Alpinismo

Piolet d’Or a stile alpino e sicurezza

GRENOBLE, Francia — "Ora il Piolet d’or è più credibile, più attuale e meno francesizzato". Philippe Descamps, editore di Montagnes, la rivista che gestisce ormai da sola il premio alpinistico più famoso del mondo, commenta finalmente la nuova veste del Piolet d’Or dopo dopo l’uscita di scena del Groupe d’Haute Montagne.

L’anno scorso aveva fatto scalpore la separazione, piuttosto polemica, dei due fondatori e organizzatori del Piolet d’Or. Di punto in bianco il Ghm, gruppo alpinistico più celebre di Francia – che aveva il compito di garantire l’etica e la competenza nell’assegnazione del premio – decise di uscire dal Piolet d’or. Prima, accusando Montagnes di aver "commercializzato" il premio, a suo dire ormai privo di significato. E poi, proponendo di istituirne un altro, rinnovato.
 
A mesi di distanza, l’editore della rivista, più che mai convinto della validità attuale del premio, risponde alle accuse dalle pagine della rivista Kairn, senza andare troppo per il sottile.
 
"Il Ghm non era in grado di notare l’evoluzione dell’alpinismo d’alto livello – dichiara Descamps -. Ora, liberi dalla sua presenza, abbiamo potuto internazionalizzare la giuria e garantire più indipendenza al premio, che valuterà tutte le imprese in campo senza essere troppo orientato verso quelle francesi".
 
"Ancor meglio – continua l’editore – sulla scia dell’Asian Piolet d’Or, nato l’anno scorso, potremmo creare un premio per ogni continente e poi far concorrere i sette vincitori all’assegnazione del Piolet d’Or annuale".
 
Poi, Descamps ha parlato delle linee guida sulla base delle quali verranno scelti i prossimi vincitori: buona comunicazione, stile alpino e sicurezza: "nessun premio verrà assegnato a chi corre rischi non necessari". Una dichiarazione sibillina, a ben guardarla, alla quale Dechamps non ha voluto dare ulteriori spiegazioni.
 
Si è invece difeso dalle accuse di commercializzazione. "Gli sponsor contribuiscono finanziariamente per meno del 30 per cento – ha dichiarato l’editore a Kairn -. E non vengono mai interpellati riguardo le nomination. Per quanto riguarda il nostro voto, quello della rivista Montagnes, non è certo in vendita".
 
Sara Sottocornola

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