Alpinismo

Anna Torretta verso le montagne afghane

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AOSTA —  E’ partita l’1 settembre la spedizione interamente femminile diretta in Afganistan, nella zona del Wakhan. Il gruppo composto da 4 alpiniste, tra cui Anna Torretta, è diretto nella regione Nord – Ovest, dove tenterà di ripetere l’ascensione del Babatangi a quota 6517 e di aprire una nuova via lungo lo sperone nord. La missione si è posta non solo obiettivi alpinistici, ma anche etici e sociali.

Sono tre valdostane Anna Torretta, Eloise Barbieri e Roberta Vittorangeli e una alpinista romana Elisabetta Galli le prime donne che avranno l’onore di entrare nel territorio del Wakhan nella regione Nord – Ovest dell’Afghanistan per compiere un impresa alpinistica. La zona, conosciuta anche come "paese dei picchi di giada" per motivazioni geografici e culturali non rientra nella zona degli scontri militari.
 
E’ la prima spedizione in rosa in assoluto e la seconda, dopo 23 anni di assenza di alpinisti stranieri nel territorio afgano: solo la Mountain Wilderness nel 2003 è riuscita ad organizzare una spedizione alpinistica internazionale sulla montagna più alta dell’Afghanistan, il Noshaq, la cui vetta, raggiunta da Fausto de Stefani è a quota 7492 metri.
 
Anna Torretta insieme alle sue compagne mira a ripetere l’ascensione del Babatangi a quota 6517 metri attraverso la via battuta da Alberto Pinelli nel 1963, e a tentare in un secondo momento di aprire una nuova via di misto, in stile alpino, per questa vetta a partire dallo sperone Nord.
 
Tutte e quattro vantano nella loro carriera imprese di tutto rispetto: chi ha compiuto salite estreme su ghiaccio e misto,  chi ha percorso vie nuove dalle Dolomiti alla Sardegna, chi ha scalato tre ottomila senza ossigeno, chi ha fatto più di cento vie classiche tra Dolomiti e Alpi occidentali e più di cento cascate di cui trenta in prima salita e chi ancora ha all’attivo vie di roccia e su ghiaccio.
 
Nella spedizione le alpiniste saranno accompagnate da un gruppo di giovani che hanno frequentato il "Corso autogestito" di formazione su tecniche alpinistiche organizzato dalla Fondazione Aga Khan e da Mountain Wilderness. Del gruppo avrebbero dovuto far parte anche tre donne afgane che purtroppo però non potranno partire con i compagni perchè non gli è stata data l’autorizzazione.
 
L’impresa non sarà, tuttavia, solo alpinistica, infatti le alpiniste consegneranno un messaggio di solidarietà alle donne del paese. Si confronteranno con loro sulla condizione della donna in Afganistan ed si incontreranno con alcune signore di cultura Ismaeli e con altre afghane.
 
Le quattro ragazze dovrebbereo rientrare il 9 ottobre.
 
 
Emanuela Brindisi
Foto courtesy of www.aostasera.it

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