Cronaca

Valle di Zermatt. A rischio crollo il ghiacciaio Bisgletscher

Situazione delicata ma sotto controllo

Nella valle svizzera di Zermatt, nel Canton Vallese, desta preoccupazione il Bisgletscher, il ghiacciaio pensile del Weisshorn. Nell’ultimo periodo avrebbe infatti mostrato una accelerazione nella formazione di fratture nella massa glaciale.

 

Una situazione che irrimediabilmente riporta alla mente l’allarme dello scorso settembre legato al ghiacciaio del Planpincieux, sul versante italiano del massiccio delle Grandes Jorasses. Come in questo caso la preoccupazione maggiore espressa da cittadini e esercenti era rappresentata da potenziali crolli a danno dell’abitato di Planpincieux, nel Comune di Courmayeur – preoccupazioni che il Sindaco di Courmayeur ha cercato di placare sottolineando l’assenza di rischio per i centri abitati della Val Ferret , per il Bisgletscher è il paese di Randa a temere danni.

Una condizione in ogni caso non nuova. Come sottolineato dal glaciologo Sylvain Coutterand, il villaggio di Randa, posizionato a circa 1.300 metri di quota, è minacciato da secoli “dal ghiacciaio sospeso sulla parete est del Weisshorn (a circa 4.400 metri di quota) e dai seracchi del Bisgletscher”.

Risale al 1636 l’episodio più grave con la discesa di una valanga di ghiaccio che causò 37 vittime. Dal 1980, quando nel mese di febbraio un crollo determinò la caduta di ghiaccio su strada e ferrovia, non si sono più verificati episodi significativi.

Il ghiacciaio presenta un movimento mediamente costante verso valle di circa 5-10 centimetri al giorno. Di recente la velocità sarebbe però aumentata. Le telecamere fisse che monitorano la massa glaciale hanno mostrato ai ricercatori, tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre 2019, l’apertura sempre più frequente e significativa di fratture nel ghiaccio. Il timore è esattamente il medesimo legato alla questione del Planpincieux: il verificarsi di un ingente crollo di ghiaccio, con caduta di una valanga sulla strada, la ferrovia e potenzialmente il paese.

Di recente in cima al Weisshorn è stato valutato un distacco di circa 50 mila metri cubi di ghiaccio. Una situazione che, a detta degli esperti, è delicata ma non di estrema gravità. “Sono dei ghiacciai pensili. È la loro natura – ha spiegato la ricercatrice Evelyn Zenklausen alla Radiotelevisione svizzera – . Stanno molto in alto e raccolgono massa, finché il peso diventa insopportabile e una parte crolla. È un circolo vizioso, che si ripete di continuo”.

Monitoraggio via radar

Essenziale risulta dunque un continuo monitoraggio. Esattamente come per le Grandes Jorasses, anche nel Vallese è stato installato un radar che monitora ghiacciaio, crolli e valanghe, che dunque in real time può consentire in caso di necessità di chiudere la strada e la ferrovia sottostanti. Un sistema che potrebbe dimostrarsi poco utile nel caso in cui una massa ingente di neve e ghiaccio dovesse piombare sul centro abitato. In tale scenario estremo, a seguito del lanciato allarme, non ci sarebbe tempo di organizzare con efficacia una evacuazione.

Pertanto si è optato per l’installazione di un secondo radar ultra moderno, in grado di prevedere in termini probabilistici il verificarsi di crolli ingenti con giorni o settimane di anticipo. Tale strumentazione consente alla popolazione di Randa vivere sonni abbastanza tranquilli.

Come dichiarato infatti dal Sindaco Daniel Roten, “abbiamo degli ottimi professionisti per la gestione delle crisi, che collaborano molto bene. Ci stanno accanto e ci aiutano a informare a dovere la popolazione. Funziona tutto bene, anche in caso di evacuazione. Cosa che tra l’altro abbiamo già fatto. Certe cose qui si imparano molto presto e dunque si impara ad avere rispetto del pericolo”.

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