Alpinismo

Sean Villanueva realizza la traversata completa delle Torres del Paine

Non ancora sazio dopo la libera di Riders on the Storm, il formidabile alpinista ha realizzato la traversata del massiccio patagonico. In solitaria

Sean Villanueva O’Driscoll non si accontenta facilmente: dopo la storica salita in libera di Riders on the Storm, realizzata a inizio febbraio, aveva ancora energia da vendere. Il 22 febbraio si è dunque lanciato nella traversata completa delle Torri del Paine, in solitaria.

All’inizio dell’impresa, il tempo non era dei migliori. Faceva freddo e c’erano ghiaccio e neve a causa del diluvio della notte prima. “Non era il tipo di finestra meteo che si associa a grandi scalate, ma a Sean non è mai mancata la fede poetica, la capacità di sospendere l’incredulità e permettersi, contro ogni preconcetto, di concentrare l’attenzione sul prossimo passo, senza lasciarsi influenzare dalla grandezza di ciò che verrà più tardi” scrive Rolando Garibotti su Pataclimb.

La traversata

In passato il massiccio è già stato attraversato diverse volte, ma solo in un’occasione seguendo la linea dell’orizzonte, e mai includendo anche la quarta torre, La Peineta. Sean Villanueva ha dunque deciso di effettuare la traversata da Sud Ovest a Nord Est, cominciando dalla cresta W della Torre Sud, scalata sulla via Il lungo sogno (900 m 60° 5.10 A2), per poi affrontare le pareti Sud delle torri Centrale e Nord, e per ultima La Peineta.

Per la torre Central Sean ha scelto la via Kearney-Knight; (850m 5.10 A2) sulla parete Sud, una via ripetuta pochissime volte. La linea originale non era chiara, quindi l’alpinista ha perso un po’ di tempo per trovare l’attacco, e ancor di più per riconoscere la fessura che dà adito al muro verticale. Villanueva ha utilizzato tecniche di artificiale nei primi due tiri, per poi procedere più rapidamente dal terzo, fino in vetta. Da qui ha iniziato la discesa per la Bonington-Whillans, dove tre cordate erano impegnate nella salita.

Villanueva, arrivato a Col Bich già al buio, ha continuato a scalare, consapevole che il giorno dopo il meteo non sarebbe stato buono. Ha infatti salito la prima parte della via Monzino sulla torre Nord, per poi fermarsi a dormire un tiro sotto la vetta. Dopo sole due ore di sonno, con le prime luci dell’alba Sean ha toccato la penultima vetta. Si è poi lanciato alla scalata di Puro Filete, una fessura molto marcata sulla Sud della Peineta, l’ultima della traversata: “una queen line, e la scalata migliore di tutta la traversata”.

Inizialmente il successo sembrava poco probabile, ma “tutti i sogni iniziano con la stessa volontà di lasciare da parte i dubbi. Di tutte le qualità che caratterizzano Sean, questo è forse il suo punto più forte, la capacità di incursione nel regno della fede poetica” scrive ancora Garibotti.

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