Alpinismo

Alex Txikon ha raggiunto il campo III, nei prossimi giorni il tentativo all’Annapurna

Il team dell’alpinista basco, che include il milanese Mattia Conte, ha raggiunto i 6400 metri del campo III. Tra qualche giorno, meteo permettendo, è possibile un tentativo alla cima

Alex Txikon e la sua spedizione si stanno riposando al campo-base, prima di tentare la vetta dell’Annapurna. “Siamo di nuovo al campo-base, Buon Anno! Oggi abbiamo portato molto materiale dal campo II al campo III, abbiamo già tutto il necessario depositato al campo III”, scrive l’alpinista basco nel suo ultimo dispaccio, postato sui social il primo giorno del 2024.

Eravamo troppo carichi e con vento forte in quota, e quindi siamo scesi. In cifre, 1.500 metri di salita con più di 20 kg nello zaino e 2.500 metri di discesa per raggiungere il campo-base per riposarci un po’”, prosegue il messaggio di Txikon. Le condizioni della montagna, del meteo e dei partecipanti hanno imposto una frenata rispetto all’idea, annunciata nei giorni precedenti, di tentare gli 8091 metri della cima già nella seconda rotazione in quota.

Il 30 dicembre, dal campo-base, Alex aveva scritto “la mente e gli zaini sono pronti per la salita di domani. Se il tempo, la montagna e le nostre condizioni fisiche lo permetteranno, proveremo a raggiungere la vetta nei prossimi giorni”.

L’indomani, 31, il suo Media Team ha aggiunto “Alex conferma di essere già al campo I. Questa mattina sono partiti in due gruppi, verso le 9.45 Mattia e Andrés, poi verso le 11 Alex è partito da solo, seguito da vicino da un altro gruppo di Sherpa. Un altro gruppo rimane al campo-base per andare direttamente al campo II domani. Il tempo è dalla nostra parte, e al campo I fa ancora meno freddo dell’ultima volta”.

Nel pomeriggio, sempre dal Media Team, è arrivata la notizia successiva. “Alex e il resto della squadra stanno già riposando al campo II. Dicono che fa molto freddo, ma non tira molto vento. Alex spiega di essere salito dal campo I al campo II in poco più di 2 ore, con un carico di oltre 20 kg. Sono forti e carichi. Domani l’intenzione è continuare a guadagnare quota”. E’ qual che è accaduto, perché gli alpinisti e gli Sherpa hanno installato e rifornito il campo III, per poi tornare al campo base superando 2.500 metri di dislivello.

Alex Txikon, 42 anni, nato a Lemoa nei Paesi Baschi spagnoli, è uno degli alpinisti himalayani più esperti del mondo. Ha calcato la vetta di 11 dei 14 “ottomila” del pianeta, e ha visitato una decina di volte queste gigantesche montagne d’inverno. Nel 2016, con Simone Moro, Ali Sadpara e Tamara Lunger (che si è fermata poco sotto la cima) ha compiuto la prima invernale del Nanga Parbat.

Il 6 gennaio del 2023, al terzo tentativo, Alex ha raggiunto la vetta del Manaslu insieme agli Sherpa Pasang Nurbu, Gelu, Maila, Mantere Lama, Gamje Babu e Chhepal, per poi raccontare che “la montagna era in condizioni peggiori, e il freddo è stato molto più intenso del previsto”. Due giorni prima, salendo verso il campo II, Simone Moro aveva dovuto rinunciare a causa di un problema fisico. Non hanno avuto successo, invece, i tentativi invernali al K2 e all’Everest compiuti da Txikon negli anni precedenti.

Quest’anno, la fatica dell’alpinista basco è iniziata nei primi giorni di dicembre, con la salita al Thorong La, 5416 metri, un valico traversato in primavera e in autunno da migliaia di escursionisti impegnati sul Giro dell’Annapurna, seguita da un tentativo di salire il Chulu Far East, una bella cima di neve e ghiaccio che raggiunge i 6059 metri. Dopo una notte difficile in un campo alto a 5650 metri di quota, le raffiche di vento a 78-80 chilometri all’ora hanno costretto il team a scendere.

Insieme ad Alex, in questa fase, erano l’alpinista milanese Mattia Conte, il fotografo spagnolo Andrés Navamuel, gli Sherpa e altri due italiani, Ilona Mesits e Domenico Perri. “Dicembre è un mese molto bello e piacevole in Nepal, forse è il mese migliore dell’anno, ma il vento ci ha fatto soffrire. La cosa più importante è che abbiamo trascorso molte notti in alta quota” ha commentato Alex Txikon al ritorno, con lo sguardo rivolto all’acclimatazione necessaria sull’Annapurna.

Come sul Manaslu, la parte alpinistica del team (Txikon, Conte, Navamuel e gli Sherpa Chhepal, Ang Gyalu, Pasang Nurbu, Magkpa, Mig Temba, Lakhpa e Pemba) ha raggiunto il campo-base dell’Annapurna il 22 dicembre, in modo da far rientrare l’intera spedizione nell’inverno astronomico.

L’Annapurna che incontreremo nei prossimi giorni sarà diverso da quello già conosciuto, com’è accaduto nei miei tentativi all’Everest e al Manaslu. La montagna è lì, ma non è la stessa. D’inverno il vento e gli accumuli di neve la rendono molto più estetica” ha commentato il basco sul suo sito. “Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane vedremo dove ci porteranno la nostra esperienza (mischiata con un pizzico di fortuna), la nostra voglia e la nostra motivazione”.

Gli alpinisti sono ripartiti dal campo-base il 23, e Txikon aveva uno zaino di 30 chili. In 5 ore, il basco ha raggiunto i 5150 metri del campo I, poi il gruppo ha trascorso due giorni a segnare con bandierine e bambù la via nel tratto-chiave del ghiacciaio. Dopo un cenone a base di riso e lenticchie, il giorno di Natale, il team ha raggiunto e installato il campo II, quota 5600 metri.

La prima rotazione si è conclusa il 26 dicembre, con una lunga discesa al campo-base, disturbata da forti raffiche di vento. La seconda è iniziata il 30 dicembre, e ha portato all’installazione del campo III a 6400 metri di quota. “Ora torniamo al campo-base, è tempo di riposare per poter affrontare la prossima rotazione nei prossimi giorni, se il tempo lo permetterà” spiega Alex Txikon sul suo sito e sui social.

Nei prossimi giorni, la terza puntata degli alpinisti verso l’alto potrebbe concludersi con un tentativo alla vetta. Un anno fa sul Manaslu, il basco ha deciso di puntare rapidamente alla cima, evitando il logoramento dovuto al gelo dell’inverno e all’alta quota. “Tenteremo la cima ai primi di gennaio” aveva detto, a novembre, alla nostra Deborah Bionaz. Vedremo cosa farà il meteo dell’Himalaya. Vedremo cosa dirà l’Annapurna, che quasi 74 anni fa è stato il primo “ottomila” a essere raggiunto dall’uomo.

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