Pareti

“Il giovane guerriero”, l’ultima via di Matteo Pasquetto

Si chiama “Il giovane guerriero” l’ultima via di Matteo Pasquetto, precipitato in discesa, proprio dopo l’apertura di questo tracciato insieme a Matteo Della Bordella e Luca Moroni. Era la sua prima via sul Monte Bianco, la terza dopo le due aperte in Patagonia.

Corre verso l’alto in modo logico lungo la parete est delle Grandes Jorasses. “Siamo stati felici dall’inizio alla cima” è il primo commento di Matteo Della Bordella che già da anni avrebbe voluto aprire una via su questa bella parete. “Dal 2009. Avevo poi fatto un tentativo nel 2013 con Luca Schiera, ma abbiamo desistito a causa del brutto tempo. Sapevo che c’era lo spazio per fare qualcosa di bello”. Quando poi l’anno scorso ha ripetuto “Groucho Marx”, con Matteo Pasquetto e Leonardo Gheza ha capito dove sarebbe stato possibile salire. “Con lui e Luca ci siamo intesi subito in modo perfetto”.

La via

Partiti mercoledì 5 agosto hanno raggiunto la base della parete dopo un avvicinamento complicato. “Aveva nevicato e c’era tantissima neve. Si affondava fino al ginocchio. Ha battuto tutto Matteo”. Il 6 hanno poi iniziato a salire lungo la via. “Una via logica, sfruttando le fessure. Il tiro chiave, che non è il più duro ma un 7a di placca, l’ha aperto Matteo in 3 ore e mezza. Un capolavoro. In giornata, salendo a comando alternato, raggiungono quasi la fine della via, dove bivaccano a tre tiri dalla cima. “L’unica piazzola decente l’hanno lasciata a me, al più vecchio. Loro hanno dormito seduti su una cengia di sassi”. Qualche ora di riposo prima di riprendere a salire con le prime luci del nuovo giorno. Verso mezzogiorno hanno raggiunto la cima completando una linea veramente bella, aperta in uno stile pulito lasciando in parete solo 3 spit messi a mano e 3 chiodi. “Aperta come piace a noi, divertendoci. Come ultima via credo che sia una bella testimonianza di quello che era Matteo”. Matteo Pasquetto aveva talento da vendere e poteva diventare un grande, l’abbiamo già scritto. “Con lui ho percepito per la prima volta il cambio generazionale” ci confida Della Bordella. “Aveva dieci anni in meno di me, per ora ci completavamo. Su alcune cose andava avanti lui, su altre io, ma nei prossimi anni sarebbe potuto andare molto più in là”.

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4 Commenti

  1. Ci siamo scannati con, se ben ricordo, 115 commenti sul crepaccio di Simone Moro.
    E ora qui: silenzio.
    Ma io lo so che non è indifferenza.
    Gli uomini degli dei sanno di non poter parlare.

    1. Non capisco il confronto, mi puoi spiegare.
      Moro mica ha mai scalato nelle Alpi, solo un po’ nelle Prealpi.
      Sulle grandi pareti delle Alpi non è mai andato.

      1. Il confronto non è con Moro ma con l’assurda differente reazione.
        Uno cade in un crepaccio e si salva: 115 commenti.
        Muore un ragazzo in gambissima, sicura promessa e che ha già fatto tanto: il silenzio totale.

        1. Grazie, pensavo volessi dire così, ma per “sicurezza” ho evidenziato “l’alpinismo che non c’è”..

          Penso siano le solite questioni di followers e influencer, non di alpinismo, che è conosciuto e ragionato pochissimo.

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