Steck verso il pilastro ovest del Makalu
KATHMANDU, Nepal — Che fosse ambizioso e amasse le grandi imprese lo sapevamo già, ma se questa gli riuscisse, sarebbe addirittura memorabile. In solitaria e senza nessun tipo di aiuto sul pilastro ovest del Makalu. Questo l’obiettivo nel mirino di Ueli Steck, che intende salire in vetta all’ottomila lungo la difficile via dei francesi. Il fuoriclasse svizzero è già partito per il Nepal, dove lo attende una stagione secca ma molto fredda.
Su quella stessa scalata si erano cimentati invano, la scorsa primavera, il fortissimo trio basco composto da Alberto Inurrategi, Mikel Zabalza e Juan Vallejo. Ma i tre alpinisti, dopo diversi tentativi, avevano dovuto rinunciare a casua delle condizioni meteo proibitive. Adesso è la volta di Steck, anche se, scalare il pilastro ovest in solitaria rende una salita, già molto complessa, ancora più difficile.
L’alpinista è partito il 20 agosto dalla Svizzera alla volta del Nepal. Con lui ci sono il fotografo Robert Boesch e la guida alpina Andy Waelchli. Secondo i programmi una volta atterrati a Kathmandu, prenderanno un volo per Tumlingtar e infine in 10 giorni di trekking raggiungeranno il campo base del Makalu. Il rientro in Europa è previsto per fine ottobre.
Secondo quanto si legge sul sito di Steck, il fuoriclasse svizzero scalerà da solo e senza "aiuti di alcun genere", il pilastro ovest della montagna. La via dei francesi, lungo la quale dovrebbe salire, presenta tratti di misto e di roccia molto difficili e pendenze quasi verticali, in particolare tra i 6.900 e 7.300 metri.
E al di là delle difficoltà tecniche, Steck dovrà fare i conti con il meteo. In questa stagione il tempo è più asciutto che in primavera, ma anche più freddo. Molto comunque, dipenderà dai venti, vera incognita della salita.