Latok: corsa contro il tempo per salvare l'alpinista spagnolo
ISLAMABAD, Pakistan — Con il passare delle ore emergono i particolari dell’operazione di salvataggio dell’alpinista spagnolo Oscar Perez, bloccato da ormai 7 giorni a 6200 metri di quota, sul Latok II, montagna pakistana di 7125 metri d’altezza, nel Karakorum centrale.
Da quanto trapelato, Perez, con cui l’ultimo contatto risale a sabato scorso, dovrebbe essere duecento metri sotto campo 3, con una gamba rotta e un braccio immobilizzato, conseguenze di un incidente avvenuto mentre stava cercando di scalare la montagna, aprendo una nuova via in stile alpino, con il suo compagno Alvaro Novellón.
Perez si trova lassù senza una tenda, con un sacco a pelo in cui dormire e un fornelletto per l’acqua e il cibo. L’alpinista è bloccato su una piccola cengia sopra una parete praticamente verticale.
Dopo l’incidente, il suo compagno ha fatto un tentativo di portarlo in salvo ma in quelle condizioni era impossibile scendere. Quindi lo ha lasciato con cibo a sufficienza per qualche giorno ed è sceso a cercare aiuto.
Supponendo che Perez sia ancora vivo, l’operazione di soccorso è doppiamente rischiosa. In primo luogo perché gli alpinisti non potranno contare sull’aiuto degli elicotteri fino a quote basse. In secondo luogo perché per raggiungere l’alpinista in difficoltà i soccorritori dovranno salire attraverso una via mai scalata prima e non attrezzata, il che richiede una notevole esperienza.
Della partita sarà anche il nord americano Fabricio Zangrilli, che ha appena fallito un tentativo sul K2 e che ha offerto pieno supporto all’operazione. Zangrilli è già al campo base e ha cominciato nelle scorse ore la salita con Alvaro Novellón che, a dispetto dei leggeri congelamenti, vuole tentare lo stesso di raggiungere il compagno.
In attesa dell’arrivo della squadra di alpinisti spagnoli, il colonnello dell’esercito Rashid Ullah Baig ha fatto sapere che l’eventuale rimozione dell’alpinista attraverso l’elicottero è particolarmente complicata sia dal punto di vista tecnico, sia da quello burocratico.
Gli elicotteri volerebbero al limite delle loro possibilità. Inoltre non essendoci un luogo favorevole per l’atterraggio, l’operazione dovrebbe essere fatta calando un cavo e cercando di agganciare l’alpinista spagnolo, strappandolo letteralmente dalla parete. Oppure calando un soccorritore, con l’elicottero in hovering a pochi metri dall’enorme muro di roccia.
Inoltre la zona del Karakorum, essendo prossima al Kashmir, è considerata a tutti gli effetti una zona militare. L’impiego degli elicotteri per un’azione simile richiederebbe autorizzazioni ai massimi livelli dello Stato pakistano.
Nella foto, Oscar Perez e Alvaro Novellon in una precedente spedizione (foto courtesy www.explorersweb.com)