Alpinismo

Nanga Parbat: diplomazia d’alta quota

[:it]ISLAMABAD, Pakistan – Bella serata. Le ambasciate sono il luogo della diplomazia e la cena organizzata dall’Ambasciatore Pontecorvo, un giovane “marcantonio” di origini napoletane, ad Islamabad non ha deluso. Lui è simpatico e Simone Moro con Tamara Lunger disponibili hanno reso onore al presupposto. Cena piacevole e gran chiacchierata: Tamara, in gran forma, ha raccontato, senza sottacere, i particolari della sua avventura al Nanga nel giorno della vetta. Lo stato di difficoltà fisica, la caduta e la rinuncia a pochi metri dalla vetta. Un rimpianto e una rabbia contenuti dentro un ragionamento razionale, di buon senso, dove le frasi che evocano lo sconcerto e la paura della caduta per decine di metri ed il malessere fisico sono dolorose. Tamara è una vera ragazza del Sud Tirolo, fatta di pensieri lineari, di sentimenti in bianco e nero, di sensazioni e passioni vive reali, formidabili. Parla di Txikon, di Nardi e di loro che hanno cercato di trovare un modo di stare insieme.

Insomma, una complicata, o forse no, vicenda di ordinaria difficoltà a comprendersi. La sensazione è che Nardi avrebbe potuto tentare con loro e ne sarebbero stati felici.

La news è che Txikon e la sua donna, agente della comunicazione, forse si lasceranno.

Insomma ognuno ha giocato la sua partita. Moro è di certo un abile player e non solo sul piano fisico e alpinistico, ma anche sportivo e delle relazioni. Ci ha raccontato del suo tentativo di convincere tutti ad andare in vetta, consapevole che quella della via Khinshofer fosse l’ultima possibilità reale di farcela, ma troppe incomprensioni erano già emerse tra Txikon e Nardi. L’irragionevolezza delle reciproche rivendicazioni aveva fatto già danni, purtroppo irreparabili. Certo anche la sua presenza ha a quel punto reso precari gli equilibri, alpinistici e sulla montagna. Ma come dice lui, doveva essere presa per un’opportunità. A volte si parla tra sordi e se il vento è forte risulta difficile capirsi. Peccato.

Ma il riconoscimento a Daniele, al suo lavoro ed alla sua idea non è mancato in questa serata da parte di Simone e Tamara, che addentando una tartina e bevendo un bicchiere di bianco, con semplicità e sincerità, hanno riconosciuto i meriti ed il lavoro fondamentale altrui, ma anche la propria volontà di farcela ad arrivare in vetta, oltre ogni ragionevole dubbio o inghippo meteorologico.

Spiace, Tamara lo dice con un tono forte, che Nardi non sia stato con loro. Simone ha la consapevolezza del risultato eccezionale, ma lascia sfuggire l’argomento e parla di elicotteri in Nepal e Pakistan, di sicurezza in montagna, di complicate burocrazie: vuole dedicarsi a questa sua passione lavorativa con rinnovato entusiasmo.

Desidera metabolizzare definitivamente il risultato del Nanga, una montagna che lui e Tamara hanno nell’anima, con colori e sapori diversi, ma impressa come un marchio indelebile nel loro cuore e nella mente. Il Nanga è loro, di Ali ed Alex e per tutti coloro che hanno costruito questo risultato. Si aprono ora pagine nuove per tutti, anche per Daniele Nardi. Siamo al caffè, con qualche grappa: qui è come un sogno che l’Ambasciatore Pontecorvo augura benevolmente a tutti noi.

 

Simone Moro, Agostino Da Polenza e Tamara Lunger
Simone Moro, Agostino Da Polenza e Tamara Lunger

Simone Moro, il Consigliere d'Ambasciata Elena De Vito e Tamara Lunger
Simone Moro, il Consigliere d’Ambasciata Elena De Vito e Tamara Lunger

Simone Moro, Tamara Lunger ed Agostino Da Polenza
Simone Moro, Tamara Lunger ed Agostino Da Polenza

Simone Moro, Agostino Da Polenza e Tamara Lunger
Simone Moro, Agostino Da Polenza e Tamara Lunger

Efrem Ferrari, Simone Moro, Tamara Lunger ed Agostino Da Polenza
Efrem Ferrari, Simone Moro, Tamara Lunger ed Agostino Da Polenza

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16 Commenti

  1. La vicenda legata al sig. Nardi meriterebbe più di una semplice nota inserita in un contesto di chiacchiera da bar …. è, alla pari degli altri, uno degli autori della conquista del Nanga Parbat e meriterebbe lo stesso spazio. Come canta Ligabue ….. Una vita da mediano …

  2. Spero che questi chiarimenti vengano riportati anche dai media nazionali…che venga riconosciuto il contributo dato da chi, con la sua esperienza pluriennale,
    ha permesso la realizzazione di questo successo e che , per ragioni estranee all’alpinismo e al gioco di squadra, è stato estromesso dalla conquista del Nanga…cosa che avrebbe meritato.

  3. Grande Tamara, ragazza sincera.il signor Moro rifiuta di spiegare se abbia veramente cercato di mediare tra i due e se invece, il suo accordo preso esclusivamente con Txikon di unire le squadre e conseguente contributo economico notevole ( che come abbiamo visto ha causato impazzimento mediatico della famosa fidanzata Igone ) non prevedesse gia’ l’esclusione di Nardi.

    MORO, DICHIARALO PUBBLICAMENTE: TU VOLEVI NARDI NEL TEAM ? HAI MEDIATO AL CB O HAI AIZZATO ?

  4. caro Filippo, come puoi pensare che possa confessare ? se così fosse, staremo parlando di un’altra persona … e celebreremo il successo anche di Nardi …
    N.B. come mai sono spariti i video delle “testimonianze” ??? Potere e mistero del web ….

  5. Lo sport degli uomini veri è quello degli epici duelli Arnoux / Villeneuve, Senna / Prost, Hakkinen / Schumaker ….. se le sono date di santa ragione, sportellate, sorpassi velenosi, azzardati …. hanno agito sul campo … nessuno ha mai pensato di barare ai box ….

    1. E’ una sua opinione, ci mancherebbe, ma se parliamo di sport da uomini veri, prima della Formula uno ce ne sono di discipline, meno miliardarie, e più umane e dure.
      Le cronache sono piene di ombre nella Formula 1, se permette, e certi paragoni sfiorano il ridicolo, lei a che quota ha mai salito una montagna in inverno? provi a salire un canalone ghiacciato di 1000 metri di dislivello, con -15 -20 gradi, in solitaria, e forse ha un ventesimo della percezione di cosa si prova su un 8000 in febbraio, un 8000 che ha seppellito fior di uomini, in Estate.
      Tutto questo chiasso è anche poco rispettoso per chi è morto sul Nanga, lasciate perdere, se non sapete applaudire, mettetevi le mani in tasca e fatevi una paseggiata per sbollire la vosta sete di vendetta.

      1. Ho aperto qualche volta il vano del congelatore del frigorifero di casa mia … provando un brivido insopportabile !!!

  6. Chiedo scusa ma prima di commentare un articolo, non si può prescindere dal leggerlo e capirlo per quello che è.
    A me questo sembra un articolo leggero, che racconta di un contesto fisiologicamente pacato e rilassato come può esserlo una serata in ambasciata, scrivendo in uno stile in linea con il luogo dove è ambientata la scena di cui si narra, ovvero molto diplomatico (“abile, accorto, pieno di tatto e di finezza”, dal vocabolario Treccani).
    Commenti aggressivi e richieste di approfondimento su questo o quell’episodio, a corredo di questa specifica pagina, mi permetto di dire che sono fuori luogo e fuori contesto. Detto da uno che gli approfondimenti e la chiarezza – nei contesti appropriati – su quello che è accaduto al Nanga li ha invocati e li continua ad invocare. Ma farlo in questo modo, sinceramente, mi sembra inutile e controproducente.

  7. Dott. Thiery, ecco le puttanate di cui mi chiedeva informazioni, tutto questo fumo senza consistenza.
    Mi scuso per aver scritto male e che Lei possa aver interpretato un attacco nei suoi confronti, capisco la sua volontà di chiarezza.
    Io, onestamente, sono convinto che in tutto questo ci sia della gran positività, le varie ombre, se rimarranno, saranno solo per la voglia di non chiarire o chiarirsi.
    Ricordo che Moro negli anni precedenti diede molto spazio alle spedizioni di Nardi, parlandone sempre molto bene, non capisco perchè non volesse Nardi nell’attacco alla vetta, la cosa a Moro non avrebbe sminuito nulla, anzi, un uomo in più nel team sarebbe stato più che opportuno.
    Io penso che Daniele abbia avuto grossi problemi con Txikon, che a quanto pare non ha un caratterino da chierichetto.
    Comunque, tutte ste chiacchiere lasciamole agli avventori di qualche bancone di osteria, limitiamoci a parlare quando si è documentati, come ben suggerisce il Dott. Thiery.

    1. Personalmente preferirei leggere meno frasi e sentenze che iniziano con “io penso che”, “la mia interpretazione è”, “mi sono fatto l’idea che”, “ho la netta impressione di”… e limitarsi invece ad esprimere opinioni (anche personali, ci mancherebbe, io per primo che le ho espresse) ma sulla base di fatti oggettivi e certi. Alcuni di questi ultimi sono già conclamati (per esempio chi ha attrezzato la via fino a C3 e chi invece ha pagato per utilizzare le corde messe da altri, o il contenuto dei comunicati dopo il raggiungimento della vetta, privi di qualsiasi riferimento al contributo dato da altri alpinisti). Altri fatti oggettivi ancora saranno chiariti dalle versioni ufficiali, che credo tutti aspettiamo.
      Tutto il resto (cosa è successo al campo base fra tizio e caio, e se sempronio ha contribuito a mettere zizzania o invece ha provato a mediare, ecc.) sono solo speculazioni, e metterla sul piano dei rissosi salotti televisi non aiuta a stabilire un minimo di verità, anzi.

      1. Evitare atteggiamenti rissosi è una gran cosa, non concordo, ma vuol dir ben poco, sul come intavolare un commento, che già letteralmente descrive che è un sentimento, una dichiarazione personale.
        Ammiro moltissimo ogni persona che pratichi l’alpinismo, essendo anche io uno di loro, la cosa che mi fa saltare la mosca al naso è tutto il circo di critiche che partono nei confronti di chi, comunque, ha lavorato e messo in piedi un bel traguardo, raggiungendolo. Tutto lì. L’oggettività da casa mia è solo una, 4 alpinisti che sono rimasti a lavorare assieme per un’unica meta.

  8. Gli attacchi a Moro sono assolutamente inopportuni. La mia interpretazione è che i rapporti tra Nardi e Txikon erano ad un livello tale che c’era ben poco da mediare..

  9. Dire che Nardi abbia attrezzato la via svolgendo parte del lavoro che ha consentito agli altri a raggiungere la vetta è sicuramente una verità. Ma, dire che a causa di questo, la cima di Moro non abbia valore è una menzogna.
    Dovremmo cercare di non essere tifosi, schierandoci con l’uno o con l’altro, ma provare a vedere le cose in modo obiettivo. Moro quando ha capito che le possibilità di salita erano maggiori salendo sulla via attrezzata dagli atri si è fatto avanti… Inoltre non credo che la condizione per l’accordo con Txikon (capospedizione di Nardi) abbia incluso anche l’esclusione di Nardi. Da un punto di vista mediatico entrambi sono ottimi comunicatori ed entrambi avrebbero saputo “vendere” a media la loro prima invernale al Nanga…

  10. Concordo pienamente, davanti a tutto questo bisognerebbe solo cercare di vederci del buono, e non voler contestare sempre e comunque.
    Bravo Marco, ben detto!

  11. Prima di tutto vorrei farvi notare che Moro si è portato sulla via di Txicon solo dopo che Tomek e Revol gli hanno detto che la via Messner era impraticabile perché troppo pericolosa. A questo punto cosa doveva fare, strappare coi denti le corde fisse perché altrimenti non vale? E consuetudine pagare per utilizzare le vie attrezzate da altri, eppure se lo fa Moro si grida allo scandalo. Vi faccio poi notare che se Moro ha pagato, di certo non è una bustarella passata di nascosto allo spagnolo, ma avrebbe allegerito anche i conti di Nardi. Tutti contro Moro, ma non ho sentito nessuno insinuare che forse era Nardi a non volere Moro in spedizione e per questo siano nati i dissapori con Txicon.

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