Cronaca

Incidente sulla ferrata Bocchette Alte: la ragazza era ben attrezzata, solo una tragica fatalità

Ieri la notizia della morte di una donna fiorentina nelle Dolomiti di Brenta per essere improvvisamente precipitata dalla ferrata Bocchette Alte mentre stava attraversando una cengia.

Quando accadono questi incidenti, capire cosa sia successo può essere utile perché dà la possibilità di compiere alcune riflessioni sul tema della sicurezza, che in montagna è sempre importante. A volte l’incidente è frutto di una sottovalutazione dell’ambiente, del meteo, di una scorretta preparazione a livello di attrezzatura e tecnica; spesso però è solo tragica fatalità, come nella cronaca di ieri.

“Scendendo dallo Spallone dei Massodi, verso sud, la ferrata inizia con dei passaggi sulla roccia, poi c’è una cengia non attrezzata, ma abbastanza comoda per camminare, che attraversa prima di andare a riprendere i cavi. Non è una ferrata complicata, è percorribile senza alcun tipo di problema” ci ha spiegato Adriano Alimonta, Presidente del CNSAS Trentino. “La ragazza – continua – ha perso l’equilibrio; purtroppo lì è parete, quindi è caduta circa 30 metri ed ha sbattuto violentemente, le lesioni sono state fatali”.

“Lei e gli altri del gruppo erano perfettamente attrezzati per la ferrata. Non è la prima volta che succede un incidente in quella zona. È stata una fatalità” ci risponde Alimonta, che aggiunge con la lunga esperienza all’interno del Soccorso Alpino: “Ogni tanto succede di scivolare, inciampare o mettere un piede in fallo. Non è il caso della ragazza, ma a volte anche gli zaini pesanti possono sbilanciare”.

 

Foto d’archivio @ CNSAS Trentino 

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8 Commenti

  1. Tragica fatalità????? Se non era la prima volta che succedeva, se la cengia è abbastanza comoda ma non è parete, continuiamo a non fare nulla e ad aspettare che qualcun’altro inciampi, magari per lo zaino pesante e muoia.
    Pensare di metterci un pezzo di catena anche li no, vero???
    Le catene su orizzontale è solo per incapaci …. Vedete voi

    1. Sulle dolomiti capita spesso che cadano sassi. Imbragarle completamente con reti di ferro per impedire che cadano in testa a qualcuno no?

      1. Imbragare le Dolomiti???
        Cristiano,sei sicuro di stare bene?Mi auguro che il tuo commento voleva farci ridere.

    2. La ferrata è un percorso ALPINISTICO e richiede capacità alpinistiche, ovvero piede fermo e sicuro anche in tratti esposti e sprotetti. La ferrata con la sua illusione di “protezione” porta a queste assurdità. Pretendete il “corrimano” che corra lungo tutta la montagna? E se inciampate sul sentiero di avvicinamento? Sulle scale del rifugio? Nel parcheggio scesi dall’auto?

  2. “Pensare di metterci un pezzo di catena anche li no, vero???”
    Esatto , caro Andrea. NON si può pensare di mettere un altro pezzo di catena.
    Cosa facciamo, in nome dell’incolumità e della sicurezza a tutti i costi riempiamo le montagne di cavi e catene ?
    Ogni anno muoiono diverse persone salendo il Cervino, perchè non attrezzare col cavo tutte le vie normali allora?
    Andare in montagna comporta dei rischi, chiunque la frequenta deve accettarli e affrontarli in modo consapevole.
    Sono consapevole che al posto della povera ragazza morta potevo esserci io, potevi esserci tu , quando si tratta di fatalità c’e’ poco da fare .
    Ma chiodare e attrezzare le montagne non è la soluzione.

  3. Personalmente ritengo le ferrate pericolose: sovraffollate e frequentate per lo più da gente non preparata che ingolosita dall’emozione e dall’adrenalina “facile” si arma di kit e spesso si caccia nei guai. Aggiungere più corde e catene non fa altro che alimentare questo mercato…fosse possibile schioderei tante cose e molte altre vorrei non fossero mai state aperte.

    1. Ma i rifugi con le ferrate, soprattutto quelle “famose”, ci mangiano. Vedi il Pisciadù e la Tridentina…

      Pecunia not olet…

  4. “Cosa facciamo, in nome dell’incolumità e della sicurezza a tutti i costi riempiamo le montagne di cavi e catene?”
    Ma le ferrate sono proprio questo!!!!!!!! A me non piacciono, le trovo innaturali e pallose, preferisco altri approcci alla montagna. Ma non si può parlare di tragica fatalità. Tragica fatalità è un sasso che mi spiaccica al suolo, un pezzo non assicurato per una errara valutazione del rischio no, questo no!!!!!!

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