Vi ho già parlato della fotografia di alberi in generale. Il bosco, però, è uno dei soggetti più interessanti, nella stagione invernale, e merita sicuramente un approfondimento più specifico e qualche ulteriore suggerimento.
Composizione
Qualsiasi albero carico di neve diventa un soggetto nuovo e diverso, sia come elemento singolo dell’immagine, sia come parte di una composizione più generale e ad ampio respiro, come, per esempio, quando la vegetazione avvolge le falde delle cime, diventando parte determinante dell’inquadratura. La composizione diventa ancora più importante se si tratta di scegliere un albero singolo da un gruppo più vasto o magari da un versamento orografico costantemente alberato.
Generalmente il soggetto non si posiziona in centro all’inquadratura, a meno che non ci sia un’esigenza particolare oppure se la foto è di formato quadrato, dove si esalta il concetto di simmetria. L’utilizzo della classica “regola dei terzi” aiuta ad ottenere una fotografia sicuramente equilibrata, ma come detto in precedenza, le “regole di composizione” sono da considerarsi più dei suggerimenti che dei postulati. Ogni fotografo, quindi, si senta libero di comporre…
Teleobiettivo, grandangolo e compressione di piani
Anche la posizione dalla quale si scatta la foto è importante. Se si fotografa dal basso verso l’alto, con obiettivo grandangolare, si tende a slanciare il soggetto evidenziando le linee cadenti, ovvero rendendo la base del soggetto più larga e la parte alta più snella ed esile.
Non è raro scattare a gruppi di alberi da posizioni lontane, a volte anche dal versante opposto della montagna, magari usando un teleobiettivo. In questo caso è opportuno tenere presente il fenomeno della compressione dei piani. Le focali lunghe, infatti, tendono a schiacciare il soggetto, rendendo la distanza tra un albero e l’altro minore di quanto non sia in realtà. L’effetto sarà opposto se si usano ottiche grandangolari che tendono a dilatare i piani.
E se non c’è neve?
Un albero ben innevato si fotografa molto semplicemente, sembra quasi farsi l’autoscatto tanto è bello e suggestivo. Ma se la neve non c’è? Il risultato estetico, in caso di mancanza di coltre nevosa, dipende molto dalla specie arborea. I sempreverdi, come gli abeti per esempio, mantengono un aspetto quasi identico a quello estivo. I larici, invece, perdono gli aghi e assumono un impatto visivo generalmente meno piacevole, secchi e glabri, sia come soggetti singoli, sia come parte di una composizione più ampia.
Come è possibile, quindi, rendere piacevole un larice sgombro dalla neve? Un metodo interessante è ragionare su linee e forme, cercando quasi di astrarre il soggetto, sfruttando le diagonali dei pendii innevati, oppure le ombre dell’albero stesso che, a volte disegnano geometrie molto nette. Il più classico esempio è l’ombra dell’albero sulla neve. A volte l’ombra stessa può fare da linea guida, convogliando l’occhio dell’osservatore verso le cime o altri soggetti specifici.
Il momento giusto
In linea di massima, possiamo considerare il momento migliore per fotografare gli alberi innevati, le ore successive ad una copiosa nevicata. In questo modo gli alberi, di qualsiasi specie, saranno carichi di neve. In un certo senso si può dire che siano soggetti esteticamente effimeri, in quanto i rami non sono in grado di trattenere la neve per un lungo periodo, soprattutto in una giornata di sole, quando potrebbero bastare poche ore per renderli secchi e meno attraenti. Da considerare, ovviamente, la composizione del bosco: se i larici sono predominanti, per esempio, la neve li coprirà per poco tempo; diverso il discorso per quanto riguarda gli abeti.
Luce invernale
La luce è dura e piuttosto bassa, non solo nelle ore precedenti il tramonto e poco dopo l’alba, ma durante un po’ tutta la giornata. E’ una luce che disegna le forme, ideale anche per fotografare particolari e texture di corteccia, evidenziandone l’estetica tridimensionale.
E’ importante anche considerare che alcuni versanti boscosi potrebbero essere illuminati dal sole, per poche ore al giorno e rimanere spesso in ombra. In alcuni casi, ci sono versanti vallivi che rimangono in ombra durante tutto l’arco della giornata per tutto il mese di dicembre e gennaio, per esempio.
Ricordo, forse un po’ pedissequamente, che l’etimologia della parola “fotografia” altro non è che “scrivere con la luce”. E’ molto importante, quindi, scegliere soggetti ben illuminati, per lo meno nella maggior parte dei casi e valutare l’esposizione, con attenzione. Se si inquadra un soggetto con una contemporanea presenza di luce e ombra, è opportuno misurare l’esposizione in spot nel punto ritenuto più importante, a seconda delle situazioni.
Durante una nevicata
Per scattare mentre sta nevicando ed evidenziare i fiocchi di neve, è importante scegliere un tempo di posa piuttosto veloce, in modo da bloccare la neve. Quanto veloce? Dipende dalla dimensione dei fiocchi e dalla loro consistenza. Consiglio sempre di scattare agli iso nativi del sensore (in genere 100 o 200), ma in questo caso, visto che la luce durante una precipitazione nevosa non è mai molta, sarà necessario alzarli. Suggerisco di impostarli intorno a 800 e poi valutare le varie opzioni, dopo aver effettuato un paio di scatti di prova. La neve bianca si staglierà molto meglio da uno sfondo scuro, per esempio un gruppo di abeti, piuttosto che sul cielo bianco, dove tenderà a mimetizzarsi, per ovvie ragioni.
Consigli tecnici per fotografare gli alberi
In questo caso, vi rimando alla parte finale del capitolo “Fotografare gli alberi nel paesaggio di montagna”.