Alpinismo

Libera da record per Angelika Rainer

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BOLZANO — Grande impresa della campionessa di arrampicata Angelika Rainer, che ha salito una delle più difficili vie delle Dolomiti in libera. La Rainer, nei giorni scorsi, ha infatti compiuto la prima libera femminile su "Italia ’61" la storica via artificiale del Piz Ciavazes del Gruppo del Sella. Il primo in Italia a portare a casa lo stesso successo è stato Bubu Bole nel 2004.

Ha lasciato da poco la carriera agonistica di arrampicata sportiva, ma sta già fecendo parlare di sè con imprese da record. Angelika Rainer infatti, è la prima donna al mondo ad aver salito in libera la difficilissima via artificiale "Italia 61": due ore e mezza di scalata e una grande soddisfazione che non le farà probabilmente rimpiangere presto le competizioni mondiali.
 
Si tratta di una via durissima, che presenta un’esposizione di 220 metri con difficoltà 8a. "Italia61", aperta nel 1961 da Bepi De Francesch, Quinto Romanin, Emiliano Vuerich e Cesare Franceschetti, sulla celebre parete sud del Piz Ciavazes nel Gruppo del Sella, è considerata da molti una delle sfide più estreme e affascinanti delle Dolomiti.
 
Il primo in Italia a salirla in libera è stato Mauro Bubu Bole nel 2004. Proprio lo stesso anno Grazia Fenu aveva risolto il tiro chiave in libera femminile. Dopo Bole pochi altri hanno saputo ripeterla per intero, tra cui Martin e Florian Riegler. Quest’ultimo, tra l’altro, è il fidanzato di Angelika Rainer, che proprio a fine settembre ha dimostrato di non essergli da meno.
 
A inizio primavera la 22enne altoatesina aveva cominciato con le prime ricognizioni sulla parete del Piz Ciavazes. "La scalata strapiombante mi ha affascinata subito – ha raccontato la Rainer -, ma la via nella sua interezza mi sembrava molto, molto difficile. Volevo assolutamente provarla e farla, ma temevo che la mia esperienza alpinistica non bastasse e che avrei dovuto aspettare ancora qualche anno, prima di poterla realizzare tutta in libera. La via però mi aveva ormai stregato e un mese dopo sono tornata nuovamente all`attacco della parete".
 
"Nel tiro di corda più difficile, valutato 8a mi sono sentita proprio a mio agio. E’ un tetto orizzontale di cinque metri che parte subito dopo una placca impegnativa. Movimenti di questo tipo, così aerei e muscolari, si trovano solitamente in una sala boulder ma qua, la differenza la fanno i 150 metri di aria che si hanno sotto il sedere…".
 
Valentina d’Angella
 
 
Foto courtesy of Thomas Ulrich
 
 
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