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Le Dolomiti in bici, la nuova frontiera del Dolomiti Supersummer

La nuova offerta turistica estiva che punta a destagionalizzare l'attività dei comprensori sciistici

La parola d’ordine del turismo estivo in montagna è destagionalizzare. Allungare la stagione dai soli mesi di luglio e agosto, ampliando l’offerta dalla tarda primavera all’autunno inoltrato. Questa è una delle priorità anche per Dolomiti Supersummer, versione estiva del più conosciuto Dolomiti Superski, il più esteso comprensorio sciistico al mondo.

A fine giugno abbiamo trascorso qualche giorno pedalando, con bici muscolari o bici elettriche, su e giù per i trail e i percorsi ciclabili dell’Alpe di Siusi, di Carezza, della Val di Fassa, della Val Pusteria e di Plan de Corones, utilizzando talvolta gli impianti di risalita per le salite più impegnative. Ne abbiamo approfittato per capire qualcosa in più delle tendenze turistiche della nuova stagione “estiva”.

La stagione estiva ora dura sei mesi

Chiusa la stagione della neve ad aprile, le località non hanno più molto tempo per entrare in modalità “green”. Fino ad alcuni anni fa la stagione era incentrata sui soli mesi di luglio e agosto, con apertura degli impianti dopo metà giugno e chiusura fra inizio e metà settembre.

Anno dopo anno, a forza di aperture sempre più anticipate in primavera e chiusure posticipate in autunno, nel 2023 si è arrivati in alcuni comprensori (Carezza, Gardena, Fassa, Rio Pusteria, Bressanone e Plan de Corones) a una stagione che sfiora i 6 mesi, con apertura degli impianti a metà maggio e chiusura a inizio novembre. Considerando che la stagione invernale dura circa 5 mesi è un vero e proprio sorpasso. Per le strutture ricettive, e per l’indotto turistico, è un traino importante.

L’esplosione del fenomeno bike degli ultimi anni e la pandemia del Covid-19, che ha portato anche molti fan del mare alla scoperta della montagna e dell’outdoor, hanno aiutato questo processo. Alcuni arrivano a sperare in un futuro “green” per gli impianti in estate che possa avvicinare i numeri invernali. Per il momento, in realtà, la stagione della neve conserva un fatturato maggiore.

Dolomiti Supersummer: 400 km di tracciati

A fronte di 1200 km di piste da sci e quasi 500 impianti di risalita del Superski, il Dolomiti Supersummer conta oggi 400 km di tracciati per escursionisti e biker, e l’apertura di 120 impianti fra le provincie di Trento, Bolzano e Belluno. I tracciati più facili sono spesso condivisi fra biker ed escursionisti, mentre per i bikepark, i tracciati flow di discesa e altri percorsi impegnativi la regola è chiara, biker da una parte e trekker dall’altra.

Anche in Dolomiti le e-bike battono di gran lunga per numero le bici muscolari, anche se non è sempre detto che chi utilizza per la prima volta la bici a pedalata assistita, che in salita rende tutto semplice, sappia destreggiarsi nelle discese su sterrato soprattutto considerando il peso maggiore e la minor destrezza del mezzo.

Quello estivo è un turista più tranquillo

Abbiamo parlato delle tendenze turistiche attuali con Georg Eisath e suo figlio Florian del comprensorio di Carezza. Georg è stato negli anni ‘70 il fondatore con Walter Rieder della TechnoAlpin, azienda di Bolzano oggi leader mondiale nella produzione di cannoni per la neve artificiale. Florian è stato un atleta di sci azzurro con un 14° posto nello Slalom Gigante alle Olimpiadi del 2018 a PyeongChang.

Dopo l’uscita dalla TechnoAlpin nel 2008, Georg ha rilevato la proprietà del comprensorio di Carezza, all’epoca in grande difficoltà. Oggi padre e figlio, con il resto della famiglia (la mamma Monika Auer ex slittinista azzurra, gli altri figli Maddalena e Michael) sono proprietari degli impianti di Carezza e di due alberghi, lo storico Moseralm e il nuovo Sporthotel Carezza.

Dopo aver creato dal nulla la TechnoAlpin, e aver girato il mondo intero per 30 anni per vendere i nostri generatori di neve, nel 2008 ho preso una decisione. In un momento di grande difficoltà per il comprensorio di Carezza, dov’era rimasto un solo impianto aperto”, ci racconta Georg Eisath, “ho deciso di lasciare la mia azienda, cambiare vita e investire in quello che considero uno dei posti più belli delle Dolomiti e del mondo, fra il Catinaccio e il Latemar, acquisendo la proprietà dell’intero comprensorio”.

Non è stato facile anche perché, durante la pandemia, molti frequentatori di Carezza sono andati altrove, e riprenderli non è stato facile. Abbiamo investito in nuovi impianti, ammodernandoli tutti, e abbiamo costruito un nuovo albergo, lo Sporthotel Carezza in soli 3 mesi e mezzo. Quest’anno abbiamo inaugurato la prima funivia cabrio d’Europa. Oltre che nella cabina chiusa, si può viaggiare all’aperto, sul tetto, con vista su Catinaccio e Latemar”.

Mi sembra che il turista estivo”, continua Georg, “se la goda più del turista invernale che è sempre stressato anche in vacanza, e oggi in tre giorni vuol fare quello che prima faceva in una settimana. Se esce qualche pietra sulle piste si lamenta perché ha rischiato di rovinare gli sci e l’anno dopo cambia destinazione. Quello estivo, a piedi o in bici, è un turista più tranquillo, che si gode le giornate più lunghe, e ha il tempo per rilassarsi a fine giornata nelle Spa”.

Pensiamo che oggi, e anche in futuro, gli impianti e l’indotto turistico di località come questa si reggeranno soprattutto con lo sci”, continua il figlio Florian, “ma crediamo che la stagione estiva con gli escursionisti e soprattutto con i biker, in grande ascesa negli ultimi anni, possa integrare l’offerta dalla primavera all’autunno. I biker utilizzano gli impianti di risalita più dei trekker”.

Alcuni puntano a godersi le discese nei bikepark, altri a unire vari itinerari attraverso le Dolomiti, con dislivelli importanti”, prosegue Florian Eisath. “Qui a Carezza siamo stati fra i primi a credere nell’apertura degli impianti dalla primavera all’autunno inoltrato, e ora lavoriamo più di prima”.

La nazionalità della clientela cambia. A luglio e agosto abbiamo soprattutto italiani, in primavera e in autunno più stranieri del Nord e molti tedeschi. La stabilità del meteo autunnale degli ultimi anni ci ha aiutato. In autunno gli utenti sono sbalorditi dalla luce e dai colori delle montagne”.

Inoltre avere una stagione di quasi 300 giorni all’anno, a cui vanno aggiunti i periodi di manutenzione, ci permette di proporre ai nostri dipendenti contratti a tempo indeterminato per tutto l’anno, dando a loro la sicurezza del lavoro e a noi quella di non perdere i più validi, anche a vantaggio dei nostri ospiti”.

Spingere il turismo bike

Elisa Maccagni, presidente del Consorzio Impianti a Fune Val di Fassa/Carezza è d’accordo con Georg e Florian Eisath. “L’alta stagione di Fassa coincide ancora con luglio e agosto, soprattutto per la clientela italiana. Agli escursionisti offriamo oltre 700 km di percorsi. Negli ultimi anni abbiamo allungato l’apertura degli impianti, ma per gli italiani è difficile uscire dalle ferie canoniche. Questo non succede per gli stranieri, tedeschi, olandesi, polacchi, scandinavi e dei Paesi dell’Est”.

Il Consorzio investe per destagionalizzare l’offerta turistica estiva. Gli impianti aperti in estate sono meno che in inverno, i costi di gestione sono più bassi, non servono l’innevamento artificiale e la battitura delle piste”, prosegue Maccagni. “In estate gli impianti sono utilizzati dagli escursionisti solo un paio di volte al giorno, mentre i biker li usano in modo simile a quello degli sciatori d’inverno”.

Per spingere il turismo bike investiamo in eventi come la UCI Enduro World Cup di giugno, con oltre 700 atleti, e sullo sviluppo di bikepark e trail di discesa, tenendo separati i percorsi fra escursionisti e biker”, continua Elisa Maccagni. “Per le strutture ricettive, in gran parte private, è difficile far fronte a periodi come la primavera e l’autunno, con meno presenze a fronte di costi fissi. Per loro è difficile seguirci, ma siamo tutti concordi che la direzione sia questa”.

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