AlpinismoAlta quota

Himalaya: Siegrist, Schild e Schnarf salgono una nuova via sul The Nose indiano

Si allunga l’elenco delle scalate da segnalare in questo autunno in cui molti alpinisti hanno deciso di dirigersi nell’Himalaya indiano.

Tra queste, una bella nuova via su un pilastro che hanno chiamato Kirti-Nose nell’Himalaya Garhwal, regione dello Uttarakhand, da parte degli svizzeri Stephan Siegrist, Jonas Schild e Andy Schnarf. Una linea di 350 metri divisa in 10 tiri con difficoltà fino all’7b, A3. “Dato che questo pilastro ha una certa somiglianza con The Nose di El Captain e si trova sul bordo del ghiacciaio Kirti, abbiamo chiamato il pilastro Kirti-Nose e la via “Between Two Parties”, in onore di una leggendaria festa con i fratelli Thomas e Alex Huber e Tad McCrea” spiega Siegrist.

Come è successo a tutte le squadre che si sono dirette in India e di cui vi abbiamo raccontato, anche i tre svizzeri hanno dovuto rinunciare al progetto alpinistico della partenza e optare per un piano B a causa del maltempo monsonico. Il loro era l’ambizioso progetto di una nuova via sullo Shivling (6543m), piano che avevano anche i fratelli Huber che si sono visti costretti a tornare a casa per le nevicate e i conseguenti rischi per la sicurezza. “All’inizio di settembre siamo tornati nella regione di Garhwa, nel nord dell’India. Quest’anno il monsone è stato insolitamente lungo ed è apparso subito chiaro che l’alpinismo e l’arrampicata non sarebbero andati secondo i piani. Le grandi quantità di neve fresca ci hanno colto di sorpresa e, di fronte al crescente rischio di valanghe, abbiamo dovuto accettare che, dopo quattro settimane di attesa, il nostro obiettivo principale sarebbe purtroppo rimasto non scalato” racconta lo stesso Siegrist.

L’unica finestra di bel tempo che si è proposta era troppo breve per una scalata impegnativa come quella dello Shivling, ma sufficiente per un progetto alternativo. “Mentre attendavamo nel nostro campo base, una bellissima parete ha catturato i nostri occhi. Quattrocento metri di altezza e una sorprendente somiglianza con The Nose su El Capitan”. Impossibile da non tentare. “L’arrampicata consisteva in parte in fessure perfette, in parte in sezioni vuote, che abbiamo gestito in artificiale. Dopo tanti giorni di maltempo, è stato meraviglioso trascorrere questi giorni al sole in verticale” racconta Schild.

Stephan Siegrist, Jonas Schild e Andy Schnarf hanno quindi approcciato la parete sud, facilmente accessibile e grazie all’esposizione e alla quota non elevata (4950m) anche asciutta, il piano B ottimale.

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Un commento

  1. Qualcuno mi spiega come fanno in tanti ad avere così belle foto da lontano ?
    Chi o cosa e come vengono fatte ?
    Non credo vi siano sempre persone appese su delle fisse come per il Capitan.
    Penso a un drone, ma chi lo usa ? C’è altra gente che li accompagna ?
    Grazie

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