Traversata Alpi: valanghe, nebbia e polemiche complicano l’impresa
Continua la traversata delle Alpi del team internazionale di cui fa parte anche Tamara Lunger. Dopo aver affrontato il Grossglockner e dopo aver visto l’abbandono della spedizione da parte della spagnola Nùria Picas – ritiratasi per il rischio troppo elevato di valanghe durante il percorso – il team continua a fare i conti con una situazione nevosa che li obbliga a scelte non facili.
Il rischio valanghe è infatti altissimo ed ha portato il team ad una scelta drastica: rinunciare a intere parti del percorso effettuato nel 1971 dal team austriaco composto da Robert Kittl, Klaus Hoi, Hansjörg Farbmacher e Hans Mariacher. Fattore che ha però scatenato polemiche e discussioni, visto che l’obiettivo della Red Bull Der Lange Weg 2018 è proprio quello di completare lo stesso percorso del 1971 in un tempo minore.
Proprio la figlia di Klaus Hoi – uno degli alpinisti protagonisti della traversata del 1971 – ha infatti postato sul gruppo Facebook ufficiale della traversata un lungo post in cui spiega le ragioni per cui – viste le deviazioni dal percorso originario – non ha più senso parlare di ripetizione dell’impresa di 47 anni fa.
Secondo Caroline Hoi – che su Facebook appare come Wolf WithoutSocks – pur essendo fuori discussione la prestazione atletica del team, questa competizione con la spedizione del 1971 non è più considerabile tale, in quanto «il tracciato seguito nel giorno di Pasqua sulle strade di Merano è una deviazione irregolare dalla prima via di salita e quindi il confronto delle prestazioni non è più appropriato».
Inoltre, sempre secondo Caroline, guardando indietro il team del 2018 ha già abbreviato in altre occasioni il tracciato originale, «senza che vi fossero necessità dovute al tempo o al terreno». Molti passaggi sono stati evitati, come «l’attraversamento dello Schladminger Tauern e l’Ankogel». Inoltre, sempre nel 1971, «le Alpi della Zillertal sono state attraversate tramite le Schlegeiskees e le Alpi dello Stubai attraverso l’Übeltalferner e Sonklarspitze fino a Vent. Il Weiskugel fu raggiunto sopra l’Hintereisferner a Trafoi e solo in quest’ultimo passaggio il team del 2018 intende riprendere la rotta del 1971».
Riguardo le condizioni meteo in queste tappe di alta montagna, secondo la figlia di Hoi la squadra del 1971 «affrontò molte nevicate fresche e numerosi tratti soggetti ad un alto pericolo valanghe, condizioni che resero difficile la traversata di molti tratti».
Il post si chiude con l’invito a rileggere più attentamente i registri del percorso del 1971 e con la constatazione che i paragoni con altre imprese alpine sono sempre difficili.
Le modifiche al percorso sono confermate dai numerosi post degli amministratori del gruppo Red Bull sulla pagina dedicata all’impresa, e sono motivati da un altissimo rischio valanghe – forse non calcolabile nel 1971, aggiungiamo noi – e dalle condizioni meteo, come la nebbia ed il forte vento che costringe oggi il team a evitare il Piz Palü.
Nonostante questi intoppi e discussioni, il team ha coperto finora una distanza di 833 chilometri in circa 180 ore. Oggi, come dicevamo, grazie ad una tappa di 69 chilometri, il team aveva nel mirino il Piz Palü, a cui però ha dovuto rinunciare.
La progressione del team in tempo reale si può seguire qui.
Vabbè, la solita grande impresa… di marketing! Complimenti a Red Bull che trova sempre il modo di far parlare di sè
Non c’è confronto!!! Percorso variato sovente, attrezzatura iper tecnologica e fisici allenati da team di specialisti. Questa cara Red Bull è un’altra impresa.
Beppe
Aveva ragione Eraclito,
non ci si può immergere due volte nel medesimo fiume.
Giustissime le osservazioni della figlia di Hoi: proprio perchè Red Bull ha impostato l’impresa con il solo obiettivo di realizzarla più velocemente del team del 1971…con tanto di timeline di confronto sul sito.
Potevano lavorare più di fantasia e anzichè sul fattore confronto con il passato trovare un’idea di traversata più originale, in linea con i tempi, con percorso diverso, più lungo e/o che prevedesse un certo numero di discese di ripido e invece no…Qual’è quindi il valore del teatrino che sta andando in scena in queste settimane?
Pur non essendo stato lento e non essendo stato certo una “mezza cartuccia”, ANZI, Berhault aveva dimostrato a suo tempo (giro delle Alpi e tentativo dei 4000) che la creatività,l’esperienza personale e l’Amicizia contavano più degli sponsor e delle “gare” col passato.
Questa rincorsa alla fama è squallida