Alpinismo

Alpinismo ai massimi livelli, le salite 2018 più importanti per i Piolets d’Or

La cerimonia di premiazione dei Piolets d’Or si terrà dal 19 al 22 settembre 2019 a Lądek-Zdrój durante il Ladek Mountain Festival. Fino a ora è stato annunciato solo il vincitore del premio alla carriera, che quest’anno è andato a Krzysztof Wielicki.

Per conoscere quali saranno le salite realizzate nel 2018 meritevoli della vittoria della prestigiosa piccozza d’oro bisognerà ancora attendere, ma qualche indicazione la si può avere leggendo l’elenco delle “ascese significanti” pubblicate dall’organizzazione dei Piolets d’Or. Per essere presa in considerazione la salita deve essere innovativa, realizzata in stile alpino e senza uso di spit.

La lista, composta in totale da 58 salite, è stata realizzata da Lindsay Griffin (American Alpine Journal), Dougald MacDonald (American Alpine Journal) e Rodolphe Popier (Himalayan Database). Ve ne presentiamo una selezione.

Gli italiani

In elenco troviamo Matteo Della Bordella, insieme a Silvan Schupbach, per l’apertura di una nuova via sul Cerro Riso Patron Sur in Patagonia. Nominati anche Alessandro Beber e Matteo Faletti per l’apertura di della via CRAM sulla parete est della Cima Brenta lo scorso dicembre.

Non nell’elenco perché non rispettano i rigidi criteri di selezione, ma citate comunque come “salite notevoli”, altre tre realizzazioni di alpinisti italiani: l’apertura in solitaria da parte dell’altoatesino Simon Gietl di una via sulla Cima Scotoni in DolomitiWater World, la difficile via di Maurizio Giordani e Massimo Faletti sull’inviolato Kiris Peak, in Pakistan; la prima libera in single push della via Non abbiate paura di sognare, direttissima sulla sudovest della Cima Scotoni, da parte di Nicola Tondini e Lorenzo d’Addario.

Non ci sono più

Purtroppo, troppi sono i nomi di alpinisti che hanno realizzato salite importanti nel 2018 e che oggi non ci sono più.

David Lama è nominato per la prima salita, realizzata in solitaria, del Lunag Ri, in Nepal e per l’apertura insieme a Peter Mühlburger di Sagzahn-Verschneidung, una nuova via di misto lungo la parete nord della cima Sagwand, nella valle Valsertal in Austria.

Hansjorg Auer per la solitaria alla parete ovest del Lupghar Sar West (7.181 m) in Pakistan e la prima ascensione dalla parete sud-est del Kinnaur, in India, con Max Berger, Much Mayr e Guido Unterwurzacher.

Jess Roskelley per l’apertura di una nuova via sul Changi II (Hard Tellin ‘not Knowin‘, M6 AI4), in Karakorum, dalla parete sud e lungo la cresta ovest con Nelson Neirinck e Kurt Ross e la salita del Central Couloir di A Peak (M7 AI5) nelle Cabinet Mountains, Stati Uniti, con Scott Coldiron.

In elenco anche la prima salita integrale del pilastro nord del Latok I da parte di Sergey Glazunov, morto durante in tentativo di vetta, e Alexander Gukov.

Troviamo anche Tomek Mackiewicz per la salita con Elisabeth Revol del Nanga Parbat in inverno da una via nuova sulla parete Diamir (la Messner-Eisendle). Come tutti ben conosciamo, Tomek morì durante la discesa.

Nominati anche Marc André Leclerc e Ryan Johnson per la scalata della parete nord della torre principale delle Torri di Mendenhall, nel sud est dell’Alaska. Entrambi persero la vita durante la discesa. Di Leclerc è segnalata anche la prima invernale di Navigator Wall (700m, ED1 M7+ R) sul Mt Slesse, in Canada, con Tom Livingston.

Le donne

Non molte le donne all’interno dell’elenco. Oltre a Elisabeth Revol per la salita del Nanga Parbat in inverno con Tomek Mackiewicz, troviamo Brette Harrington in cordata con Gabe Hayden per l’apertura di nuova via (Shaa Téix’i – 1300m, 5.11a) sulla parete ovest del Devils Paw, in Alaska, e in cordata con Rose Pearson per l’apertura di Life Compass (IV 5.10a M4+ 80°, TD+), via di misto sulla parete ovest del Monte Blane in Canada. Rose Pearson è inserita nell’elenco anche con Sam Waetford per l’apertura di Ministry of Silly Walks (800m, M4 WI4) sulla parete sud del Mt Cook, in Nuova Zelanda.

Ines Papert è nominata con Luca Lindic per la prima traversata invernale della Watzmann (2713 m), montagna nelle Alpi di Berchtesgaden.

Gli 8000

Solo due le salite rilevanti realizzate sugli 8000 nel 2018 a dimostrare che l’alpinismo nell’aria sottile dei giganti della Terra è troppo spesso mancante di fantasia e spirito esplorativo.

Oltre al Nanga Parbat di Elisabeth Revol e Tomek Mackiewicz, troviamo solo il Gasherbrum II di Adam Bielecki e Felix Berg, che sono arrivati in vetta aprendo una variante sulla parete ovest.

 

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Un commento

  1. Ma se
    “Solo due le salite rilevanti realizzate sugli 8000 nel 2018 a dimostrare che l’alpinismo nell’aria sottile dei giganti della Terra è troppo spesso mancante di fantasia e spirito esplorativo.”
    perchè voi ne parlate dieci volte di più dell’alpinismo vero?
    Perchè continuate a fare articoli su articoli su quella camminate pericolose?

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