Pareti

Steck e Wohlleben, concatenamento invernale delle Nord delle Tre Cime di Lavaredo

Le tre Nord delle Tre Cime di Lavaredo (foto Michi Wohlleben e Ueli Steck - www.uelisteck.ch)
Le tre Nord delle Tre Cime di Lavaredo (foto Michi Wohlleben e Ueli Steck – www.uelisteck.ch)

AURONZO DI CADORE, Belluno — Sono partiti dalla via Cassin sulla Cima Ovest, poi hanno salito la via Comici sulla Cima Grande e infine la via Innerkofler sulla Cima Piccola. Queste le tre salite sulle pareti nord delle Tre Cime di Lavaredo: le hanno concatenate il 17 marzo, quindi in inverno, Ueli Steck e Michi Wohlleben. Neanche a dirlo, velocissimi: in meno di 16 ore.

“Avevo questo progetto da tanto tempo – racconta Michi Wohlleben sul sito di Ueli Steck -, ma non era mai diventato realtà. Martedì scorso ho scritto a Ueli un sms, per chiedergli se si sentiva motivato a tentare la trilogia. Dopo aver verificato le condizioni della neve due giorni dopo, abbiamo deciso di fare un tentativo. Con questa idea ci siamo incontrati a Misurina per una pizza e fatto gli ultimi piani”.

Il 17 marzo hanno iniziato la prima via, la Cassin: da previsioni pensavano di chiudere i 650 metri della via tra le 6 e le 12 ore, ma, come ormai ci ha abituati Steck, i tempi sono stati altri. Molto più ristretti. Secondo quanto scrive Wohlleben sono arrivati in vetta alla Cima Ovest di Lavaredo in 3 ore e 37 minuti. Sono ridiscesi in un’ora al Colle che porta alla Cima Grande, dove li attendeva un loro amico, Lukas, che aveva fatto acqua per loro. Una breve pausa e hanno continuato.

In vetta alle Tre Cime (Photo Michi Wohlleben Ueli Steck pagina facebook)
In vetta alle Tre Cime (Photo Michi Wohlleben Ueli Steck pagina facebook)

Sono ridiscesi all’attacco della via aperta da Angelo e Giuseppe Dimai ed Emilio Comici tra il 12 e il 14 agosto del 1933, sulla parete nord della Cima Grande di Lavaredo. Dopo 4 ore e 47 minuti e 500 metri di via – salita in parte slegati – sono arrivati in vetta con l’ultima luce del giorno. Quindi sono ridiscesi trovandosi all’attacco dell’ultima delle 3 pareti nord, quella della Cima Piccola.

“Nonostante conoscessi abbastanza bene la discesa per aver scalato la cima diverse volte in estate – dice ancora Wohlleben -, con tutta quella neve e con l’oscurità mi sembrava molto diversa. Ma siamo riusciti ad arrivare all’attacco della parete nord della Cima Piccola all’incirca alle 21”. Un altro amico, Flo, si trovava alla base ad aspettarli per offrire loro del tè e una coca cola. Mangiato qualcosa sono di nuovo partiti, arrivando infine in vetta 20 minuti dopo la mezzanotte.

Michi Wohlleben e Ueli Steck sulla via Cassin (foto Michi Wohlleben e Ueli Steck - www.uelisteck.ch)
Michi Wohlleben e Ueli Steck sulla via Cassin (foto Michi Wohlleben e Ueli Steck – www.uelisteck.ch)

“A volta capitano giorni in cui tutto è perfetto – ha concluso l’alpinista -, le condizioni sono buone, il team è buono e la testa funziona bene. Alle 2 del mattino siamo tornati al rifugio Auronzo, abbiamo svegliato Flo che stava già dormendo, abbiamo aperto una bottiglia di vino del 2006 e ascoltato con l’iPhone di Ueli la canzone ‘Days like this’ dei Die Toten Hosen”.

Alla fine Steck e Wohlleben hanno impiegato 15 ore e 42 minuti considerando la partenza dall’attacco della Cima Ovest e l’arrivo alla vetta della Cima Piccola.

“Siamo partiti senza grandi aspettative – ha commentato Steck sulla sua pagina Facebook -. Volevamo solo vedere cosa si poteva fare. In verità è venuto tutto spontaneamente. La chiave del nostro successo è stata l’aver avuto grande fiducia reciproca scalando in conserva”.

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2 Commenti

  1. Bravissimi e bravo Ueli che senza fare tanta risonanza mediatica fa delle bellissime salite.
    Mi piace proprio per il suo silenzio, e modestia e non se la tira come invece altri alpinisti che per cose minori fanno gran cassa.

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