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Torna la Grande Corsa Bianca, 110 km a piedi, con gli sci o le fat-bike con vista sull’Adamello

Per gli appassionati delle gare di endurance è l’appuntamento irrinunciabile dell’inverno. Merito dei luoghi e di una formula che arriva direttamente dall’Alaska

Mancano pochi giorni al via della Grande Corsa Bianca, la più impegnativa tra le gare dell’inverno sulle Alpi. Teatro di questo particolarissimo evento giunto alla settima edizione è l’Alta Valle Camonica, nel Bresciano. I concorrenti partiranno da Canè il 26 gennaio. Li attende un percorso di 110 chilometri da affrontare a piedi, in bici o con gli sci (con classifiche separate) a seconda delle attitudini e delle condizioni del terreno.

In caso di neve abbondante, per esempio, saranno gli sciatori a trovare terreno più agevole mentre per chi parte con la fat bike la gara sarà durissima. Per fortuna gli organizzatori consentono di cambiare la categoria di gara fino alla vigilia e ci sarà la possibilità per tutti di godere al meglio di questa esperienza fuori dal comune. Una ulteriore classifica sarà riservata ai musher, tradizionalmente numerosi all’appuntamento.

L’idea nata dopo alcune gare disputate in Alaska

La Grande Corsa Bianca nasce dall’idea di un manipolo di appassionati che al ritorno da analoghe gare disputate in Alaska e nello Yukon hanno pensato di riproporre la stessa formula nelle vallate di casa. Nonostante i timori della vigilia sono stati subito molti gli atleti al via e il loro numero si è stabilizzato negli anni intorno ai 250.

Tutte persone esperte e capaci di muoversi in montagna d’inverno senza troppi problemi oltre a quelli derivanti dalla fatica, che per la maggior parte dei concorrenti della distanza di 110 chilometri dovrebbe durare oltre 30 ore (35 sono quelle necessarie per ultimare la gara nel tempo massimo).

Gli organizzatori impongono comunque ai partecipanti una lunga lista di materiale che il concorrente deve portare con sé durante la gara pena la squalifica: materiale di autosoccorso (Artva, pala e sonda), sacco a pelo termico, ramponcini, casco e una lunga lista di capi di abbigliamento pesanti. L’esperienza delle scorse edizioni suggerisce di utilizzare uno zaino con una capacità di 40 litri.

Che si tratti di un’avventura speciale e non della solita gara è testimoniato dal forte spirito di appartenenza e solidarietà che accomuna i concorrenti. Sono stati numerosi, negli anni, gli episodi di assistenza prestata dagli atleti ad altri concorrenti in difficoltà. In ogni caso gli organizzatori possono monitorare metro per metro la posizione e la progressione dei partecipanti e intervenire tempestivamente, grazie anche all’appoggio dei volontari e del Soccorso alpino da sempre accanto alla Grande Corsa Bianca.

Anche un percorso “breve” di 40 chilometri

I meno allenati o coloro che intendono testarsi in un ambiente a loro poco familiare possono cimentarsi sul percorso “breve” di 40 km (e 2.100 metri di dislivello). Neppure questa gara va però sottovalutata va presa alla leggera. Le insidie ambientali e del meteo sono le stesse di quelle della prova regina e il dislivello di 2.100 metri richiede comunque una buona preparazione. Inoltre la partenza alle ore 22 dal paese di Monno fa sì che la maggior parte della gara si disputerà in notturna. Per entrambe le gare l’arrivo è a Vezza d’Oglio.

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