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Opi, sci da fondo e ciaspole nel Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise

In montagna senza impianti. La storica località abruzzese offre un’atmosfera tranquilla e gli anelli da fondo della Macchiarvana su un pianoro circondato da faggete. Poco più in là si apre l’incanto della Val Fondillo

Vieni, c’è un anello nel Parco. L’altopiano della Macchiarvana, in territorio di Opi, è il punto di riferimento dei fondisti nella più antica area protetta dell’Appennino. La conca, a 1400 metri di quota, è circondata da fitte faggete e sorvegliata dai crinali innevati del Monte Tranquillo e del Monte San Nicola. Chiudono il panorama, verso est, le rocce del Monte Marsicano, che con i suoi 2253 metri è il “tetto” del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise. Nei boschi vicini, sentieri e carrarecce consentono belle escursioni con le ciaspole.

Quando si pensa al Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, vengono prima di tutto in mente altri centri. Pescasseroli, la “capitale” dell’area protetta, che accoglie gli uffici del Parco e il palazzo Sipari, dove nel 1866 è nato Benedetto Croce. Civitella Alfedena, da cui si sale verso la Val di Rose e i suoi camosci. Scanno, porta del Parco per chi arriva da Sulmona e Pescara, con il suo centro rinascimentale e le sue chiese.

Se si bada alla geografia, però, il cuore del Parco batte a Opi, storico crocevia dell’Appennino, nata duemila anni fa al confine tra i territori dei Sanniti e dei Marsi. L’abitato, su un crinale allungato, ha preso forma nel Medioevo sui resti di un santuario italico, e offre un colpo d’occhio perfetto, con lo sfondo del Monte Petroso, a chi arriva in auto o a piedi da Pescasseroli. Domina la zona il Monte Marsicano, con i suoi boschi e le sue rocce.

Ai piedi della rupe su cui sorge il paese, s’innesta sulla statale moderna e sul tratturo che ha collegato per secoli Pescasseroli con il Tavoliere di Puglia, l’altrettanto antica strada che scavalca Forca d’Acero e raggiunge Sora e la Ciociaria. Nel cuore del borgo, il Palazzo Baronale ospita oggi il Municipio, la sede della Pro Loco e un piccolo Museo dello sci. Al termine della salita sono la chiesa di Santa Maria Assunta, del XII secolo, e il Museo del Camoscio d’Abruzzo. Alcune botteghe permettono di acquistare miele e latticini locali.

Impianti di risalita: il no a furor di popolo

Qualche decennio fa, nei boschi e nei valloni del Monte Marsicano, sarebbe dovuto nascere un grande carosello di impianti di risalita. La battaglia per la difesa del massiccio, lanciata dal Parco Nazionale d’Abruzzo con la partecipazione del WWF e del CAI, ha avuto successo, ed è stata seguita dall’inclusione del Marsicano nel perimetro dell’area protetta.

Negli anni successivi, galvanizzati da questa vittoria gli escursionisti e gli alpinisti dell’Italia centrale si sono mobilitati contro i progetti di piste e impianti che avrebbero dovuto stravolgere il Gran Sasso (Campo Pericoli), la Maiella (Monte Focalone), il Terminillo (Valle della Meta e Vallonina), i Monti Sibillini (Val di Bove) e i Monti della Laga.

Negli stessi anni, sull’esempio di Civitella Alfedena, gli altri comuni della Valle del Sangro hanno scelto di attrezzarsi per un turismo dolce e legato alla tutela ambientale. A Opi, grazie alla Macchiarvana, si è scelto di puntare sul fondo. Sul pianoro, quando la neve è sufficiente, lo Sci Club Opi prepara degli anelli di 3 e di 5 chilometri, con panorami verso il Monte Marsicano, il Monte Palombo, il Monte San Nicola e le creste tra il rifugio di Jorio e il Tranquillo.

Per raggiungere la Macchiarvana si lascia l’auto in uno slargo della strada che sale da Opi verso Forca d’Acero. Un comodo viottolo in discesa porta in pochi minuti al pianoro. All’inizio delle piste si può noleggiare il materiale. Uno chalet ospita un semplice bar-ristorante e la scuola di sci, che dispone di una decina di maestri. Per utilizzare le piste si paga uno skipass che costa pochi euro.

La comodità di accesso da Frosinone e da Sora, e quindi dall’Autostrada del Sole e da Roma, fa sì che i fondisti provenienti dal Lazio siano spesso in maggioranza sugli anelli. Vengono a sciare alla Macchiarvana, oltre ai residenti di Opi, gli appassionati del fondo che trascorrono le vacanze a Pescasseroli e negli altri centri del cuore del Parco.

Tra gli appuntamenti tradizionali dell’inverno, confermati solo in presenza di neve, spiccano il Trofeo Fratelli Gentile (febbraio), una delle gare di sci nordico più importanti dell’Abruzzo, e la Marcia di Primavera (marzo), non competitiva e aperta a tutti. Per informazioni ci si può rivolgere allo Sci Club Opi (339.7406810, sciclubopi@opionline.it) e al Centro Fondo Macchiarvana (328.8175773, 331.8025741, www.facebook.com/ScuolaSciFondoMacchiarvana).

In estate, il territorio di Opi offre una vasta scelta di sentieri, dalle passeggiate più comode alle faticose salite verso il Monte Marsicano e il Monte Amaro di Opi. Con la neve, dalla Macchiarvana, gli appassionati del fondo-escursionismo o delle ciaspole possono proseguire su una strada innevata, tra fitte faggete, in direzione di Campo Rotondo e di Pescasseroli. Una deviazione più ripida conduce ai 1597 metri del Santuario di Monte Tranquillo, belvedere sulla valle del Sangro, e poi a un solitario pianoro.

La magia della Val Fondillo

Altri itinerari frequentati iniziano dal posteggio all’imbocco della Val Fondillo. Un viottolo costeggia la storica Segheria di Opi, trasformata da qualche anno nel Museo del Legno (aperto solo in primavera e in estate, purtroppo). Continuando sul fondovalle, con le ciaspole ai piedi se c’è neve, si arriva in meno di un’ora al rifugio dell’Acqua Sfranatara, 1201 metri.

Oltre la costruzione il sentiero entra nella faggeta, e sale con qualche strappo ripido fino al Valico Passaggio dell’Orso, 1672 metri, sul confine con la Val Canneto, nel Lazio. Su queste strade e su questi viottoli innevati, non di rado, è possibile l’incontro con un cervo, o con un orso uscito dal letargo.

Occorrono invece la piccozza e i ramponi, d’inverno, per salire dalla Val Fondillo ai 1862 metri del Monte Amaro di Opi, sulle cui balze è facile avvistare i camosci. Lo stesso, almeno nella seconda parte, vale per il sentiero che s’inerpica dalla radura di Pianezza, sulla statale Marsicana, verso i 1582 metri del rifugio di Monte Forcone e i 2243 metri del Monte Marsicano.

I pascoli della prima parte del percorso, anche con la neve, sono molto frequentati dalla fauna del Parco. I due rifugi che abbiamo appena citato, insieme al rifugio Monte Marsicano che si raggiunge in un paio d’ore di cammino da Opi, possono essere utilizzati per la notte da gruppi fino a 8 persone. I recapiti da contattare sono sul sito www.valfondillo.it.

Il terreno aspro e roccioso e la fitta copertura boschiva, invece, rendono difficile praticare lo scialpinismo sulle montagne di Opi. Luca Mazzoleni, nella sua guida “La montagna incantata”, si limita a descrivere la salita da Forca d’Acero al Monte San Nicola.

Un altro itinerario che viene saltuariamente seguito è quello che sale dal paese nuovo e dal camping Le Foci verso la sorgente Ciarlante e il rifugio Monte Marsicano, e prosegue in direzione della vetta per un ripido canalone esposto a nord. Anche questo percorso merita di essere seguito con la piccozza e i ramponi.

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