Alpinismo

Jarrin e Freire salgono una cima vergine nello Langtang Himal

I due alpinisti, uno statunitense l’altro ecuadoregno, hanno realizzato la prima salita al Yansa Tsenji, in Nepal.

Le Guide IFMGA Joshua Jarrin, statunitense, e Oswaldo Freire (ecuadoregno) hanno portato a termine la prima ascesa allo Yansa Tsenji (6567 m), picco fino ad ora vergine nel Langtang Himal. In questa regione, a Nord del Nepal, si trovano alcune delle cime più impegnative dell’Himalaya. Il Yansa Tsenji si trova a SW del Shalbachum, sul confine tra Nepal e Tibet.
La cordata ha scalato lo Yansa Tsenji, anche conosciuto come Dragpoche o Dhagpache, in stile alpino leggero per la parete Est. Jarrin e Freire hanno dato alla via, completata in 29 ore, il nome “Between fairies and unicorns” (ED, M4+, WI5+, 90°).
Secondo le dichiarazioni rilasciate dai due alpinisti alla testata americana Explorersweb, la via era molto esposta, con valanghe di neve polverosa che cadevano continuamente anche molto vicine a loro. I due avevano con sé 3 litri d’acqua in totale, e qualche barretta energetica. Non c’era terreno facile da nessuna parte, tutto era estremamente tecnico. Inoltre, dopo ogni sezione dura, ne arrivava un’altra ugualmente difficile.
La coppia ha raggiunto la vetta appena prima del calar del buio, per poi fermarsi a riposare un’ora prima di iniziare la discesa, effettuata in massima parte con calate in corda doppia nel buio totale e conclusa in 10 ore.

Tentativi precedenti sullo Yansa Tsenji

Secondo i dati dell’Himalayan Database, dal 2003 (quando questa cima è stata aperta all’arrampicata) sullo Yansa Tsenji ci sono stati in precedenza solo due tentativi. Il primo 20 anni fa, nello stesso 2003, da parte di una cordata britannica guidata da David Pritt. Questi hanno tentato la salita per la cresta Est, ma si sono ritirati alla quota di 6120 m.
Il secondo tentativo è stato effettuato nell’autunno 2010, da una cordata giapponese guidata da Makoto Kuroda. I nipponici hanno tentato di scalare il versante Sud della cresta W-SW, ma hanno dovuto abbandonare l’impresa a 5800 m a causa della caduta di rocce dalle pareti.

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