CORVARA, Bolzano — I chilometri del percorso non hanno intimorito nessuno. Anzi, la voglia di pedalare tra le meraviglie delle Dolomiti ha esercitato un’irresistibile attrazione anche sui meno avvezzi agli sport d’alta quota. Fatto sta che ieri le Dolomiti sono stata letteralmente invasa dai cicloturisti, arrivati da tutto il mondo per la 21esima edizione della Maratona Dolomites. Vip compresi.
Per la precisione, i concorrenti erano 8.848. Tanti come i metri d’altezza dell’Everest, la montagna più alta del mondo. E hanno pedalato felici all’ombra del Sella e del Piz Boè affrontando i durissimi passaggi sul Pordoi, sul Campolongo, sul Giau, senza il fastidio degli automobilisti alle calcagna.
Già, felici. Perchè anche se la Maratona Dolomites è la gran fondo di montagna più lunga e più ammirata d’Europa, a pochi interessa arrivare primi. I più vengono per trovarsi, godersi il paesaggio, provare l’emozione di pedalare su queste leggendarie salite. Senza stress da gara.
Perchè la montagna è per tutti, non solo dei grandi sportivi. E così alle linee di partenza, insieme a Gianni Bugno, Manfred Mölgg, Giorgio Di Centa, c’erano anche manager come Pietro Ferrero, Matteo Marzotto, Paolo Barilla e Walter Jerome Haas della Levi’s.
Per venire incontro alle capacità di tutti i cicloturisti, l’organizzazione ha dato la possibilità di scegliere tra tre percorsi: uno lungo 138 chilometri, che si sviluppa su 4190 metri totali di dislivello. Uno medio di 106 chilometri su 3090 metri di dislivello; e uno "piccolo" di 55 chilometri, che si sviluppa sul circuito della Sellaronda, 1780 metri di dislivello. Tutti attrezzati con dei fornitissimi punti di ristoro.
In palio, solo una targa ricordo. Che, per la cronaca, è andata a Timothy Jones, 32 anni, ex ciclista di professione. Fra le donne ha vinto la ventiseienne Barbara Lancioni. A tutti gli altri, il piacere di aver passato una giornata tra alcune delle vette più belle d’Italia.
Sara Sottocornola
Foto courtesy of Maratona dles Dolomites
