Cronaca

La solidarietà delle guide, un aiuto per la famiglia di Federico Daricou

“Ho avuto il privilegio, Federico, di mettere in ordine il tuo materiale, la tua corda. E mi piace pensare che tu abbia voluto allungarla, scioglierne i nodi per aiutarci nei prossimi viaggi. Grazie”. A parlare è la guida alpina del Cervino François Cazzanelli. Sono la parole che ha rivolto al collega Federico Daricou nel giorno dell’addio, lo scorso 14 agosto.

Federico se n’è andato insieme al suo cliente Nicolò Morano, i due sono stati travolti da una scarica di sassi mentre erano impegnati sulla normale svizzera al Grand Combin. È stato Daricou stesso a dare l’allarme e a fornire informazioni utili ai soccorritori per localizzarli e portarli in salvo. Per Morano, sbalzato a morte dai sassi, non c’è stato nulla da fare. Federico invece è stato elitrasportato d’emergenza all’ospedale di Sion, dove poi è deceduto a causa della gravità delle ferite riportate.

La notizia della morte di Federico è il temporale violento, la bufera improvvisa, il vento gelido che paralizza” scrive la guida Hervé Barmasse sulla sua pagina Facebook. “Era giovane e allo stesso tempo saggio e responsabile. Ho avuto il privilegio di averlo come allievo ai corsi guide e se c’era qualcosa che lo contraddistingueva era la prudenza, la sua meticolosa preparazione e l’intelligenza di chi sa ascoltare e leggere la montagna”. Ma, lo sappiamo tutti noi appassionati, in montagna esiste sempre quella piccola porzione di imponderabile, quella che ci lascia nudi di fronte al momento esponendoci alla parte più cruda di quell’affascinante, quanto attrattivo, ambiente che è la montagna. “Quando chiudiamo alle nostre spalle la porta del rifugio, nello zaino, non abbiamo solo la nostra attrezzatura ma anche la consapevolezza che non tutto si può controllare. Che la montagna è fatta così. Tremendamente bella e allo stesso tempo, ahimè, pericolosa”, scrive ancora Barmasse.

“Esistono rischi più grandi della montagna che non tutti gli uomini hanno il coraggio di affrontare. A esempio quello di non cercare il senso della nostra esistenza, del nostro cammino; aver paura di vivere di amore e passione che per Federico erano la sua famiglia e il mestiere di Guida Alpina. Un lavoro che non regala sicurezza economica, ma il sorriso e gli occhi che brillano, gli stessi che quando incrociavi Federico per strada, come in cima al Cervino, ti coglievano sempre un po’ impreparato”.

Un aiuto alla famiglia di Federico

Lo scorso 14 agosto il cappello da guida alpina di Federico era posato sulla sua bara, a rendergli l’ultimo saluto erano scese le altre guide del Cervino. Sotto la Gran Becca essere guida significa far parte di una grande famiglia e indossare con orgoglio il cappello dalla lunga penna di fagiano di monte, significa identificarsi nella montagna di casa, “rispettarla e cercare di preservarla meglio che possiamo”.

Per tutte queste ragioni i colleghi di Federico hanno lanciato una raccolta fondi in favore della moglie di Daricou e dei due bambini di 3 e 5 anni. “Nonostante il dolore e la grave perdita, la vita procede e la cosa più importante ora è stringerci attorno alla famiglia del nostro amico” scrive la Società Guide del Cervino sulla sua pagina Facebook. Per farlo hanno istituito “un fondo per contribuire agli studi e sostenere la famiglia di Federico che ha lasciato moglie e due bimbi piccoli di 3 e 5 anni. Chi volesse partecipare può farlo direttamente presso la sede dell’ufficio Guide del Cervino o effettuando un bonifico”, le informazioni per effettuarlo si possono trovare sia sul sito della Società che sulle pagine social della stessa. Per chi questa sera si trovasse a Valtournenche sarà possibile effettuare una donazione anche durante la conferenza di François Cazzanelli.

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