavan Bogd (incluso Kuitan, la vetta più alta della Mongolia); la spedizione femminile sull’Hanuman Tibba, nella regione indiana dell’Himachal Pradesh, con la prima discesa con gli sci  di un canale di 2500 metri; la Kamchatka Women’s Ski Expedition, con la prima discesa con gli sci dal Monte Udina e del Monte Zimina; la doppia discesa dai vulcani  Cotopaxi (5897m) e Chimborazo (6310m) in Ecuador, la discesa dal Ruwenzori. E ancora Siberia, Ladakh, Libano, Columbia Britannica, Isola di Baffin, Groenlandia, Bolivia, Islanda. Così, in odine sparso, perché per Kasha ogni montagna, ogni luogo, era quello giusto.
Il suo attuale progetto si chiamava Tour de Piste e prevedeva discese fuoripista nelle stazioni sciistiche di tutto il mondo. Ma il Nido d’Aquila di Brezovica ha detto stop.

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