Sci alpinismo

Comprensorio Skialp Gran San Bernardo: il futuro del turismo invernale è la diversificazione

Un’altra economia della neve è possibile? Se ne fa un gran parlare, soprattutto in questo strano anno di pandemia. La montagna non è solo sci alpino e qualcuno se ne è accorto già da qualche anno, provando a fare qualcosa che ha tutto il sapore della rivoluzione. È così che nel cuore della Valle d’Aosta nasce il comprensorio Skialp Gran San Bernardo, che vi presentiamo sulle pagine dello Speciale Outdoor Inverno allegato al numero 108 di Meridiani Montagne attualmente in edicola. Un piccolo paradiso per gli scialpinisti nato, qualche anno fa, dall’iniziativa dell’allora amministrazione comunale di Saint-Rhémy-En-Bosses che ha messo in piedi un progetto di cooperazione trasfrontaliera Interreg Italia-Svizzera che vede la valle del Gran San Bernardo cooperare con quella svizzera di Bagnes (Verbier).

L’obiettivo è la realizzazione di un polo scialpinistico dove appassionati, neofiti ed esperti possano trovare il loro spazio di divertimento. Una nuova economia della neve, che guarda alla valorizzazione del territorio naturale puntando sulla creazione di servizi, percorsi e opportunità turistiche. Come ci racconta Corrado Jordan, ex sindaco di Saint-Rhémy-En-Bosses (attuale consigliere regionale della Valle d’Aosta) ideatore e coordinatore del progetto, quello dello scialpinismo è un movimento in continua crescita che accoglie ogni anno nuovi appassionati e che è stato visto dall’amministrazione comunale come “un’opportunità da cogliere. Così abbiamo cercato un contatto con i vicini svizzeri per collaborare alla promozione di un nuovo comprensorio che fosse a misura di scialpinista”. Nel giro di poco tempo vengono censiti e mappati oltre 30 itinerari, discese per i freerider, viene addirittura posizionato un bivacco avveniristico e funzionale, ideata un’app per essere sempre informati sulle condizioni, istituito un servizio navetta e la possibilità di scoprire il mondo della powder grazie all’aiuto di guide alpine e maestri di sci.

Corrado, com’è andata questa prima parte di stagione con gli impianti chiusi?

“Ci troviamo a vivere una stagione totalmente condizionata dal virus. Non si sono aperti gli impianti e di fatto si è potuto sciare poco, sia per le limitazioni dovute al Covid-19, sia perché nella prima parte dell’inverno si era deciso di consentire l’attività solo per maestri di sci e guide alpine. Superata questa limitazione con successive ordinanze vediamo finalmente che la montagna è molto altro e non solo sci da discesa. Non è lo stereotipo da cinepanettone, che magari esiste in qualche località ma in molte altre no.”

Quindi avete assistito a una rivalutazione del mondo outdoor?

“Per fare un esempio lo sci di fondo è stato fortemente rivalutato, tanto che si fa fatica a noleggiare un paio di sci in tutta la Valle d’Aosta. Stessa cosa vale per le ciaspole, che molti fruitori hanno commentato positivamente.
Le persone hanno potuto vivere un inverno diverso e penso che tutto questo ci tornerà utile quando il virus sarà passato. L’auspicio è che possa determinare un cambiamento nel modo di vivere portando dei vantaggi alla montagna, oltre a serbare la speranza che le persone abbandonino il turismo più globalizzato per tornare local. In quest’ottica è fondamentale offrire un panorama molto più variegato per gli sport invernali.”

Il comprensorio Skialp Gran San Bernardo ha visto nuovi scialpinisti?

“Abbiamo notato una traffico notevolmente aumentato. Noi eravamo ovviamente convinti che questo territorio fosse votato alla disciplina e i numeri ci stanno dando ragione. Vedere il piazzale degli impianti pieno di auto, nonostante le strutture fossero chiuse, mi ha dato una grande gioia. Vuol dire che abbiamo fatto bene e che possiamo continuare a investire su questo settore perché i frutti sono maturi.”

In più adesso arriva la primavera, la vera stagione dello scialpinismo…

“Esatto, può darci delle belle soddisfazioni. Abbiamo un buon innevamento e la gente ha voglia di stare all’aria aperta. Ovviamente bisogna avvicinarsi all’attività con cautela e prestando attenzione a osservare le norme di sicurezza, magari affidandosi per le prime uscite a un amico esperto, a un maestro o a una guida.”

Cosa dicono gli operatori del territorio?

“Sono in grossa difficoltà. Per noi l’inverno rappresenta più della metà del fatturato turistico, ed è totalmente perso. Oltretutto si arriva da un’estate che, pur essendo andata bene in termini numerici, è durata poco con le limitazioni autunnali. Nonostante i tanti sacrifici, i risultati non sembrano essere così evidenti e questo potrebbe creare sconforto. I ristori aiutano certamente, ma non vanno a sostituire la dignità di un lavoro. Per questo è importante ora lanciare segnali positivi, per ripartire sia emotivamente che economicamente.”

Due itinerari dallo Speciale Outdoor Inverno

(Lo trovate in allegato al numero 108 di Meridiani Montagne)

SCIALPINISMO

Tête de Crévacol

Località: Saint-Rhémy-en-Bosses

Partenza: Parcheggio di Crévacol [Saint-Rhémy-en-Bosses]

Arrivo: Tête de Crévacol [2605 m]

Dislivello: 942 m

Durata: 2 h 35 min

Difficoltà: MS

Informazioni: www.gulliver.it

Descrizione: dall’ampio parcheggio della stazione sciistica di Crévacol procedere in direzione nord-ovest transitando sotto il viadotto del tunnel del Gran San Bernardo e, seguendo le tracce, iniziando a risalire il pendio sino a gli alpeggi di Merdeux dessous. La salita continua fino a raggiungere la strada rurale che si segue in piano verso destra per alcune centinaia di metri per poi risalire sulla sinistra bei pendii. Proseguire senza percorso obbligato sino a raggiungere l’ampia dorsale che discende dalla sommità da seguire, senza percorso obbligato, sino alla meta. La salita lentamente scopre i panorami circostanti soprattutto sulla costiera del Grand Crêton, estremamente suggestiva quando l’innevamento è copioso. Avvicinandosi alla vetta la pendenza cala e all’orizzonte si può apprezzare la vista sul Grand Golliat, imponente tremila non visibile dal fondovalle. Risalire gli ultimi pendii sino a scorgere la struttura in pietra del bivacco forestale collocato sulla vetta della Tête de Crévacol. La discesa può avvenire sulle tracce di salita senza particolari obblighi di percorso fino al parcheggio oppure raggiungendo le piste di sci e da li rientrando al parcheggio passando per Arp du Jeux.

SCIALPINISMO

Mont Flassin

Località: Saint-Oyen

Partenza: Parcheggio di Flassin [Saint-Oyen]

Arrivo: Anticima Mont Flassin [2757 m]

Dislivello: 1387 m

Durata: 4 h

Difficoltà: MS (utili i ramponi nell’ultima parte)

Informazioni: www.gulliver.it

Descrizione: dal parcheggio del foyer du fond di Flassin procedere in direzione sud-ovest risalendo i prati innevati puntando i casolari di Rond ben visibili al margine del bosco. Alla prima radura ne segue una seconda che porta all’alpe Flassin dessous. Proseguire seguendo la carrabile estiva superando i caseggiati di Flassin du milieu e inoltrandosi nel vallone che si apre nella Comba de Flassin. Si raggiunge un tratto pianeggiante in vista della Tsa de Flassin (2250 m) che si tocca dopo un breve pendio. Proseguire in direzione della depressione tra il Mont Flassin e la Tête Cordellaz risalendo l’ampio pendio sino a raggiungere la cresta spartiacque con il Vallon de Citrin. Svoltare a sinistra e risalire l’ampia dorsale sin dove possibile con gli sci e successivamente a piedi. Dall’anticima si scende a piedi il primo ripido, sino a dove il crestone si allarga e si mettono gli sci. Seguire per un tratto quindi svoltare decisamente verso destra e raggiungere per bei pendii l’alpe della Tsa de Flassin. Dalla baita attraversare l’ampia conca raggiungendo l’altro versante e scendere sino al bosco. Proseguire passando nei pressi di un fabbricato sino a raggiungere una grande radura che si scende sin dove si restringe, a questo punto attraversare il torrente e lungo gli ultimi pendii raggiungere il parcheggio.

Tags

Articoli correlati

3 Commenti

  1. Decenni fa i jeans e l’eskimo erano adottati dai trasgessivi, poi l’industria ha fiutato l’affare e sono diventati oggetti da boutique ad alto valore aggiunto.Avverra’ cosi’ anche per lo sci alpinismo?Con le ciapole ed il telemark, nicchie per chi si voleva differenziare, si e’ verificato questo . decine di modelli di attrezzi, abbigliamento casual diventato preda dei fashion hunter e passato alle fabbriche di capi in serie , decine di guide e fimati..itinerari un tempo noti solo col passaparola, ora sono affollalti ed affollano pure you tube coi fimatini eroici di congreghe di amici.
    Ormai per spiccare dalla massa , consiglio ski alp con vecchi sci, attacchi Silvretta a cavo e Nepal zermatt e scarponi di pelle e cuoio triplice cucitura.Chi li ha li restauri ed esibisca con fare snob nelle zona pubblicizzate per lo scialpinismo a 360 gradi..e cosi tra poco rientreranno in produzione al posto di attacchini , titanio e fibra di carbonio. anche le pelli sintetiche potrebbero essere prodotte con cinghietti e aspetto estetico da vera pelle di foca .Sorattutto scoprire nuovi itinerari e non divulgarli!

  2. Buongiorno. Una figata! Speriamo si accenda la luce anche in altre regioni, una bella idea era nata in zona dolomiti,passo Rolle, ma è morta la! Staremo ad attendere.

  3. Bravi, complimenti. Sembra che nella vostra valle abbiate visto lungo. Esempi da tenere in considerazione e da divulgare per il futuro della montagna

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close