Pareti

Salvaterra e compagni rinunciano alla Torre Egger e salgono il Cerro Torre dalla via dei Ragni

Standhardt, Herron, Egger e Cerro Torre (Foto d'archivio Luca Maspes)
Standhardt, Herron, Egger e Cerro Torre (Foto d’archivio Luca Maspes)

EL CHALTEN, Argentina – Niente da fare alla Ovest della Torre Egger per quest’anno. Ermanno Salvaterra, Tomas Franchini, Francesco Salvaterra e Nicola Binelli hanno interrotto il tentativo di aprire una via nuova, avendo valutato la parete non in condizioni. Rinunciato all’obiettivo primario Ermanno Salvaterra, Franchini e Binelli sono andati in cima al Cerro Torre dalla via dei Ragni. Poi sono ridiscesi: Ermanno Salvaterra è in procinto di tornare a casa, il resto del gruppo invece potrebbe essere diretto verso il Domo Blanco.

Gli italiani erano partiti per la Patagonia a metà settembre con l’intenzione di tornare sulla parete Ovest della Torre Egger e concludere la via che, per la prima volta, arrivi in cima passando al centro di quel muro verticale. Nell’autunno del 2013 infatti, lo stesso gruppo (con Paolo Grisa al posto di Binelli subentrato quest’anno) era riuscito a salire i primi 400 metri della linea, che avrebbero voluto concludere adesso.

A fine settembre sono andati in parete, rimanendoci in realtà ben poco. Gli alpinisti hanno valutato le condizioni della Ovest non buone per continuare il tentativo, pertanto hanno deciso di rinunciare. Nei giorni successivi Ermanno Salvaterra, Franchini e Binelli hanno salito il Cerro Torre: Salvaterra, “l’uomo del Torre”, ha toccato la cima della montagna per ben 6 volte nella sua vita, e altre 3 si è fermato a 20, 50 e 80 metri.

Dopo quella salita Francesco Salvaterra “ha dato il cambio” ad Ermanno, che è tornato ad El Chalten e arriverà in Italia già questa settimana. Gli altri 3 ragazzi invece potrebbero essere diretti al Domo Blanco.

Di seguito il racconto inviatoci da Ermanno Salvaterra. Le foto della spedizione arriveranno nei prossimi giorni.

“Il 27 eravamo in truna tutti e quattro. Eravamo scesi per aiutare Francesco a fare il carico. Il giorno dopo siamo saliti per fare i primi due tiri di Sarchi-Nadali e Dal Prà. Avevamo lasciato una corda ma il vento l’ha spezzata.

Contavamo di montare le portaledge e dal giorno dopo stare in parete. Avevamo viveri per 25-27 giorni. In alto la parete aveva delle grosse incrostazioni. Un grosso pezzo è caduto molto vicino a Tomas. Si è molto spaventato e ha detto che non vuole lasciarci la pelle su quella parete. Quelle incrostazioni le avremmo sopra le teste per tutta la salita e diversi tiri passano proprio di lì. Siamo tornati alla Cueva Mirtillo (così abbiamo chiamato la truna).

Alternativa. Francesco non aveva voglia così ci ha accompagnati un quarto d’ora. Obiettivo parete ovest del Torre sulla via dei Grandi Ragni di Lecco. Prima di sera abbiamo raggiunto l’elmo e ho trovato un posto di bivacco 5 stelle. Ottima cena. Cielo stellato e solo un filo d’aria. Temperatura -15. Io non ho chiuso occhio per via del mio “sacco a velo”.

Se non sbaglio era il primo ottobre quando siamo ripartiti. Le condizioni sono ottime. Abbiamo fretta di raggiungere i funghi per essere al sole. Questo accade verso le ore 13. Però non fa caldo. Arrivati alla base del fungo terminale rivedo quello che vidi nel 2005. Per fortuna guardo a destra e un canale verticale credo ci permetterà di salire. Velocissimo Tomas in meno di mezz’ora arriva alla fine del ghiaccio verticale.

Uauh!!! Verso le 17.30 siamo in cima. Il tempo è splendido e ce la prendiamo con comodo. Quanto ho pensato al Miro, al Pino, al Mariolino e al “giovincello” Daniele (ndr. Casimiro Ferrari, Pino Negri, Mario Conti e Daniele Chiappa, apritori della via nel 1974). E a tutti i Ragni a loro supporto. Veramente Grandi e poi a quei tempi…Poi la discesa non troppo veloce per tornare all’elmo. A fatica facciamo un po’ d’acqua per i nostri liofilizzati. Pessima cena e pure fredda. Ma chi se ne frega.

Altra notte guardando le stelle e il quarto di luna. Il giorno dopo la discesa continua e prima delle due del pomeriggio siamo alla truna. Grande mangiata di polenta patagonica seguita da cena e poi finalmente a nanna. Tomas e Nicola hanno dormito sui sassi anche il pomeriggio. Abbiamo deciso di non fare nulla il giorno dopo. Fantastico e solo alle 9 mi alzo a preparare la colazione che servo a letto.

Il giorno dopo ritorniamo alla Egger per sistemare la roba che aspetterà il prossimo anno. Nel primo pomeriggio arriva anche Francesco. Avevamo intenzione di fare una via al Domo Blanco ma visto che è arrivato lui gli cedo il mio posto e io torno alla civiltà. Sono partito dal Circulo de los Altares e verso le 18 ero a El Chalten con un buon bicchiere di vino bianco. Era loro intenzione scendere oggi. Il tempo è peggiorato. Stamattina vento e via via sempre più forte. Sono le ore 19.30 e spero arrivino presto per mangiare”.

Ermanno Salvaterra

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