Sport

A tu per tu con Camilla Moroni, non solo una super atleta

Vice campionessa del mondo di arrampicata boulder con lo sguardo fisso sulle Olimpiadi 2024, l’atleta ligure è anche ambassador del progetto Never Stop Her

Un mondo tutto particolare quello dell’arrampicata sportiva che vede spiccare a livello internazionale donne determinate come Camilla Moroni. A soli 22 anni ha già messo in curriculum un argento ai campionati mondiali di boulder nel 2021 che ha fatto seguito ai titoli italiani Boulder vinti nel 2017 e 2018. Atleta del gruppo Fiamme Oro, studentessa in Biotecnologie ma è soprattutto rappresentante di quel mondo femminile spesso lasciato in secondo piano. Proprio perché ciò non accada Camilla è ambassador del progetto Never Stop Her lanciato da The North Face per sostenere e celebrare le donne che sulla loro passione hanno plasmato la propria vita e per spingerle a seguire i propri sogni. Abbiamo incontrato la Moroni a Milano in occasione del Global Climbing Day. Impossibile farsela scappare.

Come sei entrata nel progetto Never Stop Her?
Si tratta di un progetto nato in occasione dell’8 marzo che metteva in luce le atlete del team The North Face. Io ho portato il mio contributo raccontando come si vive l’essere donna nell’ambito del mio sport. L’arrampicata è una disciplina in cui le differenze naturali fra uomini e donne spariscono: quello che un uomo ha in più in forza e potenza la donna riesce a sopperirlo con la tecnica e l’agilità. Siamo davvero sullo stesso livello ma con caratteristiche differenti, anche se ovviamente sugli itinerari più fisici gli uomini prevalgono.

Preferisci il boulder o la falesia?
Assolutamente il boulder perché è più dinamico ed esplosivo e si armonizza maggiormente con le mie caratteristiche fisiche. Mi piace molto andare in falesia a scalare e provare le varie tecniche d’arrampicata come il Trad con le protezioni mobili. Scalare in natura mi rilassa moltissimo. Quando non sono sotto allenamenti pre gara mi prendo un periodo per staccare, uscire dalla mia comfort zone dei blocchi. Questo mi aiuta a ricaricare le batterie mentali prima di riprendere le gare.

Quali salite che ti hanno lasciato qualcosa di speciale?
Su roccia è difficile trovarne una in particolare perché dedico più tempo alle gare e le vie passano spesso in secondo piano. Su blocchi sicuramente la salita che più ho amato è stata La Proue un 8b a Cresciano, in Svizzera. Altro blocco che ha lasciato un segno nel mio cuore è Heritage, in Val Bavona, ancora in Svizzera, anch’esso  8b che ho superato recentemente.

Prossimi obiettivi?
Punto soprattutto a qualificarmi per le Olimpiadi a Parigi del prossimo anno. Tra aprile e giugno  ci saranno tre gare decisive che qualificheranno altrettanti atleti. Darò del mio meglio.

Perché scegliere questo sport e come affrontarlo nei primi tempi?
Per iniziare a praticare boulder o lead consiglio di affidarsi a una palestra dove ci sono istruttori in grado di fornire il giusto supporto tecnico e le basi per muoversi in sicurezza. In palestra si possono conoscere altri appassionati e creare così un gruppo con cui poter poi andare a scalare anche all’esterno con quelle conoscenze acquisite indoor. Il motivo per cui scegliere l’arrampicata per me è la tensione, l’adrenalina che provo nelle competizioni. Le gare mi fanno sentire bene. La scalata è una passione che scocca subito, arrampicare su roccia, poi, mi fa sentire libera. Inoltre questo è uno sport che ha diverse discipline e ognuno può trovare quella che meglio si armonizza con il proprio corpo e con la mente. Come del resto ho fatto io.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close