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Fotografare in inverno: gli alberi e la vegetazione

Gli alberi in inverno, con e senza neve, la luce dura e radente, ottiche e composizione: i consigli per realizzare lo scatto perfetto

Vi ho già parlato della fotografia di alberi in generale. Il bosco, però, è uno dei soggetti più interessanti, nella stagione invernale, e merita sicuramente un approfondimento più specifico e qualche ulteriore suggerimento.

Composizione

Qualsiasi albero carico di neve diventa un soggetto nuovo e diverso, sia come elemento singolo dell’immagine, sia come parte di una composizione più generale e ad ampio respiro, come, per esempio, quando la vegetazione avvolge le falde delle cime, diventando parte determinante dell’inquadratura. La composizione diventa ancora più importante se si tratta di scegliere un albero singolo da un gruppo più vasto o magari da un versamento orografico costantemente alberato.

Generalmente il soggetto non si posiziona in centro all’inquadratura, a meno che non ci sia un’esigenza particolare oppure se la foto è di formato quadrato, dove si esalta il concetto di simmetria. L’utilizzo della classica “regola dei terzi” aiuta ad ottenere una fotografia sicuramente equilibrata, ma come detto in precedenza, le “regole di composizione” sono da considerarsi più dei suggerimenti che dei postulati. Ogni fotografo, quindi, si senta libero di comporre…

Una folata di vento alza la neve che corre tra i larici secchi, nella località di Crampiolo, all’Alpe Devero. A volte è il vento che disegna forme inconsuete e rende la foto diversa e attraente.Nikon D800; Nikkor 24-70 f 2,8 AFG; 1/500; f/11; ISO 100.
Una folata di vento alza la neve che corre tra i larici secchi, nella località di Crampiolo, all’Alpe Devero. A volte è il vento che disegna forme inconsuete e rende la foto diversa e attraente.
Nikon D800; Nikkor 24-70 f 2,8 AFG; 1/500; f/11; ISO 100.

Teleobiettivo, grandangolo e compressione di piani 

Anche la posizione dalla quale si scatta la foto è importante. Se si fotografa dal basso verso l’alto, con obiettivo grandangolare, si tende a slanciare il soggetto evidenziando le linee cadenti, ovvero rendendo la base del soggetto più larga e la parte alta più snella ed esile.

9)Una semplice inquadratura, puntando dal basso verso l’alto, con le linee degli alberi che convergono verso il centro dell’inquadratura. Nikon D850; Sigma 15 f2,8 AFD 1/125 sec; f/16; ISO 100.
9) Una semplice inquadratura, puntando dal basso verso l’alto, con le linee degli alberi che convergono verso il centro dell’inquadratura. Nikon D850; Sigma 15 f2,8 AFD 1/125 sec; f/16; ISO 100.

Non è raro scattare a gruppi di alberi da posizioni lontane, a volte anche dal versante opposto della montagna, magari usando un teleobiettivo. In questo caso è opportuno tenere presente il fenomeno della compressione dei piani. Le focali lunghe, infatti, tendono a schiacciare il soggetto, rendendo la distanza tra un albero e l’altro minore di quanto non sia in realtà. L’effetto sarà opposto se si usano ottiche grandangolari che tendono a dilatare i piani.

Al Passo Valles, tra Veneto e Trentino. Le nubi si diradano improvvisamente lasciando in vista un gruppo di abeti. Nikon D800; Nikkor 70-200 f4 AFG 1/2000 sec; f/9; ISO 320.
Al Passo Valles, tra Veneto e Trentino. Le nubi si diradano improvvisamente lasciando in vista un gruppo di abeti. Nikon D800; Nikkor 70-200 f4 AFG 1/2000 sec; f/9; ISO 320.

E se non c’è neve?

Un albero ben innevato si fotografa molto semplicemente, sembra quasi farsi l’autoscatto tanto è bello e suggestivo. Ma se la neve non c’è? Il risultato estetico, in caso di mancanza di coltre nevosa, dipende molto dalla specie arborea. I sempreverdi, come gli abeti per esempio, mantengono un aspetto quasi identico a quello estivo. I larici, invece, perdono gli aghi e assumono un impatto visivo generalmente meno piacevole, secchi e glabri, sia come soggetti singoli, sia come parte di una composizione più ampia.

Nei pressi dell’Alpe Prabello, in Valmalenco. In un caso come questo, con un singolo larice, spoglio, ho deciso di puntare sui grafismi dell’immagine. Un soggetto interessane anche per il bianco e nero. Nikon F5; Nikkor 80-200 2,8 AFD; Fujichrome Velvia 50.
Nei pressi dell’Alpe Prabello, in Valmalenco. In un caso come questo, con un singolo larice, spoglio, ho deciso di puntare sui grafismi dell’immagine. Un soggetto interessane anche per il bianco e nero. Nikon F5; Nikkor 80-200 2,8 AFD; Fujichrome Velvia 50.

Come è possibile, quindi, rendere piacevole un larice sgombro dalla neve? Un metodo interessante è ragionare su linee e forme, cercando quasi di astrarre il soggetto, sfruttando le diagonali dei pendii innevati, oppure le ombre dell’albero stesso che, a volte disegnano geometrie molto nette. Il più classico esempio è l’ombra dell’albero sulla neve. A volte l’ombra stessa può fare da linea guida, convogliando l’occhio dell’osservatore verso le cime o altri soggetti specifici.

Tra nebbia e soggetti spogli e glabri. Il formato quadrato esalta la simmetria, con il soggetto posto al centro. Fujichrome XT3; 55-230; treppiede. Iso 200; f8; 1/250 sec.
Tra nebbia e soggetti spogli e glabri. Il formato quadrato esalta la simmetria, con il soggetto posto al centro. Fujichrome XT3; 55-230; treppiede. Iso 200; f8; 1/250 sec.
Tra nebbia e soggetti spogli e glabri. Il formato quadrato esalta la simmetria, con il soggetto posto al centro. Fujichrome XT3; 55-230; treppiede. Iso 200; f8; 1/250 sec.
Tra nebbia e soggetti spogli e glabri. Il formato quadrato esalta la simmetria, con il soggetto posto al centro. Fujichrome XT3; 55-230; treppiede. Iso 200; f8; 1/250 sec.

Il momento giusto

In linea di massima, possiamo considerare il momento migliore per fotografare gli alberi innevati, le ore successive ad una copiosa nevicata. In questo modo gli alberi, di qualsiasi specie, saranno carichi di neve. In un certo senso si può dire che siano soggetti esteticamente effimeri, in quanto i rami non sono in grado di trattenere la neve per un lungo periodo, soprattutto in una giornata di sole, quando potrebbero bastare poche ore per renderli secchi e meno attraenti. Da considerare, ovviamente, la composizione del bosco: se i larici sono predominanti, per esempio, la neve li coprirà per poco tempo; diverso il discorso per quanto riguarda gli abeti.

La nebbia si dirada, in Valle di Braies. Appena dopo una copiosa nevicata; Nikon D850; Nikkor 70-200 f4 AFG 1/200 sec; f/5,6; ISO 100. Treppiede.
La nebbia si dirada, in Valle di Braies. Appena dopo una copiosa nevicata; Nikon D850; Nikkor 70-200 f4 AFG 1/200 sec; f/5,6; ISO 100. Treppiede.

Luce invernale

La luce è dura e piuttosto bassa, non solo nelle ore precedenti il tramonto e poco dopo l’alba, ma durante un po’ tutta la giornata. E’ una luce che disegna le forme, ideale anche per fotografare particolari e texture di corteccia, evidenziandone l’estetica tridimensionale.

Un particolare di una radice, con la neve caduta dai rami e spolverata dal vento. Nikon D810; Nikkor 24-70 f 2,8 AFG; 1/30; f/11; ISO 100. Treppiede.
Un particolare di una radice, con la neve caduta dai rami e spolverata dal vento. Nikon D810; Nikkor 24-70 f 2,8 AFG; 1/30; f/11; ISO 100. Treppiede.

E’ importante anche considerare che alcuni versanti boscosi potrebbero essere illuminati dal sole, per poche ore al giorno e rimanere spesso in ombra. In alcuni casi, ci sono versanti vallivi che rimangono in ombra durante tutto l’arco della giornata per tutto il mese di dicembre e gennaio, per esempio.

In pieno inverno, i larici se non sono innevati perdono fascino, dal punto di vista estetico. A volte, può essere interessante cercare di raccontarli in maniera diversa. In questo caso, ho sfruttato l’ombra dell’albero sulla neve. Il larice diventa quasi una linea guida che conduce l’occhio dell’osservatore verso la cima.Nikon D800; Nikkor 24-70 f 2,8 AFG; 1/250; f/14; ISO 100.
In pieno inverno, i larici se non sono innevati perdono fascino, dal punto di vista estetico. A volte, può essere interessante cercare di raccontarli in maniera diversa. In questo caso, ho sfruttato l’ombra dell’albero sulla neve. Il larice diventa quasi una linea guida che conduce l’occhio dell’osservatore verso la cima.
Nikon D800; Nikkor 24-70 f 2,8 AFG; 1/250; f/14; ISO 100.

Ricordo, forse un po’ pedissequamente, che l’etimologia della parola “fotografia” altro non è che “scrivere con la luce”. E’ molto importante, quindi, scegliere soggetti ben illuminati, per lo meno nella maggior parte dei casi e valutare l’esposizione, con attenzione. Se si inquadra un soggetto con una contemporanea presenza di luce e ombra, è opportuno misurare l’esposizione in spot nel punto ritenuto più importante, a seconda delle situazioni.

Al lago di Braies, una foto di paesaggio, con gli alberi in primo piano che diventano parte essenziale della foto. Nikon D850; Sigma 15 f2,8 AFD 1/250 sec; f/16; ISO 100. Il diaframma chiuso rende il sole a stella, evidenziando i raggi.
Al lago di Braies, una foto di paesaggio, con gli alberi in primo piano che diventano parte essenziale della foto. Nikon D850; Sigma 15 f2,8 AFD 1/250 sec; f/16; ISO 100. Il diaframma chiuso rende il sole a stella, evidenziando i raggi.

Durante una nevicata

Per scattare mentre sta nevicando ed evidenziare i fiocchi di neve, è importante scegliere un tempo di posa piuttosto veloce, in modo da bloccare la neve. Quanto veloce? Dipende dalla dimensione dei fiocchi e dalla loro consistenza. Consiglio sempre di scattare agli iso nativi del sensore (in genere 100 o 200), ma in questo caso, visto che la luce durante una precipitazione nevosa non è mai molta, sarà necessario alzarli. Suggerisco di impostarli intorno a 800 e poi valutare le varie opzioni, dopo aver effettuato un paio di scatti di prova. La neve bianca si staglierà molto meglio da uno sfondo scuro, per esempio un gruppo di abeti, piuttosto che sul cielo bianco, dove tenderà a mimetizzarsi, per ovvie ragioni.

La nebbia si dirada, in Valle di Braies. Appena dopo una copiosa nevicata; Nikon D850; Nikkor 70-200 f4 AFG 1/200 sec; f/5,6; ISO 100. Treppiede.
La nebbia si dirada, in Valle di Braies. Appena dopo una copiosa nevicata; Nikon D850; Nikkor 70-200 f4 AFG 1/200 sec; f/5,6; ISO 100. Treppiede.

Consigli tecnici per fotografare gli alberi

In questo caso, vi rimando alla parte finale del capitolo “Fotografare gli alberi nel paesaggio di montagna”.

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