Gente di montagna

In ricordo di Ardito Desio nel giorno del suo compleanno


Determinato e discusso, fu a capo della spedizione italiana che conquistò il K2 nel 1954. Diresse anche numerose missioni a carattere scientifico in Asia e in Africa.

Il K2 ha due padri: uno è il professor Ardito Desio, l’altro è Walter Bonatti. Reinhold Messner

Scomparso a 104 anni il 12 dicembre 2001 Ardito Desio ha attraversato un secolo. Esploratore, geologo e accademico italiano, la sua è stata una vita attivissima anche in tarda età. Figura dal carattere autoritario, ha condotto spedizioni scientifiche nel mediterraneo, in Nord Africa e in Karakorum. Nel 1954 è stato lui a guidare la spedizione al K2, che ha visto gli italiani raggiungere per primi la vetta della montagna.

Personalità complessa quella di Desio, un nome che indiscutibilmente ha portato a casa grandi risultati sia in campo scientifico che in quello alpinistico (nel ruolo di capo spedizione).

La vita

Nato il 18 aprile 1897 a Palmanova, in provincia di Udine, Ardito Desio è l’unico maschio della famiglia.

Partecipò attivamente alla prima Guerra Mondiale, prima come volontario ciclista il cui compito fu quello di portare ordini da un comando all’altro; poi come ufficiale di leva nell’8° Reggimento Alpini. Qui conobbe Italo Balbo, futuro quadrumviro della marcia su Roma. Nel frattempo, grazie a un breve periodo di licenza, riuscì a portare a termine gli studi liceali e si iscrisse al corso di laurea in Scienze Naturali a Firenze. Interrotto dal richiamo alle armi Desio si laureerò solo nel 1920, con il massimo dei voti e con lode. Il primo passo di quella che fu una vita dedicata alla scienza.

Subito dopo la laurea iniziò a lavorare come assistente all’istituto di Geologia di Firenze, quindi a Pavia e infine a Milano (nella cui università oggi gli è dedicato il Dipartimento di Scienze della Terra). Negli stessi anni prese parte alle sue prime missioni estere partecipando a studi sulla geologia delle Isole del Dodecaneso (Mar Egeo) dove ebbe occasione di conoscere il Principe Aimone di Savoia Duca d’Aosta.

Nei primi anni Trenta del Novecento divenne professore di geologia all’Università di Milano, quindi direttore dell’Istituto di Geologia (fondato da Desio stesso nel 1929). La sua attività universitaria continuo fino al 1967 quando, alla veneranda età di 70 anni, prese congedo dall’insegnamento. Cinque anni dopo fu nominato professore emerito.

Le spedizioni

Riassumere in poche righe tutte le spedizioni portate a termine da Ardito Desio è veramente complesso. Buona parte della sua vita esplorativa si è divisa tra nord Africa e Karakorum. Viaggi di ricerca, ma anche vere e proprie avventure in cui il professor Desio si è trovato a rischiare più volte la vita.

Le spedizioni erano dirette a luoghi ancora poco conosciuti, ad aree remote del pianeta da conoscere e studiare. Da ogni viaggio rientrava con dati scientifici, nuove scoperte e materiale adatto a corpose pubblicazioni che puntualmente arrivavano e che hanno dato un notevole contributo allo sviluppo della scienza geologica, ma non solo.

Nel 1926 si diresse in Libia ed esplorò i territori della Marmarica e Giarabub; nel 1930 vi ritornò per continuare l’attività di ricerca in Sirtica e Cirenaica, in questa occasione scoprì alcune nuove specie di pesci; nel 1931 con una carovana di cammelli attraversò il deserto libico su incarico della Reale Accademia d’Italia per trarne studi che rappresentarono a tutto tondo questa realtà; l’anno successivo tornò nuovamente in Libia, su commissione del governo libico, per condurre un’esplorazione geologico mineraria della Cirenaica interna e della Tripolitania. Nel 1933 eccolo volare verso l’Iran, con un aereo fornitogli dall’amico Italo Balbo, per realizzare la salita di alcune vette inviolate superiori ai 4000 metri, tra cui il raggiungimento della vetta del monte Damavand (5710 m) per il versante occidentale.

Il 1936 vide Desio nuovamente in Libia dove, per incarico del governo si occupò di creare il Museo Libico di Storia Naturale e di dirigere alcune ricerche geologico minerarie. Una spedizione importante in cui il professor Desio ebbe occasione di fare una scoperta unica che avrebbe potuto cambiare le sorti economiche d’Italia: nel sottosuolo libico erano presenti degli idrocarburi. Un rinvenimento che avrebbe dovuto portare allo sviluppo di un programma di ricerche petrolifere, in collaborazione con AGIP, focalizzate principalmente nella zona della Sirtica. Lo scoppio della seconda Guerra Mondiale impedì purtroppo la prosecuzione delle ricerche. Dopo la guerra furono gli americani a proseguire i lavori individuando i maggiori giacimenti petroliferi della Libia.

Gli anni successivi vennero dedicati a spedizioni dirette all’individuazione di risorse in quelle che furono le colonie italiane: Il ’37 e ’38 li passò in Etiopia dove trovò giacimenti di oro, molibdenite e mica; 1940 fu invece dedicato all’Albania con l’obiettivo di trovare possibili tracce di platino. In seguito l’acuirsi degli scontri portò Desio a rinunciare alle spedizioni estere per dedicarsi a mettere in ordine i dati raccolti negli anni. Il professore riprese poi a viaggiare nel periodo post bellico, dedicando questa seconda parte della sua vita non più all’Africa ma alle grandi montagne di Karakorum e Himalaya.

Il K2

Già nel 1929 Ardito Desio si recò in Asia, raggiungendo le pendici del K2. La spedizione, ideata da un gruppo di soci del CAI Milano, fu utile per migliorare la conoscenza geografica dell’area del ghiacciaio Baltoro e permise di effettuare importanti rilevazioni geologiche. Quando Desio, terminata la guerra e superata la mezza età, tornò a immaginare spedizioni estere il K2 assunse un ruolo particolare. Nel 1952 si recò infatti in Pakistan per richiedere alle autorità un permesso di scalata per l’anno successivo. Per il 1953 il permesso gli venne negato in quanto già accordato a una spedizione americana. Un anno più tardi poi, in conseguenza al fallimento della spedizione, gli venne dato un permesso di scalata per il 1954.

La spedizione, come sempre, prevedeva una parte scientifica (di carattere geografico e geologico) e una parte alpinistica, con l’ambizione di essere i primi a raggiungere gli 8611 metri della montagna. Il successo fu totale e i primi a calcare le nevi di vetta furono Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, con il contributo fondamentale di Walter Bonatti e Amir Mahdi. I due portarono oltre quota ottomila, affrontando poi un bivacco all’addiaccio, le bombole d’ossigeno che furono indispensabili a Compagnoni e Lacedelli per raggiungere la vetta della montagna. La “conquista” del K2, come si diceva all’epoca, fu una storia estremamente complessa a causa di una discrepanza nel racconto degli eventi svoltisi in quota tra il 30 e il 31 luglio 1954. La relazione ufficiale redatta da Ardito Desio e quanto invece raccontato da Walter Bonatti nella sua biografia non coincidevano, anzi. Questo portò alla nascita di un vero e proprio “Caso K2” che occupò i diretti interessati per cinquant’anni, finendo persino in tribunale. Una storia lunga e complessa che per essere raccontata nel dettaglio richiederebbe pagine e pagine.

Ricerca scientifica sulle più alte montagne della Terra

Dopo il K2 l’attività scientifica di Desio, nonostante l’età non più giovanissima, continuò sul campo con spedizioni e viaggi in luoghi remoti. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta proseguì i suoi studi nella zona del Karakorum, inframezzando missioni in Birmania e nelle Filippine.

Le montagne più alte della terra furono quelle che occuparono la parte matura della vita di Desio. Nel 1987 organizzò una spedizione per misurare l’esatta altezza di Everest e K2. Un’idea venutagli dopo aver esaminato gli studi del professor Wallerstein dell’università di Washington, secondo i quali la montagna più alta della Terra sarebbe stata il K2. La missione, chiamata EvK2CNR (da cui poi nascerà l’associazione tutt’ora operante nei territori di Karakorum e Himalaya), confutò i dati di Wellerstein dimostrando come la montagna più alta fosse sempre l’Everest e dimostrò un lento movimento di sollevamento tettonico della zona.

Qualche anno dopo poi, nel 1989, sempre per iniziativa del professor Desio che allora aveva 92 anni, il progetto EvK2CNR continuò con un’idea molto ambiziosa: realizzare un laboratorio di ricerca permanente in alta quota. Il famoso laboratorio Piramide localizzato a 5050 metri a poche ore di cammino dal campo base dell’Everest, un’eccellenza riconosciutaci in tutto il mondo. Un centro con l’obiettivo di consentire ricerche multidisciplinari in alta quota. Fu Desio stesso a tagliare il nastro d’inaugurazione della Piramide, dove tutt’ora proseguono le attività di ricerca.

Sono più di 500 le pubblicazioni e gli articoli scientifici a firma di Ardito Desio.

Curiosità

Ardito Desio è stato il primo italiano a raggiungere il Polo Sud, quando nel 1962 venne invitato dalla National Science Foundation a visitare le principali basi antartiche americane. Nel 1974 il governo degli Stati Uniti gli conferì la “Antartic Service Medal”.

Per il modo autoritario con cui coordinò la salita al K2 del 1954 venne ironicamente soprannominato dagli altri membri della spedizione “Ducetto”.

Onorificenze

  • Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana
  • Cavaliere dell’Ordine di Vittorio Veneto
  • Medaglia d’oro ai benemeriti della scienza e della cultura
  • Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 1918
  • Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia
  • Medaglia commemorativa italiana della vittoria

Libri

  • Le colonie – Rodi e le isole italiane dell’Egeo, UTET, 1928
  • Le vie della sete, Hoepli, 1950
  • La conquista del K2. Seconda cima del mondo, Garzanti, 1954
  • Le ricerche scientifiche della spedizione italiana al Karakorum – K 2 1954, Accademia Naz. dei Lincei, 1955
  • Geologia applicata all’ingegneria, Hoepli, 1973
  • The Work of the Italians in the scientific exploration of the Karakorum (Central Asia), Accademia Naz. dei Lincei, 1977
  • Il Sahara italiano. Il Tibesti nord-orientale, Università La Sapienza, 2006

Fra le gioie più pure che mi danno questi viaggi in paesi lontani anche se gravati da disagi, da ansie, da rischi, da pericoli, sono quelle ore di serena meditazione che mi concedono le solitudini, quelle dell’Africa sahariana, come quelle dei grandi ghiacciai dell’Himalaya. Ed è così che al ritorno nella vita cosiddetta civile provo ogni volta un senso di sgomento, un senso di disagio e vorrei scappare, vorrei correr via subito lontano, lontano, vorrei tornare fra gente semplice, umile e primitiva, ma soprattutto vorrei tornare dove non c’è nessuno, dove ci si trova da soli di fronte a sé stessi e a Dio. Ardito Desio

Articolo scritto originariamente da Gian Luca Gasca e aggiornato dalla redazione di Montagna.tv il 16 aprile 2024.

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3 Commenti

  1. Il sito non è migliorato solo esteticamente, anche i contenuti sono migliori: più informazione di qualità e meno pettegolezzi/polemiche.

  2. Il Signor Ardito Desio è Stato un Grande Scienziato è su questo non ci sono dubbi Ma per la questione K2 è meglio stendere un velo pietoso.

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