Pareti

Eiger: Direttissima Harlin, i francesi firmano la prima invernale in stile alpino

Con tutta probabilità si tratta della prima salita invernale, in stile alpino, della Direttissima Harlin sulla nord dell’Eiger. A realizzarla Léo Billon, Sébastien Ratel e Benjamin Védrines del Groupe Militaire de Haute Montagne in cinque giorni, tra il 12 e il 16 gennaio, con condizioni meteo e della via ottime. Per ora sono state diffuse solo poche informazioni riguardo la realizzazione. Sappiamo che non hanno seguito la direttissima in tutta la sua lunghezza, ma che l’imminente arrivo del maltempo li ha portati a scegliere una variante sulla via Heckmair nella parte alta della montagna.

I tre alpinisti formano una cordata di altissimo profilo, come conferma questa realizzazione. Ratel e Billon hanno ripetuto, nel 2018, la difficile nord del Changabang. Ratel si è poi aggiudicato il Piolet d’Or nel 2013 per la salita della parete ovest del Kamet, in Himalaya. Invece, Billon, ha ripetuto sul Cerro Torre la via Filo Sureste di David Lama. Védrines, infine, lo scorso anno si è reso protagonista di una nuova via sul Chamlang, in cordata con Charles Dubouloz, mentre nel 2017 ha messo a segno una nuova via sulla parete nord-est del Pandra, seimila nella zona del Kangchenjunga.

La Direttissima Harlin

Quella della Direttissima Harlin è una storia che conserva quel tragico romanticismo tipico dell’alpinismo degli anni Sessanta e Settanta. È la storia di un assedio invernale alla nord più celebre delle Alpi.

Alla fine del febbraio 1966 John Harlin, Layton Kor e Dougal Haston hanno raggiunto le pendici della nord, quindi si sono messi in paziente attesa delle giuste condizioni per poter fare un tentativo. L’obiettivo è l’apertura di un itinerario che salisse nel modo più veloce e diretto possibile in cima alla montagna. Durante il loro tentativo vengono raggiunti in parete da una forte cordata tedesca composta da Karl Golikow, Peter Haag, Sigi Hupfauer, Jorg Lehne, Rolf Rosenkopf, Gunther Schnaidt, Gunther Strobel e Roland Votteler. Inizialmente i due team lavorano indipendentemente su due linee diverse, ma la competizione si sente e coinvolge anche i media che guardano con grande interesse a quanto sta accadendo sulla nord.

Tutto procede con del sano agonismo sportivo fino al 22 marzo, quando Harlin e Haston in risalita lungo alcune corde fisse subiscono un incidente. Una corda si rompe e Harlin precipita nel vuoto, perdendo la vita. Poco distante da loro si trova la cordata tedesca, composta in questo momento da Hupfauer, Lehne, Strobel e Votteler, che sta tentando di chiudere la via.

L’incidente scombussola gli equilibri e così Haston e i tedeschi decidono di proseguire insieme verso l’alto. I 5 affrontano una salita dura in difficili condizioni di maltempo per tre lunghi giorni, poi sbucano in cima decidendo di intitolare la via a John Harlin.

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