Alpinismo

Il ritorno di Salvaterra alla Torre Egger

È partita da qualche giorno la spedizione patagonica che riporta Ermanno Salvaterra alla Torre Egger, con lui in questo nuovo tentativo alla parete ovest Roberto Pedrotti, Fabrizio Rossi e l’argentino Marquiño Scallabrine.

Salvaterra ha scritto tante e importanti pagine della storia dell’alpinismo patagonico, tra cui cinque nuove vie e la prima invernale sul Cerro Torre, che gli hanno fatto guadagnare il soprannome “Uomo del Torre”. Oggi a 67 anni Ermanno torna alla Torre Egger per aprire una nuova linea che “deve passare per il cuore della parete”, un diktat che si tramanda dal 1996 quando Andrea Sarchi, Lorenzo Nadali e Pierino Dal Prà iniziarono a sognare una via sulla Ovest senza mai riuscirci.

I tentativo precedenti

Fu proprio Sarchi a coinvolgere Salvaterra, che si negò per altri progetti fino al 2011, ma per Andrea era non era più tempo. “Io però, ormai, me l’ero messa in testa. Avevo già effettuato un tentativo a sinistra di questa incredibile parete con Adriano Cavallaro ma poi avevamo rinunciato. Ma ora avevo in testa quella linea, in centro alla parete ovest della Torre Egger” racconta Ermanno.

Dopo una rinuncia alla partenza nel 2012, è il 2013 l’anno buono per provarci. Con lui Tomas Franchini, Paolo Grisa e Francesco Salvaterra. Il maltempo però li portò a rinunciare dopo 11 giorni in parete. Nel medesimo anno Matteo della Bordella e Luca Schiera aprono la prima via sulla parete Ovest. L’anno successivo con Salvaterra c’è anche Nicola Binelli, questa volta sono le scariche di sassi che impongono di tornare indietro. Una grossa caduta di pietre fu il motivo della rinuncia anche del 2016, con Salvaterra in cordata c’erano Nicola Castagna e Riccardo Re. “Ero convinto che sarebbe stata l’ultima volta, invece…” è il 2018 e dopo un anno sabbatico a guarire da un brutto infortunio con alcune fratture, Ermanno è in parete con Alessandro Beltrami, Mirko Povinelli e Giorgio Roat, la rinuncia avviene a circa 200 metri dalla cima. Oggi ci riprova con una nuova squadra e tanta motivazione.

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Un commento

  1. Che tipo “strano”, con “strane” idee e “strane” realizzazioni.
    Un “testone” che mi “sconfinfera”, per non dire “affascina”.
    Non so capire se è un mito all’italiana, ma di sicuro ha un posto in alto.
    Magari fra poco riuscirò a capire.
    La curiosità è il mio fondamento e non la fermo mai.

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