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Moreno Pesce sul Triglav, con una gamba sola

Ennesima impresa per Moreno Pesce, atleta paralimpico amputato della gamba sinistra a causa di un incidente stradale, che grazie a una protesi in fibra di titanio e carbonio, ma soprattutto alla sua straordinaria applicazione e forza di volontà, è tornato a frequentare le montagne. Il suo è un grande obiettivo: mostrare al mondo che tutti possono e a quanti, come lui, hanno subito una menomazione, che la vita non è finita e che, anzi, proprio la disabilità può rappresentare la molla per vivere esperienze a cui prima neppure si sarebbe pensato.

Dopo aver affrontato con successo la salita del Monte Bianco, del Monte Rosa, del Gran Sasso e del Gran Paradiso, Pesce ha deciso di cimentarsi sul Triglav (2864 m), il monte più alto delle Alpi Giulie in Slovenia. Una scelta non casuale, fatta infatti per celebrare anche i quarant’anni dell’omonimo Parco Nazionale. “E’ stata dura, una prova molto fisica” ammette il protagonista, che sabato 24 luglio 2021, dopo nove ore di salita ha raggiunto il rifugio Triglavski Dom a quota 2515 metri e l’indomani è arrivato fino alla cima, per poi scendere e tornare alla base: una faticaccia infinita, soprattutto in discesa: 13 ore 40 minuti, “di pazienza e di tensione”.

Ma alla fine la soddisfazione è stata grande. “Da quella domenica il Triglav è anche un po’ mio e di tutti quei bambini che ho visto legati ai genitori che l’hanno salita vicino a me” conclude Moreno che, non ancora smaltita la stanchezza, ha già in mente il prossimo obiettivo. E già perché il tetto della Slovenia è stato anche un allenamento in vista del prossimo “tremila” che ha messo nel mirino: il “Civetta”.

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